2 giugno 2000

"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro... L'Italia ripudia la guerra..."
(dagli articoli 1 e 11 della Costituzione)


PARATA MILITARE? NO GRAZIE!
APPELLO ALLE ISTITUZIONI CONTRO QUESTA ANACRONISTICA E COSTOSA ESIBIZIONE DI MUSCOLI E DI POTENZA MILITARE
PROMUOVIAMO UNA FESTA DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA, SOLIDALE E NONVIOLENTA

La decisione del Ministro della Difesa Mattarella e del Capo dello Stato Ciampi di ripristinare dopo quasi un ventennio la parata militare per le vie di Roma in occasione della festa della Repubblica è stata indecente, costosa e fuori dalla storia, e meritava dai cittadini un secco NO GRAZIE! L'Italia - afferma l'articolo 1 della nostra Costituzione - è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro: è indecente festeggiarla esaltando il ruolo delle forze armate. Nel nuovo millennio, la guerra non si può considerare - come affermava Von Klausevitz - la prosecuzione della politica con altri mezzi, ma semplicemente la sconfitta dell'intelligenza politica. Quindi chi esalta lo strumento militare, con l'aggravante di rivenderlo all'opinione pubblica sotto le mentite spoglie di operazioni di pace, è fuori dalla storia ed è degno di andare a governare in qualche paese sudamericano. Capiamo l'esigenza delle forze armate, travolte da un fuggi fuggi generale (sia di giovani di leva che di professionisti), di doversi dare un'immagine buona: però non ne facciano pagare il prezzo ai cittadini. Occorre chiedersi infatti: quanto è costato al contribuente questo mega spot delle forze armate? Tutto questo mentre il Governo lascia morire, per totale mancanza di fondi, il servizio civile.
La sfilata militare risulta a maggior ragione un'offesa se associata alla celebrazione della festa della Repubblica (che solo nella mente dei generali dell'esercito può coincidere con una giornata dedicata alle Forze Armate) e di dubbio gusto politico ripensando alla guerra assassina di un anno fa, condotta nella ex-Jugoslavia con il nostro Paese in prima linea. Riteniamo che nel 2000 siano ben altri i valori da esaltare e mostrare con orgoglio quando si tratti di celebrare la propria identità di Paese democratico: non certamente la propria potenza militare, bensí l'impegno ad adoperarsi per i diritti umani e per combattere le ingiustizie e gli squilibri che segnano sempre più profondamente la nostra società e il nostro pianeta.
La sede romana dell'Associazione Obiettori Nonviolenti ha pertanto lanciato un appello ai sindacati, all'associazionismo, ai semplici cittadini affinché facessero sentire la loro voce contro la parata militare del 4 giugno, proponendo in particolare la sottoscrizione di una lettera da inviare per fax o email alle massime cariche istituzionali.
Qui sotto trovate tale testo e l'elenco delle persone che lo hanno sottoscritto ed inviato e alcune notizie sulle manifestazioni alternative alla sfilata militare promosse ed attuate dalle associazioni degli obiettori e dagli enti di servizio civile.


Alla c.a. di:
Carlo Azeglio Ciampi - Presidente della Repubblica (Palazzo del Quirinale 00187 Roma - fax 06/46992384)
Giuliano Amato - Presidente del Consiglio (email redazione.web@palazzochigi.it)
Sergio Mattarella - Ministro della Difesa (email webmaster@difesa.it)
e p.c. Associazione Obiettori Nonviolenti (email aonroma@obiezione.it)

FESTA DELLA REPUBBLICA: PARATA MILITARE? NO GRAZIE!

"L'Italia - afferma l'articolo 1 della nostra Costituzione - è una repubblica democratica, fondata sul lavoro". Sempre la nostra Costituzione all'articolo 11 afferma: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Consideriamo quindi anacronistico e fuori dalla storia, festeggiare la festa della nostra repubblica con una parata militare. La Repubblica, non si esaurisce con chi vive buona parte del suo tempo dentro una caserma, ma esprime tanti soggetti vitali che lavorano per la sua crescita. Nel nuovo millennio, la guerra non si può considerare la prosecuzione della politica con altri mezzi, ma semplicemente la sconfitta dell'intelligenza politica. Per questo, esaltare la nuova potenza militare italiana, anche sotto le mentite spoglie delle operazioni militari di pace, è fuori dalla storia.
Inoltre questa parata avrà dei costi economici notevoli, mentre il Governo lascia morire, per totale mancanza di fondi, il servizio civile.
Chiediamo pertanto di sospendere la parata militare. Ma soprattutto di avviare una riflessione su cosa dobbiamo difendere, da chi, e con che mezzi. Ci accorgeremo che avremmo sempre di più bisogno della solidarietà e sempre meno della forza.

Damiano Tommasi (giocatore A.S.Roma calcio); Massimo Paolicelli (presidente Associazione Obiettori Nonviolenti); Ermete Realacci (presidente Legambiente); Don Tonino Dell'Olio (coordinatore naz. Pax Christi); Raffaele Salinari (presidente Cocis); Giulio Marcon (presidente Consorzio Italiano di Solidarietà); Riccardo Barenghi (direttore Il Manifesto); Franco Grillini (presidente on. Arci Gay); Grazia Francescato (presidente dei Verdi); Francesca Chiavacci (deputato DS); Luigi Manconi, Stefano Semenzato, Natale Ripamonti, Paolo Cento, Massimo Scalia (deputati e senatori Verdi); Giovanni Russo Spena, Franco Giordano, Ramon Mantovani, Maria Celeste Nardini, Tiziana Valpiana, Luca Cangemi, Walter De Cesaris, Giorgio Malentacchi (deputati e senatori Partito della Rifondazione Comunista); Alfio Nicotra (responsabile pace PRC); Luigi Nieri, Patrizia Sentinelli, Sandro Medici, Nunzio D'Erme, Adriana Spera (consiglieri gruppo PRC al Comune di Roma); Partito Umanista; Eugenio Melandri (Chiama l'Africa); don Vitaliano Della Sala (parroco); Padre Angelo Cavagna (GAVCI); Don Gianni Novelli (Cipax); Davide Berruti (coordinatore naz. Associazione per la Pace); Massimo Valpiana (Movimento Nonviolento); Falco Accame (ANAVAFAF); Walter Caporale (presidente Animalisti Italiani); Gianluca Felicetti e Adolfo Sansolini (Lega Anti Vivisezione); Giancarlo Salvoldi (Campagna Kosovo); Roberto Minervino (Lega Obiettori di Coscienza); Alessandro Marescotti (Peacelink); Antonino Drago; Federico Starnone (scrittore); Domenico Gallo (avvocato); Francesco De Notaris (giornalista); Tano D'Amico (fotografo); Stefano Carofei (fotografo); Mario Rullo (grafico); Vincenzo Iodice (Sindaco del comune di Santa Maria Capua Vetere); Franco Iannucci (Assessore comune di Aversa); Nicola Lamattina (Assessore comune di Caggiano); Enrico Maria Borrelli e Murizio Magistrelli (portavoce Associazione Obiettori Nonviolenti); Sirio Conte e Giannina Dal Bosco (portavoce Associazione per la pace); Tommaso Di Francesco (giornalista il Manifesto); Camillo Cantelli (presidente Arci Ragazzi Caserta); Domanico De Crescenzo (formatore Arci Ragazzi); Mario Gay; Anna Schiavoni; Luca Lo Conte; Anna Cazzoli; Francesca Fois; Andrea Fares (Cocis); Filippo Thiery (segretario Coordinamento romano Obiettori di Coscienza); Mauro Riccardi (Casale Podere Rosa); Stefano De Angelis (Fondazione Nino Pasti); Prof. Gian Luigi Melandri; Prof.ssa Mara Rossetti; Margherita Morelli (studentessa); Maria Giovanna Morelli (studentessa); Elena Baldassarri (coltivatrice biologica); i seguenti insegnanti del Liceo Classico Dante Alighieri - Istituto Magistrale Margherita di Savoia di Ravenna: Daniele Morelli, Maria Paola Patuelli, Domenica Francesconi, Maria Grazia Fusconi, Antonia Randi, Loretta Masotti, Jeannine Fournier, Loretta Palmieri, Lidia Ramelli, Livia Santini, Carolina Castello, Danila Melandri, Gabriella Santoro, Massimiliana Morelli, Carla Pini, Paola Rossi, Ariella Battaglia; i seguenti studenti del medesimo istituto: Lorenzo Donati, Martino Migliaccio, Silvia Di Maggio, Sabrina Cellini, Francesca De Gregorio, Federica Quirini, Caterina Rossi, Maria Luisa Callegari, Valentina Giovannini, Andrea Cricca, Samantha Tedaldi, Christian Marasco, Elena Gemelli, Giorgia Poggioli, Caterina Luciani, Letizia Benini, Martina Fregola, Giada Mezzanotte, Beatrice Rondinelli, Francesco Della Scala, Giulia Bosi, Diana Petrelli, Cinzia Saitta, Sofia Zsaimon, Stefania Lugaresi, Karen Levote, Milena Ravaioli, Francesca Natali, Chiara Borghesi, Laura Miccoli, Giorgio Stamboulis, Cristina Spadoni, Emy Rossi, Valentina Lolli, Laurence Franchini, Francesca Crivellaro, Giulia Venturi, Francesca Flamini, Sara D'Attorre, Sara Cuccu, Stefania Gilli; Donne in Nero di Padova; Mauro Romanelli (biologo); don Gianluca Sangalli (sacerdote); Cristina Zadra; Renato Marinaro; Enrico Peyretti (pubblicista); Cooperativa Pangea; Centro Obiezione di Coscienza Monteverde; Maria Lelli (insegnante); Antonella Morgillo (lavoratore autonomo); Andrea Guerrizio; Marco Tolomelli (impiegato); Lorenzo Sangiorgi (giardiniere); Caterina Frison (impiegata); Annalisa Peddes (impiegata); Annarita Cenacchi (medico); Dario Puccetti (impiegato); Agostino Letardi (ricercatore ENEA); Alessandra Falchieri (farmacista); Maurizio Lazzari (impiegato); Alessandro Tomasiello (dottorando in fisica matematica); Amalia Navoni (insegnante in pensione); Amedeo Raschieri; Andrea Antognozzi; Andrea Domenici (SSSUP S.Anna); Anna De Franceschi (assistente sociale); Adriano Marata (impiegato); Antonio Scalzi; Barbara Lasio; Bettina Orsoni (assistente di comunità); Bruna Vita (insegnante); Luigi Sent (Cooperativa Amandla); Emiliano Mafrici; Ernesto Anselmo Cioffi (impiegato); Floriana Poldrugo (archeologa); Francesca Arcadu; Gianluca Moro; Giuseppe De Santis (agronomo); Giuseppe Roccasanta (impiegato); Ilaria Cavazzuti (insegnante); Irene Zatelli; Lancellotti Vito; Marco Pirri; Mariella Luciani (psicologa); Marilena Mora; Gianluigi Chittò; Martina Cecini (impiegata); Massimo Valpiana (assistente sociale); Matteo Mazzanti (assicuratore); Paolo Nerozzi (impiegato); Patrizio Tressoldi (Dipartimento di Psicologia Generale Università di Padova); Pietro Cirrincione (studente); Roberto Foco; Roberto Meregalli (Coordinamento Lecchese anti-MAI); Rosa Corbelletto; Rosario Rosati; Vittorio Mete; Francesco Bucci (studente); Dario Polidori; Alessandra Filabozzi (Centre Universitaire Paris Sud); Alessandro Bianchi (Dipartimento di Informatica Università di Bari); Alessandro Rossetti; Andea Ridolfi (Laboratoire des Signaux et Systemes); Andrea Maori; Carlo Schenone; Claudio Marano (Centre Jeunes Kamenge - Burundi); Elisabetta Chiacchella; Enrico Pieroni; Francesca Silvia Carosio; Maria Pia Osella e Lorenzo Vinci (Segreteria Gruppo MAG); Leonardo Stella; Libero Vitiello (Dipartimento di Biologia Universita' di Padova); Marco Galiano (studente - capo scout Agesci); Marco Pavone; Maria Chiara Alba; Alvise Alba; Paola Consoli; Paola Letardi; Paolo Macina; Milly Seira; Roberto Gomezel; Sergio Albesano; Valeria Chiado' Piat (Dipartimento di Matematica Politecnico di Torino); Maura Incani; Luca Leuzzi (Universiteit van Amsterdam); don Andrea Meregalli (insegnante); Chiara Cavallaro (CNR); Maria Pia Osella; Sandra Migliore (Biblioteca centrale Facoltà di Economia - Torino); Stefano Andrico; Angelo Chiaramonte; Corrado Guarino; Maurizio Pavoni; Maria Pierina Peano; Comunità di Mambre: Renzo Dutto, Franco Cometto, Luigi Giraudo e Alessandra Brignone; Alberto Trevisan (operaio); Costanza Lerda; Marcello Serenetti; Patrizio Leoni; Elisa Sangiorgi (sinistra DS); Valerio Gennaro (Associazione Medici per l'Ambiente); Emanuele e Paola Bertelli; Roberto Brandinu; don Paolo Giulietti; Maria Elena Colombo; Claudio e Katia Pedrocchi (Manitese Novara); Gianluca Vallin; José Carrasso (studente); Clara Gennaro; Luciano Valle; Giovanni Zampieri; Antonio Tevere (portavoce Partito Umanista Regione Piemonte); Guido Ratti; Andrea Sgorbati; Licia Tabanelli; Massimo Tornabene; Andrea Pellegrini (Centro Didattico di Ingegneria Università di Parma); Andrea Valdambrini; Raffaele Morani (presidente Circoscrizione Centro Sud del Comune di Faenza); Vanessa; Stefano Folli; Giancarlo Olivero; Vincenzo Iannizotto; Giovanni Tammaro (insegnante); Valerio Libertini (operatore Commercio Equo e Solidale); Chiara Angela Capini (studentessa); Samuele, Maddalena e Giacomo Filippini (Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII); Andrea Giudiceandrea (studente); Sara Servadei; Lorenzo Vinci (presidente MAG4 Piemonte); Andrea Filabozzi; Roberto Romagnoli; Vincenzo Catoni; Maria Rosa Marocco; Silvio Basile; Coordinamento comitati contro la guerra zona Milano Sud; Cristina Carli; Carlo Pona (vice presidente Servizio Civile Internazionale branca italiana e coordinatore tribunale internazionale sui crimini di guerra USA/NATO contro la Jugoslavia); Luca Nervegna; Walter Franco; Silvia Sferch (impiegata); Obiettori Caritas Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino; Marco Cervino (fisico CNR-ISAO); Claudio Montironi; Laura Sferch (insegnante); Andrea Minardi; Brunella Mazzini; Stefano Vaccaro; Antonella Valer (formatrice); Marianna Lobai; Marco Maccarini; Gabriele, Enrico e Mimma Fantoni; Redazione di America Latina es tu hora; Gabriele De Veris; Mirko Marelli (operaio); Coop. Karibuny (Commercio Equo e Solidale); Mario Cucchia (presidente associazione umbra per l'obiezione di coscienza); Zokkolette Football Club; Giovanni Grandi (Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII); Silvia Benedettini (studentessa); Pier Luigi Masini; Roberto Di Donatantonio; Fabrizio Berardi (studente); Alessandro Buratti (associazione culturale Sulky); Federico Fiandro (presidente Ente Parchi del Canavese - Verdi Alto Canavese); Luigi Pasotti (Cooperazione Paesi Emergenti di Catania); Maria Teresa Delizia; Valter Dorati; Alberto e Adolfo Ricca; Maria Glisoni; Ugo Croce; Sabrina Fausto; Marco Rocchi; Marco Francone (Consigliere Lega Anti Vivisezione); Maria Teresa Delizia; Valter Dorati; Alberto e Adolfo Ricca; Maria Glisoni; Ugo Croce; Sabrina Fausto; Marco Rocchi; Marco Francone (Consigliere Lega Anti Vivisezione); Bruno Tribuson; Piero Calza Cita (impiegato); Ernesto Scalco (ecopacifista); Stefano Spadoni; Oriana Cartaregia; Alberto Gipponi; Paolo Rossi; Alessandra Leonardi; Andrea Mauri; Alberto Ghiara; Andrea D'Ascanio (odc Centro Nuovo Modello di Sviluppo).

GRAZIE! L'invito a spedire l'appello contro la parata militare è stato raccolto nel giro di soli sette giorni da un variegato arcipelago di organizzazioni, realtà sociali e politiche, cittadini e cittadine: sono pervenute adesioni dal mondo della scuola, dello sport, dello spettacolo, del giornalismo, dell'università e della ricerca scientifica, dell'associazionismo e delle realtà di base cosí come da deputati, senatori ed esponenti di diverse forze politiche, sindaci ed amministratori degli enti locali, impiegati, insegnanti, studenti, operai, sacerdoti e parroci, e tanti altri cittadini. A fronte della sfilata di armi e uomini in divisa con cui le nostre autorità hanno voluto celebrare l'anniversario della Repubblica, questa pagina vuole dare visibilità all'Italia che ha risposto con una indignazione improntata ai valori di pace, democrazia, solidarietà e civiltà, ritenendo che questi ultimi (e non l'esposizione in pompa magna di fucili e cannoni) siano le fondamenta della Repubblica che festeggiamo il 2 giugno e rivendicando il proprio ruolo di cittadini che si riconoscono nella Repubblica e nella Costituzione ma non nello sfoggio di uomini e mezzi militari e nella sfilata dei rappresentanti dell'esercito (a maggior ragione se quest'ultimo viene spacciato per uno strumento di pace!)

Gli obiettori in servizio hanno festeggiato la Repubblica indossando nei giorni 2, 3 e 4 giugno un fiocchetto verde: verde come la speranza che il servizio civile non muoia di inedia, speranza che lo stato riconosca la dignità di quelle migliaia di cittadini obiettori e soprattutto speranza che inizi un serio dibattito sulla difesa della nazione.

LA REPUBBLICA SIAMO ANCHE NOI: E' vergognoso ed anacronistico festeggiare una repubblica democratica con una sfilata militare. Per questo in contemporanea alla parata ci siamo ritrovati a Roma, per festeggiare la Repubblica con un sit-in pacifista e nonviolento svoltosi davanti a Palazzo Chigi mentre a poche centinaia di metri tutte le cariche istituzionali del nostro Paese rendevano omaggio all'esibizione delle Forze Armate. Lo scopo della nostra manifestazione è stato quello di far vedere ciò che di buono riesce a fare questa nazione senza l'uso di inutili strumenti di morte, usando la ragione e non la forza. L'iniziativa è stata promossa da Associazione Obiettori Nonviolenti, Lega Obiettori di Coscienza e Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile. Copiamo qui sotto la nota lanciata dall'agenzia ANSA sulle iniziative attuate il 4 giugno contro la parata militare, puntualmente non ripresa da alcun organo di informazione a parte rare eccezioni: come al solito (anzi, stavolta ancora più del solito) il boicottaggio dei media verso le iniziative contrarie al mondo militare è stato pressoché totale... e quindi cerchiamo di rimediare facendo girare le notizie almeno in rete.

4 GIUGNO 2000: BLITZ CON STRISCIONE DEGLI OBIETTORI
(ANSA) - ROMA, 4 GIU 2000 15:04 - "La Repubblica siamo anche noi": questo lo slogan che campeggiava sullo striscione che alcuni obiettori di coscienza, con un blitz organizzato dopo il sit-in di fronte a Palazzo Chigi, hanno aperto su Via dei Fori Imperiali proprio durante la parata militare, poco lontano dal palco delle autorità "riuscendo ad eludere la sorveglianza indisturbati", hanno riferito. "Un gesto - hanno dichiarato Massimo Paolicelli presidente dell'Associazione obiettori Nonviolenti e Roberto Minervino segretario della Lega obiettori di coscienza - per denunciare la forte parzialità di una repubblica che si festeggia solo con una anacronistica parata militare. Le massime cariche dello Stato ignorano che ogni anno circa 110 mila giovani difendono il paese con la forza della solidarietà anziché che con la forza delle armi". Una "inutile ostentazione delle armi che ha mandato in fumo decine di miliardi mentre paradossalmente - concludono Paolicelli e Minervino - si continuano a sottrarre risorse al servizio civile degli obiettori, con il rischio di lasciare a casa quest'anno 50 mila giovani e impedendo a quelli che sono in servizio di fare formazione e poter partecipare a missioni umanitarie all'estero". Lo striscione non e' stata l'unica protesta messa in atto dal popolo dei pacifisti e degli obiettori: in un avviso a pagamento comparso oggi sul quotidiano la Repubblica a pagina 16 e firmato da circa 25 sigle, si denuncia la "parzialità" dello Stato. "Spiace aver sprecato un'occasione di trovare simboli nuovi per l'Italia - scrivono- casa comune di tutti, e non poter dire a migliaia di giovani 'questa Repubblica siete anche voi'". "Festeggiare la Repubblica - recita il titolo - e' bello e a noi piace festeggiare. Ma forse - prosegue il testo - c'e' un errore nel titolo. In realtà questo 4 giugno e' la festa delle Forze Armate, riesumando parate delle quali proprio non sentivamo la mancanza". "Nessuno - proseguono le associazioni - nomina e ricorda gli obiettori di coscienza in servizio civile (60.000 nel '99 e 110.000 domande, ndr.) che, per una legge della Repubblica italiana servono la patria come i militari di leva rispondendo a un dovere costituzionale. E vanno anche all'estero in missioni di pace". "Obiettori - prosegue l'avviso - che tutti i giorni contribuiscono al benessere sociale pagati dallo Stato poco e quando capita. Un servizio civile utile alla comunità nazionale che non trova i fondi per essere finanziato e che e' costretto a ricorrere alla periodica benevolenza del Parlamento e del Governo per non morire".