La strategia della tensione e le stragi mafiose in Italia

Cronologia essenziale: i fatti, i nomi, gli iter processuali

12/12/1969 Milano. Piazza Fontana: una bomba nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura affollata di clienti provoca uno spaventoso massacro. 16 morti, 88 feriti. Per nascondere la matrice nera ed etichettare la strage come "rossa" viene creata ad hoc la pista anarchica: il ballerino Pietro Valpreda viene arrestato come presunto colpevole e presentato all'opinione pubblica come il "mostro di Piazza Fontana". Dopo otto anni di carcere viene riconosciuto estraneo a tutte le accuse: la sentenza di primo grado (23/02/1979) condanna all’ergastolo Franco Freda e Giovanni Ventura (esponenti del neonazismo più violento) insieme a Guido Giannettini (uomo dei servizi segreti) e assolve Valpreda, indicando 15 elementi schiaccianti che provano la colpevolezza dei neofascisti e riconoscendo le trame tessute per far ricadere le colpe sugli anarchici. La sentenza di secondo grado (20/03/1981) assolve tutti gli imputati. La Corte di Cassazione il 12/06/1982 annulla la sentenza d’Appello e dispone un nuovo processo che nell’agosto 1985 decreta l’assoluzione definitiva per tutti gli imputati. Nel 1988 il giudice milanese Guido Salvini, nel corso di una indagine sul gruppo fascista "La fenice" trova elementi che sembrano portare verso il filone delle stragi. Comincia un lavoro d’inchiesta approfondito, dove la pista nera si incrocia con manovre dei servizi segreti deviati. Sulla base degli elementi raccolti, all'inizio del 2000 è iniziato un nuovo processo per la strage di Piazza Fontana, con nuovi capi d'accusa per nuovi e vecchi imputati. A oltre 30 anni di distanza, per la giustizia italiana la madre di tutte le stragi non ha ancora né esecutori né mandanti.

15/12/1969 Milano. Il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, fermato per accertamenti a seguito dell'arresto di Valpreda e delle indagini sulla finta pista anarchica, dopo 48 ore di interrogatorio precipita dalla finestra dell'ufficio del commissario Calabresi, al quarto piano della Questura. Il questore parla di suicidio; la lunga inchiesta della magistratura porterà ad escludere questa versione dei fatti, senza però pronunciarsi sugli elementi che invalidano anche la bizzarra tesi della "caduta accidentale" e provano quella dell’omicidio. I magistrati parlano di "morte per malore attivo": uno stravagante giro di parole che da un lato sconfessa chi ha sostenuto a spada tratta l'ipotesi del suicidio, ma dall'altro lato evita di esporsi a tirare altre conclusioni. Come dire che ufficialmente Giuseppe Pinelli non è mai morto.

22/07/1970 Gioia Tauro. una bomba fa deragliare il treno "Freccia del Sud". 6 morti, 54 feriti. Pochi giorni prima erano scoppiati i moti di Reggio Calabria, scatenati dalle organizzazioni di estrema destra Fronte Nazionale, Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale. I disordini provocarono 3 vittime.

31/05/1972 Peteano. Due gazzelle vengono attirate da una telefonata anonima su una "500" bianca. Quando i carabinieri tentano di aprire il cofano la vettura salta in aria. Muoiono 3 militi, 2 rimangono gravemente feriti. Dall’inchiesta del giudice Casson emergono l’esistenza e il coinvolgimento della struttura clandestina Gladio, che venti anni dopo il Presidente della Repubblica Cossiga definirà come organizzazione di patrioti.

17/05/1973 Milano. Davanti all’ingresso della Questura, in via Fatebenefratelli, viene tirata una bomba a mano sulla folla che esce da una cerimonia presieduta dal Ministro dell'Interno Rumor. Il bilancio è di 4 morti e 52 feriti. L’attentatore Gianfranco Bertoli, subito arrestato, si spaccia per anarchico, ma si scoprirà poi la sua trascorsa appartenenza all'organizzazione di estrema destra "Pace e libertà", e nel 1990 il suo nome comparirà nelle liste di Gladio.

28/05/1974 Brescia. Durante lo sciopero generale, in Piazza della Loggia esplode una bomba collocata dai fascisti: 8 morti, 94 feriti. Alcuni funzionari di polizia, addentellati con l’organizzazione di estrema destra Mar, fanno immediatamente spazzare la piazza e rimuovere i detriti, disperdendo così reperti preziosi per l’indagine.

04/08/1974 San Benedetto Val di Sambro. Linea ferroviaria Firenze-Bologna: una bomba esplode sul treno Italicus mentre percorre una galleria. I soccorsi dentro il tunnel sono difficilissimi; vengono estratti dalle lamiere i corpi senza vita di 12 persone. I feriti sono 48. La pista neonazista appare subito come certa, ma tutti gli imputati condannati in primo grado verranno poi assolti.

12/05/1977 Roma. Durante una manifestazione nel centro della città improvvisamente scoppiano dei violenti scontri tra forze dell'ordine e manifestanti. La gente scappa disperatamente nelle strade limitrofe. Sul Lungotevere Sanzio si sentono dei colpi d'arma da fuoco. Giorgiana Masi, una giovane manifestante di 20 anni, cade uccisa sull'asfalto. Si disse che erano stati gli autonomi, ma poi alcune fotografie mostrarono la clamorosa verità. Erano state le squadre speciali sguinzagliate per le strade della città dal ministro degli interni Francesco Cossiga: poliziotti in borghese travestiti da autonomi, con lo scopo di creare un clima di panico che giustificasse la repressione contro i movimenti di piazza e il pugno di ferro contro le energie antagoniste al potere. Ancora oggi, ogni volta che ricorre il 12 maggio, la lapide in memoria di Giorgiana, all'angolo di Ponte Garibaldi, si popola improvvisamente di fiori colorati, di drappi rossi, di biglietti portati dai suoi amici e da tante altre persone che negli anni hanno conosciuto la sua storia e non vogliono dimenticare.

27/06/1980 Ustica. 81 persone perdono la vita a bordo del DC-9 dell'Itavia Bologna-Palermo, colpito nei cieli di Ustica quasi certamente da un missile durante una misteriosa battaglia aerea di cui subito scompaiono le prove. Negli anni seguenti gli inquirenti appurano il diretto coinvolgimento nella sparizione dei tracciati radar e nel depistaggio delle indagini da parte di personaggi appartenenti ai più elevati gradi delle Forze Armate e dei servizi segreti. Il segreto politico-militare, opposto dal governo e dai vertici delle Forze Armate ai magistrati che chiedono di accedere a documenti chiave dell'aeronautica, fa il resto, contribuendo a creare il famigerato "muro di gomma". A oltre vent'anni dalla strage (settembre 2000) è iniziato finalmente il processo per i generali accusati dei depistaggi, ma non si è arrivati ancora a nessun capo d'accusa per quanto riguarda invece le responsabilità della strage, né a far luce sui misteriosi scenari di guerra e sugli aerei "fantasma" che le indagini hanno appurato essere presenti quella notte nei cieli italiani.

02/08/1980 stazione di Bologna. Ore 10.25. Una bomba di inaudita potenza, collocata nella sala d’aspetto di seconda classe, fa crollare l’intera ala sinistra dell’edificio investendo anche un treno in sosta sul primo binario. 85 morti, 200 feriti. Il processo porta alla condanna all'ergastolo dei terroristi neri Valerio Fioravanti e Francesca Mambro come esecutori materiali della strage, riconoscendo nel contempo in settori dei servizi segreti e della P2 rispettivamente i favoreggiatori e i cervelli, senza fare però piena luce su nomi e motivazioni dei mandanti e sul contesto in cui maturò la strage. I due terroristi che misero la bomba, pur avendo collezionato vari ergastoli per altri fatti di sangue, girano oggi liberi per le strade di Roma, ed esiste addirittura uno schieramento trasversale di politici, personaggi della cultura ed altri esponenti di vario genere che sostengono il loro non coinvolgimento nella strage del 2 agosto 1980, negando una sentenza passata in giudicato dopo ben tre processi e basata su prove ben più concrete delle impressioni, più o meno personali, portate a sostegno di questa tesi dell'innocenza.

23/12/1984 San Benedetto Val di Sambro. Il treno 904 Napoli-Milano salta in aria a pochi chilometri dal luogo della strage dell’Italicus. 15 vittime, 198 feriti. Le indagini portano alla ribalta un gruppo formato da camorristi e neofascisti.

23/05/1992 Capaci. mille chili di esplosivo fanno saltare l’autostrada presso Palermo, all’altezza di Capaci. Rimangono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti di scorta.

19/07/1992 Palermo. Una autobomba esplode in via D’Amelio uccidendo il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.

14/05/1993 Roma. Una autobomba esplode senza provocare vittime in via Fauro, strada in cui avevano sede alcune misteriose società facenti capo ad un ex-capo di Stato Maggiore, piduista, partecipe di molti misteri d’Italia. Probabilmente un avvertimento.

27/05/1993 Firenze. Una autobomba scoppia in via dei Georgofili, davanti alla galleria degli Uffizi. Cinque morti, trenta feriti.

27/07/1993 Milano. Una autobomba scoppia a in via Palestro, provocando cinque vittime. Nella stessa notte scoppiano due autobombe a Roma, a San Giovanni e a San Giorgio al Velabro, senza provocare vittime.

 

a cura di Filippo Thiery


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