AMORE MIO NON PIANGERE

[Canto delle mondine. Fino a non moltissimi anni fa, le risaie della pianura padana erano diserbate a mano dalle mondine che passavano le giornate curve sotto il sole, con i piedi e le mani nell'acqua. I disagi e le speranze di queste donne erano testimoniate da un vasto repertorio di canti di lavoro, con cui esse cercavano di alleviare la fatica. In questo canto, una mondina saluta il fidanzato conosciuto durante i duri mesi di lavoro in risaia e annuncia il ritorno a casa. Da alcuni elementi del testo risulta che questa mondina era giovane: nelle risaie, infatti, venivano occupate in prevalenza donne in giovane età, perchè più forti e resistenti alla fatica.]


Amore mio non piangere
se me ne vado via,
io lascio la risaia
ritorno a casa mia.

Ragazzo mio non piangere
se me ne vò lontano,
ti scriverò una lettera
per dirti che ti amo.

Non sarà più la capa
che sveglia a la mattina,
ma là nella casetta
mi sveglia la mammina.

Vedo laggiù tra gli alberi
la bianca mia casetta
vedo laggiù sull'uscio
la mamma che mi aspetta.

Mamma, papà, non piangere
non sono più mondina,
son ritornata a casa
a far la signorina.

Mamma, papà, non piangere
se sono consumata,
è stata la risaia
che mi ha rovinata.




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