KABUL: GLI "INTERVENTI CHIRURGICI MIRATI" E GLI "EFFETTI COLLATERALI"
di Gino Strada

22.10.2001

Molte, secondo fonti dei Taleban, sarebbero le vittime civili dei bombardamenti anglo-americani sull'Afganistan - abbiamo sentito più volte in televisione - ma, afferma il Pentagono, si tratta solo di propaganda del regime di Kabul.

La guerra, questa guerra, è anche mediatica. Lo è stata per anni, volutamente censurando la tragedia del popolo dell'Afganistan, e lo è anche oggi, per mascherare i lutti di una nuova guerra.

E allora noi di Emergency abbiamo voluto andare a verificare, per informare in modo obiettivo e documentato, e anche per prepararci a rispondere a nuovi bisogni umanitari.

A Kabul, l'ospedale che Emergency tiene chiuso dal 17 maggio scorso dopo l'aggressione armata della polizia religiosa dei Taleban, non è stato danneggiato dai bombardamenti, e lo staff di Emergency, in tutto 65 persone, ha continuato a mantenerlo in perfette condizioni di manutenzione e igieniche, pronto a entrare in funzione in qualsiasi momento.

Di fronte ad un possibile, imminente e gravissimo disastro umanitario, Emergency ha ripetutamente rinnovato alle Autorità di Kabul la propria disponibilità ad inviare immediatamente staff internazionale per riaprire l'ospedale, rimandando ogni discussione sulle profonde divergenze che ne avevano motivato la chiusura.

Abbiamo chiesto due garanzie alle Autorità di Kabul: primo, una richiesta pubblica ad Emergency di inviare staff internazionale; secondo, misure di sicurezza e protezione intorno all'edificio sede del Centro Chirurgico.

Al momento attuale, il Ministero degli Esteri di Kabul si è dichiarato "non in condizioni di garantire la sicurezza personale del nostro staff". Restiamo in attesa che tali condizioni si verifichino al più presto per poter essere operativi a Kabul.

Ma torniamo alle vittime, quelle che per ora non possiamo curare...

Andare a verificarne l'esistenza non è stato facile, per il nostro staff, sia per le difficoltà di movimento in zone diverse della città sottoposta a bombardamenti, sia per ragioni di sicurezza.

Le vittime che indichiamo qui di seguito le abbiamo incontrate, visitate, intervistate. Niente "si dice", nessun "portavoce", nessun intermediario.

E' un elenco, crediamo, largamente incompleto: siamo sicuri di non aver raggiunto tutte le vittime, e abbiamo ritrovato solo quei feriti che in qualche modo hanno potuto raggiungere presidi sanitari della sola Kabul: questo elenco ha dunque un valore esemplificativo.

Per motivi di riservatezza, abbiamo omesso il luogo dove sono ricoverati mentre abbiamo indicato nome, sesso, età, tipo di lesione, data e luogo del bombardamento.

Inoltre, per ovvi motivi, non possiamo raccogliere le storie di chi è morto, di quegli sventurati che in questi giorni si aggiungono alla lunga lista delle vittime della follia della guerra.

Faremo tutto il possibile per continuare a fornire nuove aggiornate informazioni nei giorni e nelle settimane seguenti, anche se vorremmo non ce ne fosse bisogno.

Abbiamo una sola certezza, verificata di persona dallo staff di Emergency: anche quello che segue è un elenco di vittime civili di una guerra incivile come tutte le guerre.


Gino




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