PALLONCINI COLORATI... O BATTERIA CONTRAEREA?
tragicommedia dell'assurdo in un atto (e 30 fotografie)
Scena: un giardino pubblico nel cuore di Roma, durante la parata del 2 giugno. Al centro del parco, nei pressi di una panchina, una bombola di elio e alcune buste di palloncini colorati.
Attori: 19 pacifisti (18 umani + un cane), un elicottero dei Carabinieri ed uno della Polizia, alcuni uomini della Digos, circa 20 uomini della Guardia di Finanza condotti da una responsabile della Questura, alcuni passanti ed altri attori minori.
Roma, 2 giugno 2004
Antefatto: anche quest'anno la Festa della Repubblica viene celebrata dalle Istituzioni tramite una parata militare, come se il 2 giugno fosse la giornata delle Forze Armate invece che la festa di una Repubblica democratica fondata sul lavoro, come recita il primo articolo della nostra Costituzione (che - per inciso - all'art. 11 parlerebbe anche di "ripudio della guerra").
Per questo motivo, un gruppo di pacifisti di varia estrazione si dà appuntamento - in puro stile carbonaro tipico di terroristi e malfattori - per la mattina del 2 giugno, con l'intento di rendere visibile anche la voce di chi vuole festeggiare la Repubblica senza riconoscersi in una sfilata di uomini armati e mezzi militari.
Luogo dell'appuntamento: villa Aldobrandini, un rettangolo di verde incastonato tra la Banca d'Italia e i contrafforti da cui parte Via Nazionale. Un sito quindi defilato ma al tempo stesso immediatamente a ridosso delle vie percorse dalla parata militare, perfidamente individuato dalla mente diabolica dei pericolosi malviventi di cui state per leggere le bieche mosse.
Intento dell'azione criminosa: innalzare alcune decine di palloncini di tutti i colori dell'arcobaleno della Pace, librando in aria con essi anche una sfilza di bandiere iridate. Insomma, roba grossa.
Svolgimento dei fatti: la losca attività di un gruppo di diciotto persone + un cane, che armeggiano attorno ad una bombola di elio gonfiando palloncini, naturalmente non passa inosservata al vigile occhio degli elicotteri eroicamente impegnati nella ricognizione del territorio cittadino. Inevitabile quindi che, quando i pacifisti hanno gonfiato ormai una quarantina di palloncini, prima alcuni uomini della Digos intervengano ad identificare i presenti, ed immediatamente dopo un nutrito reparto della Guardia di Finanza irrompa sul posto, accerchiando il gruppo con la strategia di chi sorprende una banda di pericolosi contrabbandieri o di terroristi di Al-Qaeda, e prendendo il controllo del materiale (i palloncini) con la solennità di chi scova una partita di droga pesante o di combustibile nucleare. Insomma, altro che le fiction italiane su distretti di polizia e squadre speciali, qui si fa sul serio: un'operazione anti-terrorismo in piena regola.
L'unico del gruppo di pacifisti a prendere in contropiede la manovra di accerchiamento è naturalmente il cane, che corre festante incontro ai finanzieri, con l'aria eccitata e scanzonata di chi è capitato in una festa sempre più vivace ed affollata (a che pro, del resto, tutti quei palloncini colorati?) e accorre a salutare i nuovi arrivati.
Ma se l'affettuosa accoglienza del quadrupede viene ricambiata dai finanzieri con carezze e scambi di pigne e bastoncini, ben meno piacevole è l'atteggiamento riservato agli altri 18 pacifisti, cui viene fermamente contestato il reato di "manifestazione non autorizzata" ed intimato di sbaraccare tutto ed abbandonare il luogo del misfatto per seguire le forze dell'ordine al più vicino posto di polizia. Alcuni finanzieri iniziano anche a distruggere il frutto di tanto lavoro, facendo scoppiare uno ad uno i palloncini (per loro fortuna pieni di elio, e non di gas nervino, altrimenti sai che autogoal?), sono attimi tra il comico ed il drammatico e non mancano momenti di tensione, che in altre circostanze avrebbero forse fatto precipitare la situazione. L'atteggiamento nonviolento cui i pacifisti si attengono è però una miscela di pazienza ed ostinazione, per cui la situazione finalmente si incanala verso il dialogo.
I malcapitati rispondono negando il reato contestato, giacché tenere palloncini colorati in un giardino pubblico non può essere considerata una attività illecita né equiparabile ad una manifestazione. Questa risposta coglie un po' di sorpresa i tutori dell'ordine, che attivano una serie di frenetici contatti via radio con la Questura e le altre postazioni di comando strategico attive sul territorio della Capitale (è bello sapere che c'è chi vigila sempre sulla sicurezza dei cittadini, occupandosi di così seri rischi per la pubblica incolumità). Il responso finale delle drammatiche consultazioni ("pronto, ho qui 18 persone dotate di palloncini"...) conferma l'interpretazione sostenuta dai pacifisti, a condizione però che i palloncini non prendano il volo, nel qual caso si pone il problema dell'invasione di spazio aereo (sic), con rischio di serie conseguenze (testuale) per gli aerei militari impegnati a sfilare a bassa quota nei cieli di Roma per prendere parte alla parata. Preso atto della sorprendente rivelazione che una busta di palloncini variopinti, del costo di circa 1 euro, costituisca una terribile arma contro i supercaccia Eurofighter, le Frecce Tricolori, e gli altri avanzatissimi e costosissimi aerei da guerra partoriti dalla tecnologia militare d'avanguardia, i pacifisti rassicurano le forze dell'ordine, promettendo che maaaaaaai e poi mai metteranno a rischio l'incolumità dei valorosi piloti militari dello Stato Italiano, e spiegando che l'intenzione era quella di limitarsi a tenere i palloncini sollevati a qualche metro da terra, ancorati alla terraferma tramite un solido gomitolo di spago. Insomma, quel tanto che basta per mettere in scena un atto simbolico, e poi ce ne andiamo tutti a casa.
Chiarito questo, e quindi stemperata l'iniziale tensione, tra il manipolo di pacifisti e la responsabile della Questura si accende però una serrata trattativa, riguardante due punti di sostanziale importanza: primo, l'altezza massima a cui saranno fatti salire i palloncini (dal verbale ufficioso della discussione: "lo vede quel pino? ecco, facciamo che arriviamo fino alla sommità" - "non se ne parla, al massimo fino a metà cipresso"... ecc.); secondo, su come possono le Forze dell'Ordine fidarsi della parola dei pacifisti, ed escludere l'eventualità di una astuta ed infida strategia da parte di questi ultimi, che potrebbero alfine mollare a tradimento la presa dei palloncini, rompendo gli ancoraggi e trasformando così degli innocui grappoli variopinti in pericolosa batteria contraerea, lanciata a sfrecciare irreversibilmente sulla verticale, come un missile a testata nucleare, contro i mezzi militari di passaggio in cielo.
Vuoi o non vuoi, alla fine si trova l'accordo: a reggere i palloncini non saranno i pacifisti, ma i finanzieri!
E così, come ben visibile nel servizio fotografico sottostante, è andata a finire che una ventina di baldi giovani in divisa, equipaggiati di tutto punto con manganelli, armi nella fondina ed ammenicoli vari, si trovino a reggere ciascuno un grappolo di palloncini variopinti, sospingendo finalmente in aria il lenzuolo di bandiere della Pace ad essi legato.
Va detto che la troupe del TG1, nel frattempo sopraggiunta sul posto, ha inizialmente avuto qualche problema per riuscire a riprendere la scena, a causa dell'attacco di risate che ha colto il cameramen.
Il doveroso applauso finale ha infine chiuso una mattinata al limite del tragicomico, che ha seriamente testato l'efficienza della straordinaria macchina di intelligence e di ordine pubblico mobilitata per scongiurare attentati e violenze nel giorno della Festa della Repubblica: non c'è che dire, le tasse degli italiani sono sicuramente impiegate al meglio, se trenta uomini tra Digos e Guardia di Finanza, allertati dalla vigilanza di 2 elicotteri, vengono utilizzati per una intera mattinata in una vasta operazione anti-terrorismo di sesquipedale importanza, al fine di... scongiurare un lancio di palloncini!
"Non scampa tra chi veste da parata, chi veste una risata"
(F. Guccini, 1976)
(clicca sulle immagini per ingrandirle)
ore 09.30 - Raggiunto il luogo prescelto, si iniziano a gonfiare i palloncini ed a comporli in grappoli variopinti come l'arcobaleno della Pace.
ore 09.40 - Un palloncino ci sfugge incautamente di mano e sfreccia verso il cielo, rivelando la nostra presenza ai due elicotteri delle Forze dell'Ordine che sorvolano i paraggi. I due mezzi - nella più classica scena alla "Apocalipse Now" - sbucano all'istante da dietro un palazzo ed iniziano a volteggiare minacciosamente sopra di noi. Ci hanno scovato, accidenti, e capiscono che in quel giardinetto ai piedi di via Nazionale c'è in ballo qualcosa di grosso. Dopo 5 minuti netti, un nutrito reparto di uomini della Guardia di Finanza irrompono sulla scena ed operano una veloce manovra di accerchiamento, con l'aria di chi sta effettuanto un retata di pericolosi narcotrafficanti.
ore 10.00 - Contestandoci il reato di "manifestazione non autorizzata" e comunicandoci l'intenzione di condurre tutti in ufficio, i finanzieri prendono scaltramente il controllo del pericoloso materiale sovversivo (leggasi i palloncini già gonfiati), incuranti delle nostre rimostranze. Mentre alcuni uomini della Digos ci prendono gli estremi dei documenti, i finanzieri, sotto gli ordini della responsabile della Questura (di spalle nella penultima foto), iniziano a far scoppiare i palloncini: sono attimi di tensione, chiediamo di ragionare prima di procedere in modo così irruento ed esagerato.
ore 10.30 - I frenetici contatti via radio con la Questura confermano che la contestazione di presunta "manifestazione non autorizzata" non regge, anzi fa proprio ridere, e non possono impedirci di gonfiare palloncini e tenerli in mano in un giardino pubblico. Ci restituiscono quindi il controllo del materiale, ma con la precisazione che se i palloncini si alzeranno in volo andremo incontro al clamoroso reato di "invasione di spazio aereo", rischiando addirittura di incorrere in quello di "procurato disastro aereo" nel caso di malaugurata collisione tra i nostri oggetti volanti e i mezzi militari impegnati ad eseguire gli svolazzi a bassa quota nel cielo di Roma. Siamo quindi avvertiti che ci conviene tenere i temibili palloncini saldamente "frenati" (testuale) al suolo. Accettiamo la condizione, e sotto il vigile occhio dei finanzieri ricominciamo ad approntare i grappoli di palloncini con le bandiere della Pace che - controllando tipo aquilone tramite un gomitolo di spago - intendiamo far librare in aria a qualche metro dal suolo. Ma si pone un problema: come possono i tutori dell'ordine fidarsi di un manipolo di scapestrati, ed escludere che noialtri siamo in realtà intenzionati a mollare la presa sul più bello, disposti a finire in galera per tutta la vita pur di abbattere un supercaccia Eurofighter a colpi di palloncino?
ore 10.45 - Alla fine l'angoscioso dilemma trova un'arguta soluzione: a sollevare ed a reggere i palloncini non saremo noi, ma lo faranno i finanzieri al posto nostro! Ecco quindi che l'intero apparato di palloncini e bandiere viene affidato agli uomini in divisa, che lo posizionano nel punto convenuto e maneggiano sapientemente i cavi finché finalmente il tutto inizia a librarsi in aria, senza rischio di sfuggire verso il cielo e di tramutarsi in una terribile batteria contraerea.
ore 11.00 - I preziosi aerei da guerra dell'aviazione militare italiana sono salvi, e possono continuare a sfilare nel cielo di Roma senza pericolo di collisione con la nostra temibile batteria di palloncini colorati, rimasta fermamente ancorata al suolo sotto il valoroso controllo delle Forze dell'Ordine. Con una doverosa foto di gruppo termina la mattinata della pericolosa falange terrorista di cui avete appena letto le terribili gesta. Tremate aviazioni di tutto il mondo, i gonfiatori di palloncini sono ancora a piede libero...
“SE TRENTA PALLONCINI METTONO IN CRISI LA NOSTRA AEREONAUTICA MILITARE…”
Roma, 2 Giugno 2004
“Le nostre Forze Armate, malgrado vogliano mostrare con la parata molta efficienza, sono proprio messe male se la sicurezza del volo degli aerei militari può essere messa in pericolo da una trentina di palloncini da 35 centimetri”. E’ quanto hanno dichiarato Massimo Paolicelli e Filippo Thiery, rispettivamente Presidente nazionale e segretario romano dell’Associazione Obiettori Nonviolenti che stamane hanno partecipato all’iniziativa di Villa Aldobrandini insieme a militanti di Lilliput, Arci, Gruppo di Azione Nonviolenta ed altre associazioni pacifiste.
“Dietro alla facciata della parata militare - proseguono Paolicelli e Thiery - c’è una amara verità che non verrà mai detta agli italiani: per le nostre Forze Armate si spendono molti soldi del contribuente per avere una efficienza molto bassa. Quest’anno per la difesa si spendono 19.670 milioni di euro ai quali vanno aggiunti 1.200 milioni destinati alle missioni. Il costo dei 121 Eurofighter, caccia che oggi per la prima volta ha sorvolato i cieli di Roma, è di 10 miliardi di euro. Viene da chiedersi quanti militari potranno andare in guerra con tuta ignifuga, con l’elmetto con mini pc ed i visori notturni, quando oggi molti militari partono per le missioni con molte carenze di attrezzatura ordinaria, come tragicamente dimostrato dai molti militari colpiti dagli effetti dell’uranio impoverito in diverse missioni. A cosa servono 190.000 uomini, conto nel quale non rientrano i carabinieri - quarta forza armata - quando per l’impegno principale - le missioni all’estero - sono impiegati 10.000 uomini?
La tragica realtà è che ancora oggi c’è chi pensa che il prestigio internazionale si valuta in base ai muscoli che si riescono a mostrare e per questo si riesumano arcaiche ed anacronistiche tradizioni come le parate militari, iniziative che - concludono Paolicelli e Thiery - anche esse hanno dei costi rilevanti”.
Associazione Obiettori Nonviolenti
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