Riceviamo e rilanciamo questa lettera da parte di Carta, settimanale dei cantieri sociali e puntuale inteprete della scommessa secondo cui "un'altra informazione è possibile". Crediamo che il Roma Social Forum potrebbe valutare la proposta di diventare socio collettivo di questo settimanale, o meglio ancora farsi promotore di questa richiesta presso le sue componenti territoriali e di settore, affinché ognuna di esse, tramite iniziative di autofinanziamento, possa diventare un socio collettivo.
Lettera da Carta ai forum
sociali
Care compagne e cari compagni,
scrivere una lettera
ai forum sociali è un'impresa un pochino avventurosa: la loro (vostra)
nascita è talmente recente che, spesso, anche capire a chi indirizzarla
è complicato. Perciò chiediamo prima di tutto l'aiuto di chi
riceve questo messaggio perché lo faccia circolare e discutere, se
possibile, nei gruppi di lavoro e nelle assemblee del proprio forum
sociale.
La ragione per cui vi scriviamo è, diciamo così,
la stessa che ispira le molte esperienze di "banche del tempo", o di
cooperazione sociale, in giro per il mondo.
Carta, il settimanale e il sito
internet, nonché i "cantieri" che abbiamo promosso su vari
temi, si autodefiniscono "mezzo di comunicazione sociale". Siamo nati,
ormai tre anni fa, auspicando la nascita, nelle città e nei territori, di
una cosa allora esotica e oscura: i cantieri sociali. Perciò,
all'indomani di Genova, abbiamo considerato non solo un buonissimo segnale, ma
l'evento principale, attorno a cui ri-organizzare il nostro lavoro, lo spuntare
dei "social forum" in decine di città.
Dai primi di
agosto in poi, abbiamo avviato un censimento dei forum sociali tuttora
incompleto (anche perché ne nascono continuamente di nuovi), ma che
è, per quanto ne sappiamo, il solo esistente. Pubblichiamo, nel sito e
nel settimanale, la maggior quantità possibile di appuntamenti e
attività dei forum. In internet, dopo una richiesta in questo senso
dall'Irlanda, abbiamo cominciato a pubblicare testi di base, elaborati dal
"social forum", in diverse lingue (grazie al fatto che a una nostra
richiesta di traduttori volontari e gratuiti hanno risposto ormai una ventina di
persone), e pubblichiamo, naturalmente, anche i documenti di ogni genere che
permettano di seguire l'evoluzione di queste esperienze e, ai singoli forum
sociali, di confrontare le proprie discussioni con quelle degli altri. Nel
settimanale, oltre a due pagine stabili nell'"autobus" (la parte
iniziale del giornale), stiamo pubblicando almeno un réportage a numero
su questioni sociali in cui i forum di diverse città sono impegnati: da
Gorizia a Roma, da Bologna a Brescia. Infine, abbiamo cercato di dare, nel
numero in uscita questa settimana, un nostro contributo di servizio e di
riflessione all'assemblea di Firenze.
Sbagliamo, a dedicare tanto lavoro
ai "social forum"? Noi non crediamo, specialmente dopo aver visto i
loro striscioni nuovi di zecca alla marcia Perugia-Assisi. Anzi, siamo convinti
che, se il movimento contro la globalizzazione liberista ha un futuro, esso
risiede nella possibilità che i forum divengano quella nuova forma della
democrazia che noi ci auguriamo: su questo, appunto, vi invitiamo a leggere e
discutere, se vorrete, l'ampio articolo che proponiamo nel nuovo numero di
Carta. E a replicare, magari.
Questo è quello che noi stiamo
proponendo per l'utilità di tutti, o almeno è quello che
speriamo.
C'è un reciproco, ed è il fatto che Carta vive
solo dei lettori, abbonati, soci e inserzionisti pubblicitari (del nostro
genere, o "sociali"), che riesce ad avere. In una situazione,
però, di grande difficoltà.
Primo, perché non
abbiamo capitali alle spalle: Banca etica ci ha appena concesso una fidejussione
di qualche centinaio di milioni, necessaria a garantire cartiera e stampatore,
sulla base del nostro impegno personale e della decisione di aumentare il
capitale sociale della cooperativa, ricercando almeno cento nuovi soci (da un
milione ciascuno). La legge che finanzia l'editoria del nostro tipo, ci
porterà qualche vantaggio a partire dal 2004.
Secondo,
perché la nostra promozione, ovvero la pubblicità dell'esistenza
di Carta settimanale, è a costo zero, ovvero affidata solo a cambi di
pubblicità con il manifesto e Liberazione, e al passaparola, grazie alla
generosità di molte radio locali e a un indirizzario di posta
elettronica, di singoli e di associazioni con cui in questi anni siamo venuti in
contatto, di circa seimila indirizzi: naturalmente, scopriamo continuamente che
molti non sanno nemmeno che Carta esiste.
Terzo, perché il sistema
distributivo è una tagliola: se stampiamo di più, i nostri costi
aumentano e, per altro, se superiamo una certa percentuale tra quel che mandiamo
in edicola e quel che vendiamo, ciò che dobbiamo ai distributori aumenta
(cioè diminuisce il nostro incasso netto a copia); all'opposto, se
stampiamo di meno, e considerato che in molte città andiamo in edicola a
caso, o in ritardo, o non ci andiamo affatto, rischiamo di perdere potenziali
lettori: ciò che, per un giornale appena nato è
suicida.
Perciò chiediamo il vostro aiuto.
Prima di tutto,
perché vi organizziate, come forum sociali, in modo da avere una o due
persone che stabilmente comunichino documenti, iniziative, notizie (non solo a
Carta, naturalmente, ma a tutti i media che vi sembrino interessanti): in questo
modo, sarà più semplice avere interlocutori e fornire via via un
quadro più completo di quel che accade. Una critica attiva, sul
settimanale e il modo in cui lo facciamo, sarebbe anche molto utile.
Ma,
insieme a questo, vi chiediamo di aiutarci a consolidare il nostro "mezzo
di comunicazione sociale":
a. chiedendo a tutti i compagni, oltre a far
pressione sugli edicolanti perché espongano il giornale e lo offrano, nel
caso in cui riscontrino problemi nelle edicole (esauriti, assenza del giornale,
troppe copie, ecc.) di segnalarceli, con l'indirizzo preciso dell'edicola, di
modo che possiamo girare queste segnalazioni al nostro distributore nazionale.
Le segnalazioni vanno inviate ad abbonamenti@carta.org;
b. promuovendo gli
abbonamenti al settimanale, che sono la chiave di volta dei prossimi mesi,
perché un buon numero di abbonamenti significano copie in meno da mandare
in edicola e denaro incassato in anticipo;
c. affiancandoci nella ricerca di
nuovi soci, e magari facendo del proprio forum un socio collettivo: oggi la
cooperativa Carta ha quasi 200 soci da un milione di lire ciascuno, è
possibile che una parte di loro sia disponibile a versare un altro mezzo milione
(come stiamo proponendo con qualche timidezza), ma secondo noi trovarne altri
100, che sono quelli che Banca etica ragionevolmente ci chiede, non dovrebbe
essere un'impresa impossibile;
d. sollecitando cooperative sociali, piccole
case editrici, aziende agricole biologiche, associazioni, enti locali che
vogliano far conoscere le loro attività con mezzi pubblicitari a
scegliere, per farlo, anche Carta.
Abbiamo una certa sfacciataggine, nel
fare queste richieste, perché ci pare, dai riscontri e commenti di cui
disponiamo su Carta e su www.carta.org, che questo lavoro, ancorché
fragile economicamente e appeso a un filo dal punto di vista del lavoro (siamo
troppo pochi per reggere a lungo, e dunque dobbiamo consolidare in fretta), sia
stato molto bene accolto da un buon numero di quelli che, per così dire,
hanno camminato da Genova ad Assisi.
Una buona occasione per incontrarci e
parlare di Carta e di come possiamo esserci reciprocamente di aiuto è
l'assemblea di Firenze: ci sarà quasi l'intero gruppo di lavoro di
Carta.
Intanto, grazie per l'attenzione. Come augurio finale possiamo
usare quel che avevamo scritto nel piccolo striscione di Carta che, a Genova, fu
presto travolto: "Un'altra informazione è
possibile".
Carta
www.carta.org