GLI EURO DEL NON ACQUISTO IN DISTRIBUZIONE A ROMA
Una piccola idea con grandi implicazioni: non comprare per un giorno intero. Sabato 24 novembre è la giornata mondiale del non acquisto e per l'occasione il gruppo artistico dei Plexus distribuirà a Roma degli Euro appositamente realizzati per l'evento da Micaela Serino. Ma non solo Euro del non acquisto, la giornata verrà animata con diversi eventi come il teatro di strada di Silvana Maraniello, le poesie di Pilar Castel, le canzoni di Maria Monti, la musica del percussionista napoletano Tony Cercola, le interviste in strada degli Nbp. L'appuntamento principale è per le 18:00 a p.zza Campo de' Fiori.
In contemporanea con molte altre città italiane e mondiali la giornata del non acquisto, promossa in Italia da Terre di mezzo e dalla Rete di Lilliput, viene rivolta non contro i commercianti, ma contro l' acquisto fine a se stesso, indotto dalla pubblicità e dai falsi bisogni. Una giornata in cui riconquistare la consapevolezza di poter diventare consum-attori in grado di indurre con le scelte quotidiane dei cambiamenti negli attuali meccanismi economici. Ed ancora: è un'occasione per impiegare diversamente il proprio tempo e le energie, dedicandoli alla costruzione di rapporti più profondi con le persone e con l'ambiente.
La giornata del non acquisto è un invito alle nostre società perché inizino a ridurre il consumo di materia ed energia usandole con più parsimonia: non farlo significa condannare altri popoli a vivere nell' indigenza, significa rinunciare ad un futuro più sicuro e sereno Infatti, secondo uno studio del Wwf, un italiano medio per mantenere il proprio stile di vita e consumi avrebbe bisogno di circa 4,2 ettari di territorio produttivo. E poiché l'Italia ne offre solo circa 1,5 pro capite ciò significa che deve andare a importare risorse da territori al di fuori della sua nazione per circa 2,7 ettari. Il commercio è appunto uno dei mezzi con cui è possibile fare ciò con l'importazione di prodotti e manufatti. Da questi dati risulta che gli italiani per essere "autosufficienti" avrebbero bisogno del territorio di tre Italie, e non una.
La giornata del non acquisto è un invito a riflettere su cosa fare concretamente per diventare consumatori responsabili, come: acquistare solo ciò di cui si ha effettivamente bisogno; riparare gli oggetti rotti e nell'acquisto privilegiare oggetti riparabili; riciclare tutto il possibile; evitare i prodotti con troppi imballaggi; preferire prodotti biologici; adottare i prodotti del commercio equo-solidale che riconoscono il giusto guadagno ai produttori e rispettano l'ambiente; boicottare le imprese che sfruttano il lavoro minorile e/o le risorse dei paesi in via di sviluppo.
24 Novembre 2001
Giornata mondiale
del non acquisto
Per evadere dalla prigione del consumismo
Per riprendere il controllo del tuo tempo
Per uno stile di vita eco-sostenibile
STAI PER FARE LA SPESA?
FERMATI E RIFLETTI!
C’è una famiglia di cui anche tu fai parte - l’umanità - che sta consumando più di quanto la natura è in grado di produrre e sta scaricando più rifiuti nell’ambiente di quanto i sistemi naturali siano in grado di smaltire. Le conseguenze sono evidenti, pensa solo all’effetto serra, alla diminuzione a livello mondiale dei prodotti della pesca, alla perdita di suoli fertili.
Tutto ciò è dovuto principalmente al sistema economico attualmente imperante – detto neoliberista - che ha come unico scopo il profitto a breve termine a scapito di altri valori quali le istituzioni democratiche, l’equità sociale, l’ambiente. Il neoliberismo crede inoltre che la crescita economica e l’applicazione del nostro modello consumistico a tutto il mondo – senza rispetto per le diverse culture - siano l’unica via per far stare meglio tutti.
Per far funzionare questo sistema nel Nord del mondo è necessario mantenere un elevato livello di consumi e ciò viene garantito a qualsiasi costo, anche a quello di creare bisogni superflui con il conseguente spreco di risorse che stanno diventando scarse anche per noi (pensa ad esempio all’acqua potabile) e di propagandare modelli sociali, irraggiungibili ai più, che creano competizione e frustrazione … Pensa alla estenuante fatica per dimostrare che sei sempre all’altezza di quei modelli, per far vivere i tuoi figli in un mondo ovattato e felice e dare loro oggetti di moda come l’ultimo modello di cellulare o di videogioco…
Ma alla fine sei effettivamente sereno? E i tuoi figli? Correndo in questo modo ti resta il tempo per te stesso, per la tua famiglia, per le relazioni umane e, paradossalmente, per utilizzare tutto ciò che compri? Quanti soldi e quanto lavoro ti costa tutto ciò? Quale è il senso di questa corsa continua che sta distruggendo la società, l’ambiente e la pace in tutti i sensi?
Vivere meglio e più liberi è possibile, basta volerlo!
Conosci l' impronta di quello che compri?
Per mantenere le attività e lo stile di vita di una persona o di un gruppo di persone (es. un paese) sono necessarie risorse naturali (es. campi per fare il grano, laghi per produrre pesci, prati per produrre latte ecc.) e spazi per smaltire i rifiuti generati (es. foreste per assorbire l’anidride carbonica prodotta dalle auto).
E' possibile quantificare questo "fabbisogno" in ettari di territorio naturale, e questa è l’impronta ecologica di quel gruppo di persone o paese. In generale, a causa del commercio e di altri processi, l’impronta di un gruppo di persone appartenenti ad una nazione è costituita anche dai territori di altre nazioni che producono i beni consumati dalle persone stesse o assorbono gli scarti da loro prodotti
Uno studio del WWF aggiornato al 1999 indica che l'impronta ecologica di un italiano medio è di circa 4,2 ettari di territorio produttivo; d' altra parte, ogni italiano ha a disposizione circa 1.5 ettari di territorio nazionale produttivo, e cio' significa che ognuno di noi usa circa 2,7 ettari di territori di altre nazioni per mantenere il proprio stile di vita.
Questo e' possibile tramite il commercio che permette importazione di prodotti e manufatti.
Per essere "autosufficienti", agli italiani servirebbero quasi tre Italie!
E’ altrettanto evidente che a livello di singole nazioni – al di là di considerazioni di giustizia ed equità – uno Stato può pensare di mantenere il suo "stile di vita" prendendo da altre nazioni ciò che gli serve, ma volendo portare tutti gli abitanti del nostro pianeta ad un livello dignitoso, dove si può prendere ciò che manca?
Dobbiamo consumare meno e meglio!
COSA PUOI FARE TU CONCRETAMENTE:
• Protesta quando ti incartano i prodotti con troppi imballaggi:
li paghi almeno tre volte (come costi che il fornitore ti ricarica, come tassa smaltimenti rifiuti e come ambiente depauperato).• Privilegia i prodotti dell’agricoltura biologica: sono quelli a minor impronta ecologica.
• Privilegia i prodotti in vetro, meglio se in vuoto a rendere.
• Chiedi che gli oggetti che compri siano riparabili: è meglio spendere qualche cosa in più, piuttosto che riempire le discariche di oggetti di breve durata e che hanno inquinato per essere prodotti e trasportati.
• Portati sempre da casa i sacchetti per fare la spesa: meglio ancora se usi delle borse in stoffa.
• Esigi che i prodotti che acquisti non siano il frutto di lavoro minorile o non abbiano inquinato paesi lontani. La corsa al massimo profitto porta le grandi aziende a cercare i minori costi di produzione andando in nazioni dove la manodopera costa meno, i controlli sono minori e dove spesso sono impiegati anche i bambini: sostieni la campagna acquisti trasparenti (www.manitese.it 02/4075165)
• Compra, quando puoi, nei negozi del commercio equo e solidale che si riforniscono da associazioni di produttori del Sud del Mondo pagati il giusto: troverai ad es. cioccolato, caffè, artigianato ecc. (www.assobdm.it 0522-541914).
• Chiedi che il tuo fornitore insieme al costo al chilo, ti indichi il livello di impatto ecologico di ogni prodotto esposto: se tu lo sapessi sicuramente non compreresti le ciliegie in dicembre….
• Acquista possibilmente prodotti locali, per ridurre l'inquinamento ed il consumo di risorse necessari per il trasporto. Informati presso il Gruppo d’Acquisto GAOS (http://groups.yahoo.com/group/gaos gaos-owner@yahoogroups.com) o presso CoCoRiCò (http://pages.inrete.it/cocorico)
• Chiedi ai politici di detassare il lavoro e di aumentare le tasse sulle materie prime.In questo modo avresti più soldi da spendere che compenserebbero il maggior costo dei beni. La manodopera però costerebbe meno e quindi tornerebbe ad avere senso la riparazione degli oggetti, si creerebbero posti di lavoro, ci sarebbe meno spreco di preziose risorse.
• Ricicla con cura tutte le materie, chiedi al tuo comune di adottare tutte le tecniche disponibili per evitare lo spreco di materiali; combatti l’incenerimento dei rifiuti.
• Rifiuta i prodotti con gli imballaggi inutili. L’azienda che li produce sta puntando ad "accalappiarti" con l’apparenza: l’imballaggio superfluo inquina e basta, punta alla sostanza!
• Rifuggi l’usa e getta: l’apparente praticità nasconde la distruzione dell’ambiente.
• Per acquistare consapevolmente leggi la "Guida al consumo critico" (EMI Edizioni) del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (www.citinv.it/associazioni/CNMS 050/826354) e abbonati a AltrEconomia (www.altreconomia.it 02/48953031)
• Sostieni le associazioni che promuovono un consumo rispettoso della salute e dell'ambiente: Bilanci di giustizia (www.unimondo.org/bilancidigiustizia) - WWF (www.wwf.it)
Un mondo diverso è possibile!