[Canto delle mondine. Fino a non moltissimi anni fa, le risaie della pianura padana erano diserbate a mano dalle mondine che passavano le giornate curve sotto il sole, con i piedi e le mani nell'acqua. I disagi e le speranze di queste donne erano testimoniate da un vasto repertorio di canti di lavoro, con cui esse cercavano di alleviare la fatica. In questo canto, una mondina saluta il fidanzato conosciuto durante i duri mesi di lavoro in risaia e annuncia il ritorno a casa. Da alcuni elementi del testo risulta che questa mondina era giovane: nelle risaie, infatti, venivano occupate in prevalenza donne in giovane età, perchè più forti e resistenti alla fatica.]
Amore mio non piangere |