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Un calcio allo sfruttamento
Lo Zokkolette Football Club vuole unire la passione per il gioco del calcio all'impegno per costruire una società più giusta e orientata ai valori di pace e giustizia. Un importante e simbolico strumento in questa attività viene dai palloni ad alta dignità prodotti in Pakistan dalla Talon Sports e importati in Italia dalla Ctm con il marchio TransFair. Si tratta di un oggetto che va doppiamente contro lo sfruttamento e l'ingiustizia: da un lato è frutto del lavoro di mani adulte equamente retribuite (e quindi non sottopagate, come di solito avviene in quei paesi), e dall'altro è garantito contro la piaga che affligge tipicamente i popoli del Sud del mondo, in particolare proprio nel sud-est asiatico: lo sfruttamento del lavoro minorile, con bambini costretti a cucire dieci ore al giorno per assicurare il minimo indispensabile al mantenimento della famiglia. Scuola, giocattoli, e quant'altro noi siamo abituati a considerare la normalità per dei bambini, costituiscono un mondo sconosciuto per l'infanzia sottoposta a questa tragica conseguenza di un mondo in cui il venti per cento della popolazione consuma l'ottanta per cento delle risorse del pianeta, fondando quindi il proprio benessere sulla povertà e sullo sfruttamento dei restanti quattro quinti di umanità.
I palloni ad alta dignità importati e distribuiti dalla Ctm sono di peso e forma regolamentare secondi i criteri FIFA, disponibili in diversi modelli nelle misure numero 4 e 5, con 32 sezioni di cuoio cucite a mano. Non hanno quindi nulla in meno, a livello tecnico, dei palloni che trovate nei negozi con il marchio delle più note ditte di articoli sportivi, ma hanno una grandiosa caratteristica in più: sono garantiti contro la più crudele e assurda delle ingiustizie, cioè quella che riguarda i bambini.
Portare in campo, nelle partitelle tra amici, questi palloni e spiegare agli altri perché ci teniamo così tanto a farne uso è un modo per non limitarsi a contestare un sistema che crea povertà e disuguaglianza, ma a dare un contributo concreto per capovolgerlo, puntando a costruire una società più giusta, dove i consumi siano sì basati sulla soddisfazione dei bisogni primari, ma nel rispetto dell'ambiente, delle risorse naturali e dei diritti fondamentali dell'uomo. In due parole, quello che si chiama sviluppo sostenibile. In questo è di primaria importanza creare quella consapevolezza del consumatore che metta ciascuno di noi di fronte alla responsabilità delle scelte che si trova ad operare ogni giorno. Non è vero che per essere obiettori di coscienza bisogna essere per forza soggetti agli obblighi di leva: la scelta che porta a svolgere il servizio civile in alternativa alla leva militare si deve riproporre quotidianamente di fronte alla possibilità di scegliere se acquistare un prodotto che impoverisce i produttori del terzo mondo e arricchisce le multinazionali o un prodotto del commercio equo e solidale che agisce al contrario. Come obiettori di coscienza, alle bombe e ai fucili preferiamo un'arma molto più potente: la nostra testa. Usiamola.
Qui sotto trovate alcune notizie in più sulla fabbricazione dei palloni ad alta dignità e sulla cooperativa che ha scelto di importare questo e tanti altri prodotti del "Commercio Equo e Solidale"
I palloni da calcio e lo sfruttamento del lavoro minorile
Secondo le stime delle organizzazioni per i diritti dell'uomo e del lavoro, sono circa 7.000 i bambini coinvolti nella produzione dei palloni da calcio. Questi bambini, che lavorano illegalmente, rappresentano il 23% delle entrate familiari, corrispondenti a un tempo pieno di 10 ore quotidiane. Frequentare la scuola è dunque un miraggio.
La città di Sialkot, nel nord-est del Pakistan, è la patria della produzione di articoli sportivi della nazione. Si tratta di una città con più di 500.000 abitanti, dei quali attualmente circa 25.000 sono occupati in questo campo. Principalmente la produzione si concentra sui palloni da calcio, che rappresentano il 50% delle esportazioni del Pakistan in materia di articoli sportivi. Circa l'80% della pruduzione mondiale di palloni da calcio proviene da Sialkot.
I palloni ad alta dignità: chi li produce
Talon Sports è una azienda relativamente giovane, ma disponde già di una ragguardevole esperienza. Ha sottoscritto l'Atlanta Agreement: un accordo firmato attualmente da 15 industrie locali, proposto alla Camera di Commercio locale dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro, dall'Unicef e dall'Organizzazione Non Governatica "Save the Children", impegnata per la messa al bando del lavoro infantile. Talon Sports ha quindi convertito la propria produzione secondo tale accordo.
Dove finisce il denaro
La Cooperativa Ctm garantisce una giusta retribuzione a chi produce i palloni in Pakistan e attraverso un sovrapprezzo di solidarietà sostiene progetti di miglioramento della qualità di vita dei lavoratori e delle loro famiglie: in particolare dei bambini. Il sovrapprezzo garantito da Ctm è suddiviso nel seguente modo:
- Un sovrapprezzo diretto per i lavoratori che cuciono i palloni equivalente ad un aumento della retribuzione a pezzo pari al 35%. Comparata ad altre possibilità di lavoro nell'industria di produzione di articoli sportivi in Pakistan, una famiglia può mantenere, in questo modo, uno standard di vita dignitoso.
- Una seconda parte del sovrapprezzo assicura la copertura delle spese di previdenza sociale.
- Una terza parte va a finanziare un fondo per piccoli progetti nei villaggi in cui vengono cuciti i palloni.
- Un'ultima parte del sovrapprezzo è destinata all'esportatore Talon Sports, per il miglioramento e lo sviluppo dell'impegno sociale, tecnologico e logistico della produzione.
Il monitoraggio
Per assicurare effettivamente che il sovrapprezzo vada ad alimentare gli obiettivi definiti, viene garantita un'ulteriore quota a copertura dei costi connessi al monitoraggio, effettuato tramite una fondazione indipendente tedesca. Il progetto dei palloni prodotti a condizioni eque e senza lo sfruttamento del lavoro minorile è coordinato e promosso da TransFair Italia. In Pakistan agisce l'organizzazione non governativa "Geophile", che collabora con le Nazioni Unite come ulteriore garanzia.
Il commercio equo e solidale e Ctm
CTM è una cooperativa senza fini di lucro nata nel 1988 che importa e diffonde prodotti del Sud del mondo promuovendo un commercio che non sfrutta i più deboli. Così assicura a chi lavora un reddito dignitoso stimolando lo sviluppo delle comunità locali nel rispetto dell'ambiente. Accanto alla commercializzazione di prodotti, CTM e il commercio equo e solidale offrono strumenti di riflessione, pubblicazioni e occasioni di incontro sulle condizioni di vita e di lavoro di due terzi dell'umanità. Il commercio equo e solidale abbina la vendita alla sensibilizzazione e alla trasparenza, diffondendo una cultura di pace e di giustizia. Per queste attività esiste in Italia, così come negli altri paesi europei da oltre 40 anni, una rete di negozi gestite da associazioni e cooperative senza fini di lucro: le Botteghe del Mondo, vivaci spazi commerciali per la vendita di prodotti alimentari e artigianali oltre che luoghi di incontro, promotori di iniziative mirate alla conoscenza dei paesi del sud del mondo e all'approondimento dei loro problemi.
Per ulteriori informazioni: http://www.altromercato.it
Gli indirizzi delle botteghe di Roma
Vi segnaliamo in particolare i recapiti romani di tutte le Botteghe del Mondo dove potete trovare i prodotti del Commercio Equo e Solidale, tra cui ovviamente i palloni ad alta dignità:
La Verde Milonga - Via Flavio Stilicone, 166 00175 Roma tel./fax 06/7141728 e-mail comesrm@tin.it
Ass. cult. Salvador Allende - Via Frigento, 10 00177 Roma tel. 06/273177 e-mail allende@global-italianet.it
Pangea - Via Reno, 2d 00198 Roma tel./fax 06/84166000 e-mail pangea@iol.it
L'altromercato - Piazza R. Balsamo Crivelli, 44 00159 Roma tel. 06/4390689 e-mail md3808@mclink.it
Ass. cult. La tenda dei popoli - Via Mar Giallo 11, Ostia tel. 06/5682110 e-mail dario.barile@tlsoft.it
Ass. Mani Unite - Viale Mazzini, 67 01100 Viterbo (VT) Tel. 0761/321091 e-mail efumaro@pelagus.it
Moliendo Cafè - Via G. Chiabrera, 27 00100 Roma tel. 06/5402474
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