PARATA MILITARE? NO GRAZIE!
2 GIUGNO 2004: FESTA DELLA REPUBBLICA, NON DELLE FORZE ARMATE
PALLONCINI COLORATI... O BATTERIA CONTRAEREA?
Roma, 2 giugno 2004. Una pericolosissima azione è stata attuata da un gruppo di pacifisti, che in pieno Centro Storico - a ridosso delle vie percorse dalla parata militare - hanno gonfiato ed innalzato alcuni grappoli di palloncini con i colori dell'arcobaleno. Le Forze dell'Ordine prontamente intervenute si sono adoperate affinché tali rischiosissimi oggetti volanti - tipici strumenti di azione terroristica - rimanessero saldamente ancorati alla terraferma. Se avessero preso il volo, infatti, avrebbero costituito un serio "pericolo per il traffico aereo" (testuale!), rischiando rovinose collisioni con i supercaccia Eurofighter, le Frecce Tricolori, e gli altri i mezzi aerei impegnati a sfilare nobilmente nei cieli di Roma.
Pare quindi che una busta di palloncini variopinti, del costo di circa 1 euro, costituisca una terribile arma contro i più avanzati aerei da guerra che la tecnologia militare d'avanguardia abbia finora prodotto.
A saperlo prima, che l'aviazione che ha bombardato in lungo e il largo la ex-Jugoslavia, l'Afghanistan e l'Iraq poteva essere neutralizzata mediante un banale lancio di palloncini colorati!
Andate a scorrere il racconto fotografico di questa esilarante mattinata, che ha visto un elicottero dell'Arma dei Carabinieri e circa 30 unità speciali (tra uomini della Digos e della Guardia di Finanza) impegnati in una delicatissima operazione anti-terrorismo, tesa a contenere l'azione dei 19 pacifisti (18 umani + un cane) pericolosamente armati di palloncini (ops, volevo dire di micidiali mezzi di contraerea) e di altrettanto temibili bandiere iridate.
“SE TRENTA PALLONCINI METTONO IN CRISI LA NOSTRA AEREONAUTICA MILITARE…”
Roma, 2 Giugno 2004
“Le nostre Forze Armate, malgrado vogliano mostrare con la parata molta efficienza, sono proprio messe male se la sicurezza del volo degli aerei militari può essere messa in pericolo da una trentina di palloncini da 35 centimetri”. E’ quanto hanno dichiarato Massimo Paolicelli e Filippo Thiery, rispettivamente Presidente nazionale e segretario romano dell’Associazione Obiettori Nonviolenti che stamane hanno partecipato all’iniziativa di Villa Aldobrandini insieme a militanti di Lilliput, Arci, Gruppo di Azione Nonviolenta ed altre associazioni pacifiste.
“Dietro alla facciata della parata militare - proseguono Paolicelli e Thiery - c’è una amara verità che non verrà mai detta agli italiani: per le nostre Forze Armate si spendono molti soldi del contribuente per avere una efficienza molto bassa. Quest’anno per la difesa si spendono 19.670 milioni di euro ai quali vanno aggiunti 1.200 milioni destinati alle missioni. Il costo dei 121 Eurofighter, caccia che oggi per la prima volta ha sorvolato i cieli di Roma, è di 10 miliardi di euro. Viene da chiedersi quanti militari potranno andare in guerra con tuta ignifuga, con l’elmetto con mini pc ed i visori notturni, quando oggi molti militari partono per le missioni con molte carenze di attrezzatura ordinaria, come tragicamente dimostrato dai molti militari colpiti dagli effetti dell’uranio impoverito in diverse missioni. A cosa servono 190.000 uomini, conto nel quale non rientrano i carabinieri - quarta forza armata - quando per l’impegno principale - le missioni all’estero - sono impiegati 10.000 uomini?
La tragica realtà è che ancora oggi c’è chi pensa che il prestigio internazionale si valuta in base ai muscoli che si riescono a mostrare e per questo si riesumano arcaiche ed anacronistiche tradizioni come le parate militari, iniziative che - concludono Paolicelli e Thiery - anche esse hanno dei costi rilevanti”.
Associazione Obiettori Nonviolenti
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"PONTI DI PACE"
Il 2 giugno 2004, mentre ai Fori Imperiali le Istituzioni celebravano la Festa della Repubblica con l'ennesima parata all'insegna della più pomposa (e costosa) retorica patriottico-militare, le associazioni e i cittadini aderenti al Comitato "ROMACITTAPERTALLAPACE" circondavano simbolicamente il centro di Roma con gesti e segni di Pace e di opposizione alla guerra, animando in particolare i ponti sul Tevere con esposizione di bandiere iridate, lanci di fiori nel fiume in memoria delle vittime della guerra, momenti musicali e teatrali. Alle ore 11.00, su tutti i ponti è stato simultaneamente inscenato l'effetto di un bombardamento, con il suono di una sirena ad accompagnare lo stendersi al suolo di tutti i presenti. Cliccate per vedere alcune immagini della mattinata trascorsa dalle associazioni pacifiste sul fiume di Roma.
LE VOLONTARIE E I VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE: PARATA MILITARE? AVREI UN'OBIEZIONE!
Anche quest'anno la Festa della Repubblica del 2 giugno è stata celebrata solo con una parata militare, ed anche quest'anno (come già avvenuto nel 2003) sono state inserite nel lungo serpentone di militari alcune volontarie in servizio civile.
Con il comitato nazionale "Fermiamo la guerra", fin dal 18 maggio abbiamo inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica, chiedendogli di annullare la parata per l'ovvia contraddizione con quello che sta avvenendo in Iraq.
Come Associazione Obiettori Nonviolenti, abbiamo inoltre deciso di intervenire, nello specifico, sulla presenza nella parata militare di una rappresentanza di volontarie in servizio civile, che ci appare come il segnale di una pericolosissima omologazione. Abbiamo dapprima lanciato il sottostante appello, per dar voce al dissenso di molte ragazze e ragazzi in servizio civile, che non si sentono rappresentate da chi, senza consultarle, ha deciso che alcune di loro devono marciare a fianco dei militari.
A seguito delle firme e delle adesioni che tale appello ha raccolto, abbiamo poi scritto una nuova lettera al Capo dello Stato, che riportiamo immediatamente più sotto, per rendergli note le tante voci che, tra le volontarie ed i volontari del Servizio Civile, si sono dissociate dall'idea di veder rappresentate la propria scelta e le proprie motivazioni all'interno di una esibizione militare.
2 GIUGNO - FESTA DELLA REPUBBLICA
PARATA MILITARE? AVREI UN'OBIEZIONE!
Al prof. Carlo Azeglio Ciampi
Presidente della Repubblica
Quirinale - Roma
Il 2 giugno è la festa della Repubblica. Una “Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione, che, inoltre, all’articolo 11 afferma: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Per questo pensiamo che sia inopportuno festeggiare la Repubblica con una parata militare.
In questo modo si tengono fuori tutti quegli uomini e donne italiani che rendono grande questa Repubblica senza imbracciare un fucile. Inoltre ostentare e far sfilare le armi in un momento internazionale tragico e delicato come questo ci sembra alquanto stonato.
In Iraq è in corso una guerra preventiva che si pone fuori dal diritto internazionale e ci sembra che le nostre Forze Armate ormai sono assimilate alle altre forze militari occupanti del paese in quella che è una guerra e che quindi pone la missione italiana fuori dall’articolo 11 della Costituzione.
Il servizio civile, concorre alla difesa del paese, ma si pone come alternativo alla difesa in armi.
Con il servizio civile vogliamo ricostruire quei ponti di dialogo tra popoli, etnie, religioni ed uomini che la furia del terrorismo e delle guerre vogliono distruggere.
Per questo come volontaria/o in servizio civile il prossimo 2 giugno dichiaro la mia indisponibilità a partecipare alla parata militare, e mi dissocio dall’idea di far sfilare i volontari in servizio civile in una parata militare.
(seguono nominativi delle adesioni pervenute)
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Roma, 31 Maggio 2004
Prof. Carlo Azeglio Ciampi
Presidente della Repubblica
Quirinale, Roma
Illustre Signor Presidente,
ci rivolgiamo a Lei per chiedereLe di non far sfilare le volontarie in servizio civile durante la parata militare del prossimo 2 giugno. Questo in attesa che il prossimo anno, anche se auspichiamo che non ci siano più parate militari, tale decisione venga presa sentendo le dirette interessate. Infatti nel giro di pochissimi giorni sono arrivate centinaia di adesioni all’appello lanciato dalla nostra associazione che chiedeva alle ragazze ed ai ragazzi volontari in servizio civile di dichiarare “la propria indisponibilità a partecipare alla parata militare” ed a dissociarsi “dall’idea di far sfilare i volontari in servizio civile in una parata militare”. Tale adesione ci fa pensare che la maggioranza dei volontari sia contraria, e che quindi tale decisione non può passare sopra le teste dei giovani per decisione dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, in accordo con alcuni enti che “utilizzano” volontari, per giunta non rappresentativi di tale mondo.
Come Presidente di tutti gli italiani ci auguriamo non avvalli delle scelte che potrebbero creare proprio tra i giovani delle profonde lacerazioni nel rapporto con le Istituzioni. Per questo Le rinnoviamo la richiesta di dare al servizio civile un segnale di attenzione che non sia una omologazione alle forze armate, a maggior ragione in questo tragico momento storico in cui c’è una forte spaccatura nel paese sul rispetto dell’articolo 11 della Costituzione. Una recente indagine demoscopica ha sottolineato che il 63% degli italiani ritiene che “le guerre sono sempre sbagliate”, come d’altronde dimostrato dalle milioni di bandiere della pace che ancora colorano le nostre città e dalle milioni di persone scese in piazza nelle varie manifestazioni nazionali, ma anche nelle miriadi di mobilitazioni locali.
La invitiamo sempre il 2 giugno a venire a visitare un centro dove svolgono servizio civile le volontarie o gli obiettori di coscienza. In questo contesto ci farebbe piacere consegnarLe le firme raccolte sull’appello a Lei destinate.
Le inviamo i nostri più deferenti saluti di pace
Massimo Paolicelli (Presidente Associazione Obiettori Nonviolenti)
Enrico Maria Borrelli (Portavoce Associazione Obiettori Nonviolenti)
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Coordinamento ROMACITTAPERTALLAPACE
La guerra continua ad aggiungere orrore ad orrore, in una escalation che pare senza fine e che coinvolge ormai pienamente la missione italiana.
In questo quadro sempre più drammatico si colloca la visita di Bush, invitato dal Governo Italiano a celebrare l'anniversario della Liberazione di Roma il 4 giugno.
L'invito a Bush in Italia non è fatto in nome del popolo italiano che ripudia la guerra, la logica del terrore e le torture. Bush non è degno di celebrare le migliaia di cittadini statunitensi che hanno perso la vita nella lotta al nazifascismo.
Il coordinamento ROMACITTAPERTALLAPACE invita i cittadini e le cittadine a dare vita ad una mobilitazione straordinaria, che favorisca la più ampia partecipazione popolare e la massima espressione di opposizione alla guerra. a partire dal 2 giugno, con iniziative nelle scuole, nelle piazze, nei posti di lavoro, veglie, raccolte di firme, manifestazioni nei municipi.
Il coordinamento ROMACITTAPERTALLAPACE invita il popolo romano a disertare la parata militare del 2 giugno. Non è tempo di parate, è tempo di esprimere dolore e rispetto per le vittime di guerra e per dire basta ad altre morti.
QUATTRO GIORNATE A ROMA PER LA PACE:
28 MAGGIO - ore 18
presso la CASA DELLE CULTURE - via S. Crisogono 45 (piazza Sonnino)
ASSEMBLEA-DIBATTITO SU “SITUAZIONE IN IRAQ e INIZIATIVE DEL MOVIMENTO DELLA PACE”
con contributi e comunicazioni sullo stato della guerra in atto, sugli aspetti della privatizzazione del paese, sugli interessi economici italiani dall’Eni alle imprese di subappalti ,sulle trasformazioni degli apparati militari Usa e degli alleati.
2 GIUGNO - mattina PONTI DI PACE
PONTE MILVIO - PONTE SANT’ANGELO - PONTE SISTO – PONTI DELL’ISOLA TIBERINA
Organizzazione di “ponti tematici” sui ponti pedonali con eventi di comunicazione, teatro di strada, musica , raccolta firme petizione popolare per ritiro truppe italiane da Iraq e per il rispetto dell’art.11 della Costituzione, lancio palloncini e mongolfiere con messaggi di pace, suoni di sirene e clacson coordinato alle ore 11.00, imbandieramento di pace dei ponti intermedi.
4 GIUGNO GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE STRAORDINARIA:
- Nella mattinata iniziative diffuse, organizzate da diverse reti e organizzazioni, per permettere alla cittadinanza di esprimere nel modo più ampio possibile l'opposizione a Bush e alla guerra.
- Alle ore 16.00, MANIFESTAZIONE NAZIONALE, con un corteo pacifico e di massa, da Piazza Esedra a Porta San Paolo.
- Dalle ore 19.00 e per tutta la serata, MEETING POPOLARE a Porta San Paolo, con musica, teatro, interventi, iniziative simboliche sulla opposizione alla guerra, il rifiuto del terrore, la richiesta del ritiro delle truppe, il sostegno all'altra America, la denuncia delle torture e delle violazioni dei diritti umani.
6 GIUGNO - mattina FESTA DI PIAZZA A TRASTEVERE PER L’APERTURA DELLA CASA DELLA PACE A ROMA
(PIAZZA MASTAI ORE 10.00-13.00)
Il coordinamento ROMACITTAPERTALLAPACE invita inoltre il popolo della Pace ad esporre di nuovo e in massa le BANDIERE DELLA PACE alle finestre, ed a testimoniare il dolore per tutte le vittime di questa sporca guerra accendendo un LUME DI PACE sul proprio davanzale nella notte tra il 4 ed il 5 giugno.
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FESTA DELLA REPUBBLICA: IL COMITATO "FERMIAMO LA GUERRA" CHIEDE AL PRESIDENTE CIAMPI DI SOSPENDERE LA PARATA MILITARE
Roma, 18 Maggio 2004
Prof. Carlo Azeglio Ciampi
Presidente della Repubblica
Quirinale, Roma
Illustre Signor Presidente,
è in atto un'occupazione militare dell'Iraq, che sta provocando morti e
distruzioni, dopo quelle causate dalla guerra iniziata unilateralmente dal
governo Bush un anno fa.
Nessuno può oggi sostenere che in Iraq gli eserciti, compreso quello
italiano, stiano compiendo una missione di pace.
Il 2 giugno è l'anniversario della Repubblica, che, nata dopo le tragiche
esperienze della Seconda guerra mondiale e grazie alla Resistenza
antifascista, ha tra i suoi principi fondamentali il ripudio della guerra,
violato a nostro giudizio dalla partecipazione di truppe italiane a quella
che è di nuovo una guerra scaturita dalla occupazione militare dell'Iraq.
In queste giornate segnate dal lutto, lo svolgimento della parata militare
del 2 giugno sarebbe vissuto come esaltazione della forza delle armi,
mentre andrebbe, proprio ora, riaffermato che la Repubblica italiana ha come suo
precetto costituzionale il ripudio della guerra "come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali", secondo il dettato dell'articolo 11
della Costituzione.
Certi della Sua sensibilità per questi drammatici temi, confidiamo in un
segno che le cittadine e i cittadini del nostro Paese accoglierebbero come
l'impegno del Presidente della Repubblica, Comandante delle Forze armate,
perché si ponga fine alla partecipazione delle truppe italiane
all'occupazione militare e agli eventi bellici in Irak, e per perseguire
la pace e la giustizia tra i popoli in quella martoriata regione del mondo.
Con i nostri deferenti saluti
Il Comitato "Fermiamo la guerra"
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da il manifesto del 25 maggio 2004
Parata militare
di Gabriele Polo
Chissà a chi venne in mente di trasformare la festa della Repubblica in una parata militare? Non ce n'era alcun motivo. Il 2 giugno era frutto di un voto popolare che raccogliendo le energie della resistenza e, cacciando i Savoia, aveva bocciato per sempre la guerra. Per di più le gerarchie militari di allora erano prevalentemente monarchiche: perché esibire fucili e cannoni per festeggiare la liberazione dall'istituzione che ne era l'azionista di riferimento? Forse si cercava una tregua o un equilibrio tra gli apparati di un nuovo stato che del tutto nuovo non era, che riciclava prefetti, poliziotti e burocrati fascisti, teneva al loro posto generali monarchici, concentrava lo spirito repubblicano nella politica e in Parlamento. Così le mostrine ebbero una festa in più, marciando sul palcoscenico del vecchio regime, dai Fori imperiali fin sotto il balcone di piazza Venezia. Un'esibizione di armi e armati, ogni anno, fino a quando il rivolgimento degli anni Settanta fece capire che quella parata era diventata incompatibile con la società italiana e non rappresentava la Repubblica. Cancellando la sfilata di armati o derubricandola a evento periferico. Però in questo paese tutto ritorna, spesso nella versione peggiore. Le ultime parate del 2 giugno sono progressivamente precipitate sempre più in un rigurgito del patriottismo peggiore, quello che obnubila le menti e tanto eccita l'attuale inquilino del Colle. Un alibi per gli esercizi di piccola potenza mondiale che costituiscono la cultura del centro-destra, un handicap per un centro-sinistra che trema di fronte all'accusa di disfattismo. Pazienza, potremmo anche far finta di nulla, lasciare Roma per un giorno ai militari e aggrapparci al 25 aprile (finché c'è). Ma la prossima parata esibirà le armi di un esercito in guerra, raccoglierà gli istinti primari dell'«indietro non si torna», farà sfilare l'ipocrisia di chi spara - uccide ed è ucciso - in «nome della pace». Un festival di retorica, di falsa potenza, totalizzante al punto che anche i vigili urbani vogliono esserci, forse per non sentirsi esclusi dall'amor patrio.
E' sempre stato di cattivo gusto affidare la memoria della Repubblica ai cannoni; tanto più oggi mentre è in corso una macelleria cui l'Italia partecipa da protagonista. L'ordine e le regole di una parata fanno a pugni con il disordine di una guerra in cui tutto è permesso, di cui i civili e la civiltà sono le principali vittime: come si conciliano le divise tirate a lucido con la polvere irachena? i corpi impettiti che sfilano con quelli straziati da proiettili ed elettrodi? le teste marziali degli ufficiali con quelle mozzate da una mannaia? Le due facce della guerra non sono mai state così contraddittorie, la retorica non è mai apparsa tanto vuota come di fronte all'orrore quotidiano del conflitto permanente.
La parata del prossimo 2 giugno sarà un esercizio di propaganda, una provocazione antiumanitaria, parlerà la lingua del comando militare che si impone a ogni ragionamento politico, sarà un regalo a un governo in difficoltà e tradirà una volta di più lo spirito della Repubblica e dell'articolo 11 della sua Costituzione. Sarebbe un bene non farla, sarà un atto civico contestarla. E se proprio sfilata ci deve essere che abbia altro luogo e altri protagonisti: da via Tasso alle Fosse Ardeatine, con i resistenti di allora e quelli di oggi, le persone e le associazioni che nella grande guerra mediorentale portano ogni giorno una pratica di pace e solidarietà. Ci potrebbero trovar posto anche i vigili urbani.
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