Roma, 2 giugno 2001 Per aver distribuito alla folla, lungo il percorso della parata militare, l'adesivo riprodotto qui sopra, Massimo Paolicelli e Filippo Thiery, rispettivamente presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti e segretario del Coordinamento romano Obiettori di Coscienza, sono stati fermati, identificati, trattenuti per oltre due ore (il primo al Commissariato di Polizia di Campo Marzio, il secondo nella caserma dei Carabinieri di Piazza Venezia), e infine rilasciati. Tutto questo per essere stati colti ad effettuare un libero volantinaggio con cui intendevano portare all'attenzione dei cittadini quanto sia vergognoso ed anacronistico festeggiare una Repubblica democratica con una sfilata militare. Un trattamento, quello riservato dalle forze dell'ordine ai due attivisti, degno forse d'una dittatura sudamericana, non di uno Stato la cui Costituzione garantisce libertà di pensiero e di espressione.
"Quello che volevamo dire - hanno spiegato gli obiettori - è che il 2 giugno non è la festa delle Forze Armate, ma è la festa di una Repubblica fondata sul lavoro, ed è inaccettabile farla coincidere con una giornata dedicata all'esaltazione dello strumento militare. Riteniamo che nel terzo millennio siano ben altri i valori da esaltare e mostrare con orgoglio quando si tratti di celebrare la propria identità di Paese democratico: non la propria potenza militare, bensí l'impegno ad adoperarsi per la crescita sociale e culturale della nazione, per i diritti umani e per combattere le ingiustizie e gli squilibri che segnano la nostra società e il nostro pianeta. Anziché mostrare i muscoli, si dovrebbero festeggiare e ringraziare tutti gli uomini e le donne impegnati a vario titolo a far crescere nel paese i valori della pace, della giustizia sociale e della solidarietà. E invece, partita in sordina con l'annuncio di una sorta di sfilata storica, piano piano la manifestazione si è arricchita di presenze pesanti: dai marines ai 60 tra aerei ed elicotteri, tra cui il Tornado, fino ai carri armati. Consideriamo poi grave la scelta di destinare un palco agli studenti romani: abbiamo difficoltà a comprendere cosa abbiano di spettacolare o di formativo pericolosi strumenti di morte come i caccia Tornado o i carri armati. La metà dei giovani italiani poi sceglie l'obiezione di coscienza. Loro sono esclusi dai festeggiamenti?".
Nel pomeriggio una delegazione di associazioni di obiettori ed enti di servizio civile è stata ricevuta da Francesco Rutelli, che ha sottolineato la pari dignità nel concorso alla difesa del Paese delle Forze Armate e del Servizio Civile degli obiettori di coscienza.
da il manifesto del 3 giugno 2001:
Ore 9.15 di ieri circa, via dei Fori Imperiali. La controparata finisce ancora prima che inizi la parata vera e propria. Un gruppo di obiettori di coscienza, capeggiati dal presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti, Massimo Paolicelli, vengono fermati da alcuni poliziotti mentre distribuiscono vignette adesive del noto sovversivo Vauro Senesi, meglio conosciuto come Vauro, disegnatore satirico del manifesto. La vignetta raffigura la colomba della pace con tanto di commento "La parata? Una gran rottura di uova". Comunque, lo stesso Paolicelli e il segretario romano dell'associazione Filippo Thiery vengono portati in commissariato l'uno, in una caserma dei carabinieri l'altro, identificati e poi rilasciati. Il messaggio è chiaro: non si disturba il manovratore, specie se di fronte hai il segretario della Nato George Robertson e un po' di altri ospiti stranieri, del tipo militari della Kfor (la forza di intervento in Kosovo) e aitanti marines americani. Vale per ieri e varrà tra poco più di un mese a Genova, per il G8.
(ANSA) ROMA, 2 GIUGNO 2001 - Due obiettori di coscienza sono stati fermati dalle forze di polizia mentre distribuivano del materiale contro la parata militare in via dei Fori imperiali: sono stati condotti in caserma, identificati e subito dopo rilasciati. Lo ha reso noto uno dei due identificati, Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione obiettori non violenti. "Con altri obiettori, in diverse zone dei Fori - spiega Paolicelli - stavamo distribuendo ai cittadini un adesivo con la scritta 'Repubblica sì, militari no - 2 giugno: festa della Repubblica non delle Forze armate' ed una vignetta di Vauro contro la parata. Carabinieri e polizia, in due posti diversi, hanno fermato me e il segretario delle sede di Roma dell'associazione, Filippo Thiery. Ci hanno portato nelle rispettive caserme e ci hanno identificato, rilasciandoci un paio d'ore dopo. A Thiery hanno restituito il materiale che stavamo distribuendo, nel mio caso l'hanno invece trattenuto". Gia' nei giorni scorsi l'Associazione Obiettori Nonviolenti aveva criticato la parata militare, proponendo di destinare i fondi necessari per organizzare l'evento a progetti di cooperazione internazionale. Gli obiettori avevano quindi chiesto la sospensione della sfilata e, agli studenti invitati a partecipare, avevano chiesto di disertare la manifestazione, dichiarando la loro "obiezione alla parata".
Leggete l'editoriale del Coordinamento romano OdC pubblicato il 4 giugno 2001 dal portale e l'appello già lanciato l'anno precedente contro la decisione di Ciampi di ripristinare la parata militare per la Festa della Repubblica.
Riceviamo per conoscenza, e volentieri pubblichiamo in questa pagina, la seguente lettera inviata da un cittadino al presidente della Repubblica, a seguito della censura attuata nei confronti degli obiettori che distribuivano materiale pacifista durante la parata militare:
Spett.le Presidente Ciampi,
dalla lettura dei quotidiani di domenica 3 giugno ho appreso che, sabato 2 giugno mattina nei pressi della parata militare per la celebrazione della Festa della Repubblica, due rappresentanti di un movimento di obiettori di coscienza sono stati fermati dalle forze
dell'ordine nonché portati uno in un comissiariato di P.S., l'altro in una caserma dei Carabinieri al fine di essere identificati. Questo perché distribuivano volantini riportanti una vignetta del disegnatore
Vauro Senesi dissenziente sulla necessità di festeggiare in quel modo la Res Publica, identificandola solo ed esclusivamente con le sue
rappresentanze militari tramite lo svolgersi di un'inutile, retorica, tronfia e soprattutto terrificante parata di strumenti di morte.
La soppressione dell'elementare diritto di manifestare pacificamente il proprio dissenso per l'essere festeggiati sotto le insegne delle armi e della cultura militaresca rappresenta la degna conclusione di una giornata che ha umiliato il ruolo di cittadinanza rendondolo una mera esaltazione della violenza. Personalmente mi chiedo quali mai possano
essere le ragioni per cui la Repubblica non possa essere rappresentata almeno ANCHE da chi, spesso rifiutando la logica della armi che mai è portatrice di pace, si batte quotidianamente contro il degrado sociale e contro l'emarginazione dei tanti "diversi" (dai tossicodipendenti agli anziani, dai carcerati a quelli che, non avendo avuto la fortuna di nascere in Italia, qui da noi cercano il pane per sopravvivere,
dagli abitanti delle periferie ai loro "coinquilini" nomadi, dai portatori di handicapp a chi è costretto a vendere il proprio corpo a noi italiani, etc.). Mi sento di chiudere questa mia con una citazione, un passo di una lettera che Don Lorenzo Milani inviò ai Cappellani Militari:
"Non discuterò qui l'idea di Patria in sé, non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati ed oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto,
senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. e almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto."
Con rispetto,
Giuseppe Reitano
Obiettore di coscienza e cittadino del mondo
da il manifesto del 1 giugno 2001
Non è qui la festa
di MASSIMO PAOLICELLI (Presidente Associazione Obiettori Nonviolenti)
Girando in questi giorni per le strade di Roma, se non
fosse per il caldo torrido sembrerebbe di essere prossimi al 4
novembre. Il continuo passaggio di aerei militari e la mole di
soldati al lavoro lungo via dei Fori imperiali fanno pensare che
ci accingiamo a festeggiare la festa delle forze armate. Invece è
il 2 giugno, festa della repubblica, la data che segna il felice
passaggio del nostro paese dalla monarchia alla repubblica. Una
repubblica che, come ricorda la nostra Costituzione, è fondata
sul lavoro, riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo e ripudia la guerra. Allora perché festeggiarla con una
parata militare?
Apprezziamo lo sforzo che il nostro presidente Carlo Azeglio
Ciampi sta facendo per tenere saldo ed unito il nostro paese;
riesce tuttavia difficile capire perché l'asse portante di questo
impegno debbano essere le forze armate e, soprattutto, perché le
altre realtà vengano tenute fuori da questo processo. E' lo
stesso errore che ha portato recentemente l'Italia in guerra. Si
possono cambiare i nomi, chiamandole "forze militari di pace",
dicendo che quelle che fanno non sono guerre ma "missioni
umanitarie", la sostanza non cambia: si sottopone la soluzione di
una controversia alla legge del più forte e non a quella della
giustizia sapendo bene che una soluzione ottenuta con la forza è
destinata a fallire.
La legislatura che si è appena conclusa è stata una delle più
proficue per militari e generali. Sono stati attribuiti maggiori
poteri ai vertici, trasformati i carabinieri in quarta forza
armata, congelato l'obbligo di leva per trasformare le nostre
forze armate in uno strumento mercenario. C'è il varo di una
nuova portaerei da 4.000 miliardi e l'aumento delle spese
militari, che quest'anno hanno raggiunto la cifra record di
34.000 miliardi.
D'altra parte le parate servono anche a giustificare l'esistenza
stessa delle forze armate, presentando il loro volto "buono":
devono far dimenticare l'uranio impoverito delle bombe sulla ex
Yugoslavia, la morte del giovane Emanuele Scieri e dei tanti
altri militi ignorati, le violenze dei nostri soldati sulla
popolazione somala, la morte di Ilaria Alpi, Ustica, Casalecchio,
Cermis, il Canale d'Otranto. Le forze armate non sono solo
questo, ma fino a quando ci si limiterà a passarci sopra con i
fumi tricolore di alcuni aerei militari sarà difficile sentirsi
partecipi di questa festa della repubblica.
L'Italia s'è desta, parata in vista
di VAURO SENESI
Una sera sì una no capita sotto casa mia (abito a Roma,
vicino i Fori imperiali) un extracomunitario nero completamente
ubriaco che canta a squarciagola. Smentendo ogni luogo comune
sulla musica che i neri avrebbero nel sangue, il nostro è
terribilmente stonato (forse è geneticamente modificato),
comunque intorno a mezzanotte l'esibizione canora ha termine
perché arriva puntualmente una macchina delle forze dell'ordine a
portarlo via.
La notte tra il 30 e il 31 di maggio, verso l'una, grida selvagge
e hurrà a tremila megawatt mi rimbombano in casa. Stento a
credere siano del nero ubriaco: impossibile che abbia potenziato
a tal punto le sue capacità vocali e, soprattutto, impossibile
che le forze dell'ordine, così zelanti nel proteggere la quiete
dei cittadini, non se lo siano già portato via. Mentre medito, la
fanfara dei bersaglieri fa tremare i vetri delle mie finestre. E
così si svela l'arcano: non si tratta del nero ubriaco ma di
qualche generale dell'esercito, sicuramente altrettanto ubriaco,
che ha pensato bene di far provare gli altoparlanti per la parata
del 2 giugno alle 2 di notte e a tutto volume. Lo schiamazzo
notturno è un reato, quindi chiamo il 113: "Guardi, è
competenza dei vigili urbani. Chiami loro". Chiamo i vigili
urbani: "Hanno protestato in molti ma è di competenza
dell'esercito, chiami i carabinieri". Chiamo i carabinieri:
"...Ma è per la festa nazionale..." "Ho capito, ma è
la festa nazionale mica Capodanno!", "chiedo al
comandante resti in linea", "..." "il comandante dice che
non possiamo farci nulla, ci siamo coinvolti anche noi",
"e io che vorrei dormire cosa dovrei fare?", "domani
può fare un esposto", "a chi?", "ai
carabinieri", "sì, buonanotte!". Buonanotte un cazzo,
perché gli altoparlanti patriottici hanno continuato a sbraitare
sino alle tre passate. L'inno di Mameli in piena notte, forse
Ciampi vuole che lo impariamo nel sonno come un corso di inglese
su cassette. Morale: il reato di schiamazzo notturno vale solo
per gli extracomunitari ubriachi, non per i generali coglioni.
"Viva l'Italia, l'Italia s'è desta". Anzi, non è proprio riuscita
a chiudere occhio.
LA PATRIA SIAMO ANCHE NOI
Questo il testo del comunicato pubblicato su alcuni quotidiani il 2 giugno 2001, con inserzione a pagamento, a firma delle associazioni di obiettori e degli enti di servizio civile:
Anche quest'anno decine di migliaia di giovani cittadini italiani hanno svolto servizio civile. Obiettori di coscienza che tutti i giorni contribuiscono alla crescita del benessere sociale del Paese. Una presenza costante, stabile e necessaria nei servizi di assistenza domiciliare, negli Informagiovani, nei centri diurni, nelle case famiglia, nei beni culturali, durante le calamità naturali e nella salvaguardia del patrimonio ambientale. In questo giorno di festa, che celebra la nostra Repubblica, merita un ringraziamento questa risorsa nascosta e silenziosa che dimostra come i giovani siano i primi testimoni e attori del dovere di solidarietà sancito dalla nostra Costituzione.
CONFERENZA NAZIONALE ENTI DI SERVIZIO CIVILE(Acli, Aism, Anpas, Arci Servizio civile, Caritas Italiana, Confederazione Misericordie d'Italia, Cenasca-Cisl, Cesc, Federsolidarietà/CCI, Italia
Nostra, Legacoop, SCS/CNOS, WWF Italia) LEGA OBIETTORI DI COSCIENZA ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI
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