Intervista a Beppe Grillo
(da "Avvenimenti" del 30 novembre 2001)
Bebbe Grillo sulla guerra. E sull'informazione. Sono passati 20 anni dal "Te la do io l'America" che lo ha reso popolare. E ben otto anni dal suo ultimo, storico, spettacolo in Rai. Un monologo di quattro ore, diviso in due puntate, andato in diretta in prima serata. Da allora per lui porte chiuse in tv, a parte qualche apparizione in chiaro su Telepiù. Eppure Grillo incolla allo schermo più spettatori di una normale della nazionale. E mentre alla Rai nega perfino un'intervista, sceglie di parlare a lungo con "Avvenimenti".
A: Grillo, dica lei..
G: "La guerra, vorrei parlare della guerra. E dell'informazione. C'è una manipolazione invisibile fatta con le cose più visibili".
A: Cioè?
G: "La manipolazione avviene con le immagini. Cioè le cose più visibili rendono invisibile l'informazione. L'immagine la vedi, la manipolazione no. La manifestazione del 10 Novembre, per esempio. Ai centomila contro la guerra viene dedicata la quinta pagina del Corriere della Sera, con toni irridenti, citazioni critiche. A quelli pro USA, erano quarantamila, la prima, la seconda e terza pagina. Ma la cosa che mi ha colpito è la foto a colori del bambino, paffutello, biondo, con la bandiera. Non hanno messo l'immagine del bambino morto afgano, ma il bambino grasso americano. Quel bambino e una foto di una bandiera americana bruciata da quattro stronzi. Erano le uniche due foto. Ecco come si fa la manipolazione".
A: Non le piace manifestare solidarietà con gli USA?
G: "Ma che c'entra! Una manifestazione di governo mandata da tutte le televisioni la fa solo la Fidel Castro o la Corea. Il caudillo quando manifesta in piazza viene ripreso dalle televisioni. Abbiamo davvero toccato il fondo. I Feltri, questa gente titola: "Chi è contro la guerra sta con il nemico", capito?".
A: Tra l'informazione della Rai servizio pubblico e Mediaset privato, che differenza trova?
G: "Non c'è grande differenza ormai...Ci sono giornalisti che non sai cosa fanno. O se lo sai ti chiedi perchè lo stanno facendo".
A: Facciamo un esempio
G: "Prendi Vespa: Vespa è uno che striscia e non inciampa mai. Non riesco a reggerlo. Dopo un po' spengo, mi viene qualcosa alla bocca dello stomaco".
A: Perchè?
G: "La loro tesi è di far sembrare chi è contro la guerra a favore del terrorismo. E' incredibile. E' la tesi di questo Antonione, il sottosegretario. Uno che dice una cosa così è uno squilibrato. Questa tesi da squilibrati è la posizione ufficiale del governo".
A: Una volta lei ha detto: "Io devo avere come mito e come sogno dei miei figli l'America? Ma allora? Che diciamo della libertà negli Stati Uniti? Sei libero e stai bene se sei miliardario, non sei negro e vivi a Manhattan. Per il resto è per lo più un casino". Ripeterebbe questa frase oggi, dopo gli attentati?
G: "Un momento. Gli attentati non sono stati fatti contro il popolo americano ma contro la politica estera americana. Sono convinto che la stragrande maggioranza degli americani non sa cosa hanno combinato negli ultimi 50 anni. Proprio là dove c'è democrazia, la libertà di informazione, il popolo americano è meno informato di tutti. Credo che la Cnn sia come era la Pravda per i russi. Davvero cadono dalle nuvole, gli americani, quando gli parli delle scuole militari di Panama, di cosa hanno fatto in Cile, del Guatemala, della Cia. Ti guardano sbigottiti. Non sanno nemmeno dov'è. E non sanno nulla dell'islam, di Maometto, del Corano.E' il popolo meno informato del mondo. E' un popolo talmente specializzato nel nulla..."
A: Si chiama "Enduring freedom", libertà duratura. Lei una volta ha detto anche, a proposito della libertà negli USA: "La libertà? Ci sono 5 milioni di persone in galera. Come, sono un paese libero? Hanno il 2% della popolazione in galera. Hanno 10 volte la popolazione carceraria pro capite rispetto all'Europa, dieci volte".
G: "Si. Poi tra i paesi industrializzati sono al 15° posto come mortalità infantile, al 18° posto come aspetativa di vita. Perchè non posso dirlo adesso? Io rispetto il popolo americano. Soffro, mi dispiace per quello che è successo. Ma è stato un attentato alla loro sporca, vergognosa politica estera negli ultimi 50 anni".
A: Secondo lei, Grillo, c'è uno scontro di civiltà?
G: "C'è. Sotto sotto, non lo ammette nessuno, ma c'è. C'è questa presunzione, questo modo di vederli inferiori. Ma se parliamo di civiltà, noi europei dovremmo chiedere scusa a tutto il mondo. C'erano cinquemila lingue al mondo, se ne parlano sette o otto, lingue europee. Non le hanno mica imparate al Berlitz School. Li abbiamo sterminati, abbiamo fatto fuori lingue e culture, etnie. Ci siamo passati sopra. In quattrocento anni ne abbiamo fatte di cotte e di crude. Gli inglesi è la quarta volta che vanno in Afghanistan. Dal punto di vista storico dovremmo essere in ginocchio a chiedere: "Per favore, perdonateci per quello che abbiamo fatto". Non posso essere convinto di fare la guerra a un paese che è distante migliaia di chilometri ed è il paese più magro del mondo. Sono i grassi che fanno la guerra contro i magri. Non me la sento di cantarla come la mia guerra, di cantare l'inno nazionale".
A: Come giudica l'attività del governo, al di là della guerra?
G: "Adesso la guerra è il pretesto per fare o non fare qualsiasi cosa. Innanzitutto faccio ancora una fatica bestiale a pensare che siamo governati così. Poi penso che la politica sia andata. Ormai la politica la fanno i grandi gruppi, la fanno con le regole del Wto. Puoi fare tutte le leggi che vuoi, ma se sei contro il Wto o contro i parametri di Maastricht devi cambiare immediatamente. Non c'è più speranza politica, per come è fatta oggi. Quando un ministro dei trasporti dice che bisogna aumentare la velocità per ottimizzare le autostrade, dice esattamente il contrario di quello che ti direbbe qualsiasi ingegnere. La velocità è inversamente proporzionale al flusso: quindi più aumenti la velocità, più aumenti lo spazio tra una macchina e l'altra, e meno spazio hai su strada. Quando un ministro dice che bisognerebbe convivere con la mafia e non parla della convivenza che abbiamo con diecimila morti sulle strade ogni anno...E' un modo di fare politica che non ha più senso".
A: Senza parlare delle stragi del sabato sera, che ogni tanto riappaiono sui giornali...
G: "Ma la strage è di tutto l'anno. Abbiamo ventimila disabili ogni anno che pesano su ventimila famiglie. E' pazzesco. Ci stupiamo che un traforo progettato per due milioni di passaggi crolli. Mentre ne ha nove milioni, di passaggi. Adesso crollano gli aerei. Tra un po', quando crolleranno gli aerei da ottocento posti? Per utilizzarli devi raddoppiare gli aereoporti, triplicare le strade che vanno al centro, quintuplicare gli alberghi e decuplicare i taxi. Tutto ciò che aumenta esponenzialmente è destinato ad una catastrofe. Noi abbiamo già le code in Liguria di centocinquanta chilometri. Sono i primi segnali. Ma nessuno parla di mobilità. Chi costruisce le automobili continua a fare spot per venderne di più, chi fa autostrade vuole farne altri, così i posteggi. E' un modo di ragionare che non può che portare a disastri".
A: Che pessimista. Ma la politica, diceva, le fanno le multinazionali, il Fondo Monetario Internazionale, il Wto. In Italia però stiamo approvando leggi che vanno contro gli orientamenti dettati dagli organismi sovranazionali. Vedi la legge sulle successioni, oppure sulle rogatorie internazionali.
G: "Ci sono alcune cose che non interferiscono sul commercio. La legge sulle successioni prima era trecento milioni, ora protegge i grandi patrimoni. Si tutelano. Va benissimo. La legge sulle rogatorie è entusiasmante. Dire agli svizzeri di essere più precisi nella documentazione. Sono svenuti tutti. C'erano dei giudici che correvano, gridando per le strade: "Gli italiani vogliono che noi siamo più precisi". Ci facciamo prendere per il culo da mezzo mondo".
A: E il conflitto d'interessi?
G: "Non è neanche più conflitto. E' solo interessi. Quando un ministro dice davanti a tutti: "Ho un'azienda di progettazione e faccio il ministro dei lavori e la mia azienda l'ho ceduta, quindi non ho più conflitto". E gli chiedono: "A chi l'hai venduta?". "Ai miei figli e a mia moglie". E tutti dicono: "Ah, va bè", allora io non dico più niente. Mi ritiro, mi compro i miei sacchetti di sabbia, mi proteggo. Ho la mia maschera, la mia tuta di gomma. Continuano a parlare di armi sofisticate, di puntamenti laser, di missili intelligenti. E poi abbiamo... il vaiolo. Abbiamo tre telefonini, otto computer... con la lebbra. Siamo nella barbarie e facciamo finta che siamo una società superiore. La storia non ci insegna più un cazzo".
A: Che ne pensa del sottosegretario Sgarbi che va in giro a fare spot?
G: "Ma non penso, di quella persona lì. Non penso nulla. Ormai la gente ha capito che personaggio è..."
A: E di Taormina?
G: "Invece lui è pericoloso. Lui convive. Esattamente come ha detto Lunardi. Sono anni che convive con la mafia, in quanto avvocato di alcuni mafiosi. E l'abbiamo come capo della polizia, sottosegretario agli Interni. Chi meglio di lui può capire la mafia, essendo stato poi l'avvocato di mafiosi, di Priebke, dei fascisti. Insomma è uno che di mafia se ne intende".
A: E Bin Laden?
G: "Ma Bin Laden non esiste. Ma tu pensi veramente che esista? Ma dai, su... Ma non c'è. Sono dei caratteristi. Anche il ministro dei Talebani con un occhio solo... ma dai...".
A: Con tutto quello che è successo al G8, avrebbe mandato suo figlio in piazza a Genova a manifestare?
G: "Non lo avrei permesso, nel senso che avevo già purtroppo previsto quello che sarebbe successo. Infiltrazioni di nazisti. Quelli del Genoa Social Forum non sono gente attrezzata per fare manifestazioni. Io li conosco. La maggior parte sono persone per bene. Sono associazioni di volontari. Sono bravi ragazzi. E poi secondo me le manifestazioni di piazza non hanno più senso. Se i politici dicono consumate di più, la risposta è dire no. O comprare altre cose, boicottare prodotti. E' questo che la sinistra non ha mai capito. Ora le manifestazioni con le bandierine le fa Berlusconi e un pochino Fidel Castro".
A: Però ha detto che questo movimento ha successo anche grazie all'informazione...
G: "Grazie a Dio ci sono dei mezzi che girano, nascosti. Attraverso internet, i computer... una cosa non puoi tenerla proprio segreta...".
A: Ma con i suoi figli che vedono la tv e assorbono anche l'informazione manipolata, come fa?
G: "Cerco di spiegargli. Bisogna spiegare che l'informazione non rispecchia più la realtà. Se la tv fosse stata obiettiva avrebbe fatto una trasmissione dedicando ai centomila per lo meno lo stesso spazio dei quarantamila. Ci sarebbe stato qualche giornalista che avrebbe detto: "Guardate, non sono tutti così. La maggioranza degli italiani non vuole la guerra". Avrebbe spiegato che le personalità come Sordi e Bocelli, non sono personalità, sono personaggi, che esprimono un loro parere. Addirittura a Sordi gli hanno fatto registrare una cosa che pensava fosse utilizzata in un altro modo. C'è una manipolazione che è paurosa. Ma i miei ormai l'hanno capita. Hanno capito che le scene di guerra sono finte, che sono costruite. Ormai la televisione è un intrattenimento costruito da giornalisti con due dita di fard. Sono gente che si trucca prima, si trucca dopo, legge un gobbo elettronico. Si fingono esperti di armi, di logistica, di strategia di guerra, di sondaggi. Ormai la politica è fatta per essere credibile, non per dire la verità".
A: Che cosa consiglierebbe ai no global?
G: "I no global? Vedi, già dire i "No global". Quando tu determini con una parola così fai già una violenza, una manipolazione dell'informazione. Non sono "No global". E' gente che propone un'alternativa economica validissima. Ci sono i Beati i costruttori di pace, il Consumo equo e solidale, Mani tese, le Ong. C'è chi propone la Tobin Tax. 'è gente con alle spalle premi Nobel, con economisti in primo piano. E' proprio questa straordinaria frammentazione. Non è un movimento. Sono decine di movimenti. Ognuno propone una cosa da poter fare subito, immediatamente. Un modo di vedere il mondo in un altro modo possibile. Perchè c'è, un altro modo".
A: Sì, ma per farsi ascoltare come si fa?
G: "Bisogna utilizzare certe tecniche di comunicazione, che non sono più sventolarsi in piazza. C'è da colpire. A volte con ironia, mai con la violenza, a volte con intelligenza. Ma bisogna colpire innanzitutto i fatturati, i dividendi, le assemblee degli azionisti. Ma cosa succede oggi? Che non si protesta più perchè tu diventi uno e tutti. Tu non sei più consumatore, o produttore, o azionista, o salariato. Sei tutto insieme. Quindi tu con i tuoi risparmi, non lo sai , finanzi la Pirelli, ti danno due gomme di merda, esci e stermini la tua famiglia. E tu sei azionista di chi ha sterminato la tua famiglia. La globalizzazione pericolosa è questa. Che non sai più dove vanno i tuoi soldi. Se guadagni come azionista, perdi come salariato. Se ti aumentano il salario, ti tolgono il dividendo da un'altra parte".
A: Lei, a volte, critica le associazioni ambientaliste, Legambiente, Greenpeace, Wwf... perchè?
G: "No no, aspetta. Io spesso crtitico Legambiente, mai Greenpeace. Greenpeace è un movimento straordinario che non ha mai avuto sponsorizzazioni o aziende alle spalle dalle quali trarre i propri approviginamenti. E' stato un grande movimento fatto di gente straordinaria. Legambiente si alimenta con sponsor, anche brutti. Goletta verde era sponsorizzata da Ace, una ditta di candeggina. Andavi a cercare cloro nei pesci e poi l'avevi come sponsor".
A: Ma non pensa che con tutti i limiti derivanti dalla sponsorizzazione un'associazione così possa fare informazione e attività utili?
G: "Si. E sono convinto della buona fede della maggior parte. Però è pericoloso, perchè quando fai informazione e sei sostenuto dalla Omnitel, che tipo di informazione fai? L'Omnitel truffa normalmente mille miliardi con le schede ricaricabili".
A: In che modo?
G:" Col "disallineamento". Mediamente sono diecimila ogni scheda da centomila. Sul ricaricabile segna che la tua scheda è zero, mentre effettivamente tu hai ancora diecimila. Con otto milioni di abbonati, sono quasi mille miliardi all'anno. Ma ormai è così. Sono grandi associazioni a delinquere di stampo telefonico. Che ormai oltre a rubarti i soldi ti rubano il tempo. E' questo che mi dà fastidio. Per loro non ha valore. Tu non ti metti a cercare una fattura, per diecimila lire. Non sai dove rivolgerti. Sei impotente di fronte a questi apparati vergognosi. Come sta facendo "La sette", con quei ragazzi pseudo simpatici, che allettano i coetanei a chiamare con il 166. L'ha fatto anche la Rai, con quell'attore. Con quel gioco pagavano 14.000 lire al minuto Si chiamava Luca Barbaresci. Io ce l'ho con la Rai, non con l'attore. Con la Rai che mette a disposizione un mezzo per truffare ragazzi attraverso queste cose".
A:"E' contro la guerra, ma cosa propone?
G: "Non lo so. La mia coscienza mi dice di esser contro. Soprattutto in Afghanistan. Ma essere contro non significa essere a favore del terrorismo. E' questo che vogliono far credere i vari Feltri che manipolano l'informazione".
A: E "Libero" che pubblica le foto dei parlamentari che hanno votato contro?
G:"E' esattamente la radio delle "Mille colline" degli Hutu e Tutsi. Facevano così. Davano l'indirizzo dell'hutu che frequentava il tutsi. Il giorno dopo era morto. Questi sono i veri nazisti. Fortunatamente sono giornali che non legge nessuno. Quindi la loro volgarità finisce lì".
A: "Avvenimenti" esce di nuovo. Giornale libero, indipendente dai poteri economici. Ma come facciamo senza pubblicità, se tutto il mondo dell'informazione va avanti così?
G: "Io potrei guadagnarci dieci volte. Riesco a vivere bene. Non passo attraverso il formaggio. Vado in un posto, metto su uno spettacolo, chiamo la gente. Se viene mi porta i soldi, se non viene non guadagno. Dovete fare così. Dovete fare un giornalismo che possa reggere con i lettori, finanziato dai lettori. Per la gran parte. Quando prendete qualche sponsor almeno sceglietelo con un filtro. Che sia nell'ottica della vostra filosofia".
A: Che condizioni porrebbe per uno spettacolo alla Rai?
G :"Le condizioni che ho posto sono queste: "Datevi un codice di etica". Se volete Grillo dovete fare un discorso agli italiani che vi hanno sempre seguito. E dire: "Signori da oggi non facciamo pubblicità dei farmaci, eliminiamo la pubblicità di alcool, di birra, di stronzate, di gomme che tengono, di automobili che fanno trecento all'ora. Ci diamo un'etica. Con questi punti. Intanto facciamo Grillo. Buonasera. Se ci credete, ci seguite, se no andate di là". Questo sarebbe vincente".
A: Grillo, lei è pessimista da far paura. Mi dica una cosa dell'Italia che le piace.
G: "Ma mi piacciono un sacco di cose. Mi piacciono gli italiani. Mi piace il sardo, il calabrese, l'altoatesino. Mi piace questa varietà di menti, anche questa -diciamo- goffaggine di idee, di espressione. Io mi sento straordinariamente italiano. Poi, sai, ho una bandiera su casa mia. Dove in mezzo c'è Ciro, la foto del mio ultimo figlio. Ecco la mia bandiera. Io non ne vedo altre".
(intervista a cura di Marco D'Auria)