[Le sestine di Pietro Cini rievocano la storia di Sante Caserio. Di umili origine contadine, entrò giovanissimo tra le fila degli anarchici milanesi. Arrestato proprio a Milano durante una manifestazione e schedato come sovversivo, dovette emigrare prima in Svizzera e poi in Francia, dove maturò in solitudine la decisione di immolarsi in un gesto esemplare, progettando di uccidere il massimo rappresentante dell'autorità: il presidente frencese Sadi Carnot, un despota dell'epoca. Riuscì in questo intento, all'età di appena ventuno anni, il 24 giugno del 1894 a Lione, vibrando un unico, mortale colpo di coltello. Immediatamente catturato, venne processato tra il 2 e il 3 agosto, e ghigliottinato il 16 dello stesso mese sulla pubblica piazza della stessa città di Lione. L'amara strofa sulla "gente tiranna e senza cuor" con cui si chiude il pezzo richiama il fatto che il popolo, in nome della cui libertà gli uomini come Sante Caserio si immolavano in gesti estremi a costo della propria vita, tipicamente non capiva il senso libertario di tali gesti, e anzi prendeva parte per i potenti e i despoti, festeggiando l'esecuzione del condannato al grido di "viva il boia che gli tagliò la testa". Qualche altra nota storica, che lega questo canto all'Addio a Lugano di Pietro Gori, la più celebre canzone del repertorio anarchico: il clima internazionale derivante dall'uccisione del despota Carnot ad opera di Sante Caserio, e la violenta repressione anti-anarchica che il governo Crispi approfittò per attuare in Italia, ebbe infatti drastici effetti sulla vita di Gori, che venne accusato dalla stampa conservativa di essere implicato nell'atto di Caserio, e costretto a fuggire a Lugano. Qui rimase però nel mirino della polizia italiana (che orchestrò anche un attentato ai suoi danni, fallito per un soffio grazie alla scarsa mira dei due killer assoldati per l'occasione), e fu proprio sotto le pressioni del governo italiano che le autorità elvetiche lo arrestarono con 15 sui compagni ("Elvezia il tuo governo schiavo d'altrui si rende...."), costringendoli all'esilio anche dalla Svizzera, da cui i versi dell'Addio a Lugano, composta appunto nel 1894 quando l'ennesimo esilio ("cacciati senza tregua andrem di terra in terra") portò i "cavalieri erranti" ad essere "trascinati al Nord", cioè in Inghilterra attraversando la Germania e il Belgio. Lo stesso Sante Caserio l'anno prima, come detto, aveva subito un destino simile, ritrovandosi costretto ad emigrare in terra francese, dove scelse poi di immolarsi nel nome dei propri ideali libertari ed anarchici.]
Il sedici di agosto |