L'assassino è in casa
Il giudice cileno Juan Guzman ha ordinato gli arresti (domiciliari) e l'incriminazione di Augusto Pinochet, per la prima volta l'ex dittatore farà i conti con la giustizia nel suo stesso paese. I reati contestati sono il sequestro di persona e l'omicidio per almeno 19 casi di desaparecidos collegati alla "Carovana della Morte", la squadra militare che dopo il golpe seminò il terrore nell'intero Cile ripulendo fisicamente il paese dagli oppositori politici più in vista. Solo una diagnosi medica di demenza può ora salvare Pinochet dal tribunale.
I reati sono quelli di secuestro y homicidio calificado,
il nome con cui vanno noti il tutto il mondo è Carovana della
Morte. Il giudice cileno Juan Guzman ha ordinato l'arresto del
generale Augusto Pinochet Ugarte e il suo rinvio a giudizio nel
processo per i crimini commessi dalla banda di assassini in
divisa che, dopo il golpe del '73, attraversarono il paese in
lungo e in largo arrestando, torturando, uccidendo o facendo
desaparecer migliaia di oppositori politici. Per la prima
volta, il vecchio e rimbecillito macellaio cileno viene messo
sotto chiave da un giudice del suo paese. Nel suo paese.
Pinochet era stato dichiarato processabile lo scorso agosto,
perdendo clamorosamente l'immunità per sentenza della Corte
suprema cilena. Era tornato in patria dopo 503 giorni di fermo a
Londra, arrestato su mandato del giudice spagnolo Baltazar
Garzon, e rilasciato dal governo inglese dopo essere stato
visitato e giudicato troppo demente per sostenere un processo.
All'arrivo all'aeroporto di Santiago, era agilmente uscito dalla
sedia a rotelle e, circondato di paracadutisti in assetto di
commando, dai massimi gradi dell'esercito cileno e da un
organizzato tripudio di folla, era stato condotto nella sua casa
nella capitale cilena sotto scorta militare. Una scorta d'onore,
quella: da ieri, davanti alla stessa casa sosterà un gendarme
senza alcuna funzione decorativa.
Juan Guzman è un giudice-filosofo, ma sembra essere una brava
persona e per nulla impaurito dal doversi misurare con un passato
turpe e ancora molto popolare nella storia del suo paese.
Istruendo il processo e procacciandosi prove, ha anche disposto
un'ulteriore visita medico-legale a carico dell'anziano assassino
per stabilire o meno la sua processabilità. Pinochet ha sempre
rifiutato di sottoporsi all'esame medico: finire la carriera come
demente certificato era peggio che concluderla come assassino
giudicato, e l'entourage dell'ex dittatore sembrava certo del
proprio potere nazionale e dell'intoccabilità del suo leader
storico.
Non è andata così. Anche se i medici legali non hanno ancora
potuto mettere le mani sul "paziente inglese" (e se lo faranno
dichiarandolo demente, non potrà essere processato), la legge
cilena ha colpito il suo fantasma peggiore, con un provvedimento
limitativo della libertà che è una campana a festa per quanto
credono che la giustizia non abbia data di scadenza. In Spagna,
l'avvocato Joan Garces che aveva condotto il caso contro Pinochet
sfociato nel clamoroso arresto londinese dell'ex dittatore si è
detto felice, ma ha anche dichiarato di voler attendere l'esito
di eventuali perizie mediche. A Londra, Amnesty International
festeggia: "Le ruote della giustizia sembrano muoversi verso la
giusta direzione".
Pinochet aveva a suo carico 187 casi giudiziari aperti,
altrettante persone assassinate o desaparecide in Cile
durante la sua sanguinosa dittatura. Il giudice Guzman ha
individuato almeno 19 casi di omicidio in cui Pinochet è
implicato direttamente, e altri cinquanta in cui sarebbe il
mandante intellettuale. La Carovana della Morte è la vicenda che
racchiude la maggior parte dei crimini che il giudce Guzman ha
individuato.
Era una comitiva militare, la Carovana, istituita da Pinochet
dopo il golpe e diretta da un suo luogotenente, Sergio Arellano
Stark. La missione ufficiale era quella di uniformare i criteri
di amministrazione della giustizia per i prigionieri politici.
L'uniforme soluzione adottata da Arellano Stark e dai suoi
criminali colleghi fu di uccidere, torturare e cominciare la
composizione di un morto collettivo senza cadavere: i
desaparecidos.
Secondo Guzman, almeno 72 persone sono certamente state uccise
dalla Carovana della Morte. Arrivavano su elicotteri Puma, su
jeep militari, su camion. Sequestravano militanti d'opposizione e
sindacalisti, li conducevano in luoghi appartati, li fucilavano e
ne facevano sparire i resti.
Arellano Stark aveva ai suoi ordini 14 uomini in divisa, la
maggior parte dei quali entrarono poi in servizio nella Dina, la
temibile polizia segreta di Pinochet. Il suo vice era il
colonnello Sergio Arredondo, compagno di corso dell'altro
macellaio Manuel Contreras, che ha ammesso le fucilazioni ma
negato di avene preso parte. Della Carovana facevano parte anche
il maggiore dell'esercito Marcelo Moren Brito, poi capo del
centro di tortura di Villa Grimaldi, il capitano Patricio Diaz
che fucilò tredici prigionieri e poi denunciò il loro inesistente
tentativo di fuga (e questo pur non essendo un membro effettivo
della Carovana), il maggiore Pedro Espinoza che era un ufficiale
della Dina e che è stato tra i pochi condannati in Cile per i
crimini della dittatura. Di tutti questi nomi, il giudice Guzman
aveva già ordinato l'arresto e l'incriminazione nel giugno del
'99. Ieri è arrivato anche quello del capo.