Per una finanziaria di Pace

SBILANCIAMOCI - CAMPAGNA PER UNA FINANZIARIA SOCIALE

Sbilanciamoci! è la campagna promossa da alcune tra le principali associazioni nazionali (vedi elenco) per riformare le politiche pubbliche ed i principi che guidano l’uso della spesa dello Stato e degli enti locali.
La priorità della politica pubblica negli ultimi anni è stata il risanamento del bilancio dello Stato. Di fronte al dissesto delle nostre finanze ed all’esigenza di rispettare i parametri per l’ingresso nell’Unione monetaria europea, questa inattaccabile necessità ha consentito ai Governi che si sono succeduti di perseguire politiche sempre più miopi, dalle devastanti implicazioni sociali ed ambientali. Implicazioni che di certo non emergono dal PIL, l’indicatore ancora oggi più utilizzato per valutare il benessere del paese, nonostante ne siano ormai chiari limiti e controindicazioni (si vedano tra gli altri i contributi in merito di UNDP, World Watch Institute, Social Watch): tra tutte, l’incapacità di registrare le ineguaglianze nella distribuzione della ricchezza e di rappresentare i flussi di variabili non monetarie.

Le conseguenze di tutto questo sono l’assenza di una politica per l’occupazione, tagli alla spesa sociale, riduzione dei servizi di welfare, scarso impegno per l’accoglienza e l’inclusione sociale, minore tutela dell’ambiente, inadeguate politiche di pace e di cooperazione allo sviluppo. Le richieste delle organizzazioni della società civile - associazioni, terzo settore, movimenti - sono rimaste inascoltate mentre la spesa pubblica ha sostenuto l’attività delle imprese, ha concesso privilegi alle lobby più forti, ha offerto sgravi fiscali alle speculazioni finanziarie, ha finanziato la guerra in Kossovo e in Afganistan.

È giunto il momento di rovesciare le priorità: uscire dalle logiche esclusivamente monetarie e finanziarie che guidano l’uso della spesa pubblica per introdurre nuovi criteri di selezione, valutazione e realizzazione delle misure sociali, per l’occupazione, l’allargamento del welfare, il sostegno all’economia sociale, il rilancio della cooperazione internazionale, la tutela dell’ambiente, una politica di pace e solidarietà con la riduzione delle spese militari.

Sbilanciamoci! ogni anno produce un rapporto in cui mostra che misure alternative esistono e sono del tutto percorribili, anche in termini di sostenibilità finanziaria. Si tratta di analizzarle seriamente, valutarne l’impatto complessivo sul bilancio dello Stato, sbilanciarsi verso approcci innovativi all’uso delle politiche pubbliche. La campagna consolida la propria azione attraverso la realizzazione di:
1) un osservatorio permanente della società civile sulla spesa pubblica, in grado di produrre analisi qualitative, proporre indicatori extra-monetari, confrontare casi ed esempi di politiche locali;
2) una campagna stampa durante l’intero periodo di discussione della Legge Finanziaria (ottobre-dicembre), che commenti l’operato del Governo e promuova alcuni emendamenti principali;
3) gli incontri sul territorio con gruppi e referenti interessati a sviluppare a livello locale i temi della Campagna per dimostrare che "un altro mondo è possibile".

Puoi cliccare qui per leggere altre informazioni e consultare il materiale delle campagne dal 2000 in poi. Il rapporto integrale per la finanziaria sociale 2002 è reperibile in liberia, edito dalla manifestolibri (vedi pagina delle pubblicazioni).



IL RAPPORTO 2002 DI SBILANCIAMOCI
di Federica Fondi

Per il terzo anno consecutivo la campagna ‘Sbilanciamoci’, che raggruppa trenta associazioni con l’intento di studiare il bilancio dello Stato e promuovere una manovra alternativa alla Finanziaria del governo, ha prodotto un rapporto. Il lavoro di quest’anno - La Finanziaria per noi (Editrice Berti) in uscita a novembre in occasione del Forum Sociale Europeo di Firenze - presenta molte importanti novità: innanzitutto si è scelto di estendere l’analisi critica della finanza pubblica all’Europa e alle Regioni, essendo ormai questi luoghi e istituzioni in cui si prendono alcune tra le scelte politiche fondamentali e la loro messa in opera.
In particolare per quanto riguarda le Regioni, si è lavorato a una serie di indicatori di sviluppo relativi allo stato dei diritti, dell’ambiente, dei servizi, della cooperazione decentrata. Il risultato combinato dei dati raccolti - il QUARS (indice di qualità regionale dello sviluppo) - è interessante e mostra come il Pil o l'inflazione non siano abbastanza per misurare la qualità della vita di un paese o di una regione. Regioni tra le più ricche risultano infatti essere molto indietro rispetto ad altre nell’offerta dei servizi e nella tutela dei diritti e dell'ambiente (come Lombardia e Lazio), altre (Umbria, Toscana e Liguria) salgono molto in classifica.
Un’altra importante novità riguarda l’impostazione della campagna, che quest’anno vuole porsi fuori da una logica emendativa rispetto alla manovra del Governo e, a prescindere da questa, formulare una serie di proposte concrete per un uso alternativo della spesa pubblica, che abbiano come obbiettivo la redistribuzione della ricchezza, l'orientamento dei consumi e degli investimenti in senso ambientalista, il miglioramento dei servizi, a partire dal loro finanziamento.
Del resto, le critiche alla finanziaria 2003 non si appuntano su questo o quel punto, ma investono l’intera manovra e il suo approccio ‘elusivo’ delle garanzie minime in settori cruciali della spesa pubblica. I tagli delle risorse agli enti locali comporteranno, tra l'altro, un drastico ridimensionamento dei servizi ‘di frontiera’, rivolti a quelle categorie di persone che non rientrano nel circuito degli utenti paganti ( tossicodipendenti, senza fissa dimora, richiedenti asilo etc).
Altri esempi: il taglio delle tasse, a cui corrisponderà una riduzione della spesa pubblica e una conseguente flessione nell’offerta di servizi; l’art. 42 della Finanziaria che di fatto cancella la legge sulla cancellazione del debito verso i PVS.
Al contrario, la manovra proposta da Sbilanciamoci e presentata tra l'altro nel corso di una conferenza-stampa il 15 ottobre scorso a parlamentari, giornalisti, esponenti del mondo associativo, prevede un aumento delle tasse: non si tratta di una semplice provocazione, ma piuttosto della ferma convinzione che è possibile, oltre che necessario, reperire maggiori risorse da destinare alla Sanità, alle Politiche Sociali, alla Scuola e agli altri settori della spesa pubblica, proprio attraverso un aumento dell'aliquota IRPEF per gli scaglioni di reddito più alti e la re-introduzione di tasse come la Carbon Tax o quella sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax).
Altrettanto significativo è il reperimento di risorse attuabile attraverso una diversa destinazione degli investimenti pubblici: i fondi stanziati per la costruzione di nuovi centri di permanenza temporanei, ad esempio, potrebbero essere distolti e utilizzati per il rafforzamento di un sistema di accoglienza qualificata per i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati ; ancora, i soldi risparmiati per la riduzione delle spese militari potrebbero confluire nella cooperazione allo sviluppo.
Tutte queste misure danno conto dell'impronta sociale della Finanziaria per noi che guarda ad una società più solidale, interculturale, ecosostenibile, con un approccio pragmatico e mirato, senza fermarsi a critiche generiche e facili slogan contro l'attuale governo.
I principali temi della campagna saranno oggetto di una petizione nazionale promossa dalle associazioni aderenti e di un seminario organizzato da Lunaria nell'ambito del FSE.