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ERO POVERO MA DISERTORE
[canto del 1840]
Ero povero ma disertore
e disertai dalle mie frontiere
e Ferdinando l'impe-l'imperatore
che mi ha perseguita'.
Valli e monti ho scavalcato
e dai gendarmi ero inseguito
quando una sera mi addo-mi addormentai
e mi svegliai incatena'.
Incatenato le mani e i piedi
e in tribunale mi hanno portato
ed il pretore mi ha do-mi ha domandato
«Perché mai sei incatena'?».
Io gli risposi francamente:
«Camminavo per la foresta
quando un pensiero mi viene-mi viene in testa
di non fare mai più il solda'».
Caro padre, che sei già morto,
e tu, madre, che vivi ancora,
se vuoi vedere tuo figlio alla-alla tortura,
condannato senza ragion.
O compagni che marciate,
che marciate al suon della tromba,
quando sarete sulla-sulla mia tomba
griderete: pietà di me!
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