Una breve presentazione:

Passione calcistica e impegno pacifista: sembra un binomio strano, una contraddizione in termini, pensando agli episodi di razzismo e violenza che sporcano il mondo del calcio, dentro e fuori gli stadi. Talvolta anche in campo. Eppure stiamo parlando dell'unico sport davvero popolare, nel senso che si può giocare in qualunque strada del mondo, tanto nei quartieri eleganti quanto nelle borgate o nelle baraccopoli: dall'erba sintetica dei circoli sportivi di lusso all'asfalto di un cortile di periferia, alla polvere di una favelas brasiliana. Basta una palla, e non importa se sia fatta di cuoio o di stracci: la partita si gioca lo stesso. Ci piace pensarlo così, il calcio: come momento della vita umana che prescinde dallo status economico o culturale, come ammortizzatore sociale e punto di incontro tra uomini indipendentemente dai loro biglietti da visita, come sinonimo di uguaglianza e di mondialità. In una parola, come portatore di Pace. Tanto nel praticarlo quando nel seguirlo: sugli spalti trovi a fare il tifo, fianco a fianco, il dirigente e l'operaio, il ragazzino di borgata e il padre di famiglia, il garzone di bottega e lo studente universitario. Tutti con la stessa dignità di persone, come deve essere. Non fa differenza se il resto della settimana qualcuno lo passa in giacca e cravatta dietro ad una scrivania importante, e qualcun altro è in tuta da lavoro a scaricare cassette di frutta. Per questo ci piace questo gioco, e per questo crediamo abbia un senso che un gruppo di obiettori di coscienza al servizio militare si ritrovino a dare due calci al pallone, cercando di portare in campo i valori in cui credono. Ci sono tanti modi di farlo: per esempio utilizzando i palloni del commercio equo e solidale o scegliendo di affittare un campo di gioco gestito da famiglie extracomunitarie. Ci piacerebbe che questo fosse considerato normale e non originale, perché l'unico modo di sbattere fuori dagli stadi razzismo e violenza è proprio rendere il mondo del calcio portatore di quei grandi messaggi di pace, di mondialità e di civiltà che questo sport così popolare ha la grande potenzialità di fare propri e di contribuire a rendere universali.

Zokkolette F.C.: perché questo nome curioso

La rosa della squadra: nomi e profili del manipolo di obiettori di coscienza che ha dato vita all'unica squadra che concilia impegno politico e passione calcistica.

La galleria fotografica: un racconto per immagini dai mesi del servizio civile in poi.

Un mister d'eccezione: Damiano Tommasi, l'obiettore della Roma.

"NO WAR": il logo sulla maglia ufficiale.

"NO CHILD LABOUR": i palloni ad alta dignità del Commercio Equo e Solidale, contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Per un mondo più giusto e per uno sviluppo sostenibile.

Rassegna stampa: una intervista allo Zokkolette F.C. realizzata dal portale Toronews.

Rassegna stampa/2: un articolo sullo Zokkolette F.C. pubblicato dal portale internazionale Soccerage.

Rassegna stampa/3: un articolo pubblicato dal quotidiano "il manifesto": la fama dello Zokkolette F.C. è arrivata sulla stampa nazionale!

Zokkolette in TV!

SportStory, il rotocalco di approfondimento sportivo de La7 condotto da Cristina Fantoni, ha dedicato la puntata di sabato 14 maggio 2005 al calcio vissuto secondo i valori di pace, giustizia, nonviolenza e antirazzismo, raccontando la storia dello Zokkolette Football Club.
La brillante conduzione e la sapiente regia, supportate dalla validità delle riprese, hanno accompagnato i telespettatori in un significativo percorso attraverso i vari quartieri della Capitale, dal centro storico alla periferia: partendo proprio da via delle Zoccolette, il vicolo nel cuore di Roma da cui deriva il nome della nostra squadra, dove è stata presentata e brevemente intervistata una rappresentanza della rosa, proseguendo per il campo del Centro San Tarcisio, in zona Marconi-Ostiense, dove le attività sportive della compagine "Senza Frontiere" si intrecciano da sempre con iniziative sociali e con l'apertura ai minori e ai migranti del quartiere, fino ad arrivare al campo della Polisportiva Fonte Ostiense, al Laurentino 38, dove la gestione del centro sportivo da parte dei ragazzi del quartiere, coordinati dall'associazione di volontariato "Ponte d'Incontro", rappresenta una importante occasione di riqualificazione degli spazi della zona, in una periferia rimasta troppo a lungo senza servizi ed attenzioni. Qui è stata realizzata una pregevole intervista a Damiano Tommasi, convinto obiettore di coscienza al servizio militare che si prestò al ruolo di mister onorario dello Zokkolette F.C., nel torneo "diamo un calcio alla guerra" organizzato nel 1999 durante il conflitto nei Balcani.
Il numero 17 giallorosso, nello spezzone conclusivo del programma, ha inoltre presentato il "Puntosito Team", la squadra nata attorno al forum del sito internet damianotommasi.it con l'intento di conciliare passione calcistica ed iniziative di solidarietà, per l'occasione impegnata proprio contro la squadra dell'associazione Ponte d'Incontro.
Insomma, si è trattato di un nutrito e variegato spaccato attraverso il calcio equo e solidale della Capitale, per il quale ringraziamo di cuore la redazione sportiva de La7, in particolare la giornalista Cristina Fantoni che ha voluto realizzare una puntata così particolare ed originale del suo programma.

Scarica i video con i vari spezzoni della puntata (clicca col tasto destro e scegli "salva con nome" - thanks to cescototti per il riversaggio in digitale):

 video n°1: la presentazione dello Zokkolette F.C. e l'intervista al mister onorario Damiano Tommasi (20.1 MB - durata 9'37'').

 video n°2: l'intervista completa a Damiano Tommasi, con la presentazione del "Puntosito Team" e dell'associazione "Ponte d'incontro" (11.9 MB - durata 4'26'').