PROGRAMMA DEI TRE-GIORNI DI MOBILITAZIONE
Appello del forum sociale romano
PER UNA GRANDE MANIFESTAZIONE A ROMA IL 10 NOVEMBRE, CONTRO LA GUERRA, PER LA PACE E LA SOLIDARIETA' CON I POPOLI OPPRESSI
Dopo Genova e la marcia per la pace Perugia-Assisi, l’assemblea dei forum sociali, riunita a Firenze il 20 e 21 ottobre, ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale per il 10 novembre, giorno in cui si aprirà l’incontro della World Trade Organization (Wto, organizzazione mondiale del commercio) incontro che nel 1999 fallì grazie alla contestazione di Seattle.
I governi dei potenti della terra hanno rinviato il vertice Fao che doveva fare il bilancio, dal 2 al 9 novembre, dei risultati ottenuti nella lotta per sconfiggere la fame entro il 2015; mantengono la riunione della Wto; continuano a bombardare l’Afghanistan, sospendendo ogni attività produttiva che possa garantire la sopravvivenza della popolazione civile, "erroneamente" colpita dai missili "intelligenti" degli Usa e dei loro alleati Nato.
Dall’8 al 10 novembre, insieme agli esponenti del mondo contadino internazionale, dei popoli indigeni, delle forze sindacali e delle associazioni nazionali e internazionali, vogliamo confrontarci e formulare proposte sulla sovranità alimentare, sulle crisi ambientali, le povertà e le risorse, il lavoro, il non-lavoro e i diritti, il commercio e la finanza, i saperi e le culture; definire e lanciare campagne per la riappropriazione dei beni comuni, per l’universalizzazione dei diritti sociali e individuali, per il diritto alla libera circolazione delle persone, per la dignità dei migranti in qualunque paese, per la pace contro le banche armate, perché siano tassate le transazioni finanziarie, perché il cibo e l’acqua siano un diritto e non una merce, perché un altro mondo è possibile.
Il 10 novembre - data indicata dal Genoa Social Forum nella conferenza stampa a Genova del 22 luglio 2001, dopo la morte di Carlo Giuliani e la raccapricciante irruzione alla Diaz di polizia e carabinieri - il Forum sociale romano, chiama a un grande appuntamento a Roma contro la fame e la guerra, contro la logica imposta dalla Wto, per la pace e la giustizia economica tra i popoli. Diamo a tutte e a tutti - lavoratori e lavoratrici, credenti e non credenti, migranti, studenti, uomini e donne, giovani e non, associazioni, partiti, movimenti politici e sindacali, al popolo della pace - appuntamento a Piazza Esedra alle ore 15, per sfilare con i colori e i simboli dei popoli oppressi del pianeta, insieme ai palestinesi, ai curdi, ai migranti che all’assemblea di Firenze hanno proposto di aprire la manifestazione del 10 novembre.
Vogliamo portare nelle strade e nelle piazze di Roma il nostro totale ripudio della guerra perché non c’è possibilità di giustizia nella guerra, non c’è possibilità di pace se permangono le condizioni di ingiustizia. Al popolo statunitense esprimeremo di nuovo la nostra solidarietà per gli attentati dell’11 settembre; ai guerrieri di Bush e della Nato diremo forte il nostro no e continueremo a manifestare perché la guerra finisca immediatamente. Arriveremo con una fiaccolata fino alla sede della Fao e sul prato del Circo Massimo, scriveremo, con le fiaccole della pace, un inequivocabile "No alla guerra". Insieme agli artisti, agli intellettuali che vorranno associare i loro volti e le loro voci alle nostre rivendicazioni di giustizia, saremo alla Bocca della Verità dalle 19.00, per un grande concerto.
Il 10 novembre, tutti insieme, daremo vita ad una pacifica, grande dimostrazione per la pace, unico antidoto ai signori della guerra e alle loro adunate.
Roma Social Forum
CONTRO LA GUERRA, LA FAME, PER UN'ALTRA AGRICOLTURA
Fuori la Organizzazione Mondiale del Commercio da alimentazione e agricoltura.
Le politiche agricole mondiali, insieme al modello sociale ed economico neoliberista producono fame e insicurezza alimentare, consegnandoci un mondo di tensioni sociali e di conflitti in cui la guerra viene usata per conservare e rafforzare lo stato di cose esistente.
La produzione del cibo, l'equità della sua distribuzione, l'uso del territorio, sono contenuti centrali per la democrazia e per la costruzione di un mondo giusto senza povertà, senza bambini uomini e donne affamati, senza conflitti.
E' interesse di tutti avere un sistema agricolo che produca cibo sicuro, valorizzi il territorio, riproduca le risorse e sia diversificato, vitale e pieno di donne ed uomini al lavoro in un sistema sociale che garantisca a tutti l'accesso alle risorse.
Per questo è indispensabile un'alternativa al modello agricolo che si cerca di imporre a livello planetario, basato sulla furia produttivista e che ci consegna insicurezza alimentare, fame nel mondo, desertificazione o impoverimento di interi territori. Il cibo non è una merce, il lavoro della terra ha una funzione sociale.
Nell'interesse di tutti i cittadini, della loro salute, del loro territorio, della giustizia sociale noi vogliamo un'agricoltura dove prevalga il lavoro sugli investimenti; siamo contro la privatizzazione delle risorse, delle sementi, dell'acqua, siamo contro quanti vorrebbero imporre un gusto unico, omogeneo, un cibo sterile come strumento per rafforzare i monopoli delle multinazionali agroalimentari, siamo contro il tentativo di manipolare la vita e le risorse agricole con le tecniche transgeniche.
Noi vogliamo una agricoltura che abbia una dimensione sociale basata sul lavoro, sulla solidarietà tra produttori e consumatori ma anche tra regioni e contadini del mondo, altrimenti le regioni più ricche e i sistemi agricoli più forti lederanno il diritto alla vita degli altri. Questa logica non ha futuro, anzi contribuisce a preparare le condizioni per la guerra.
Noi vogliamo un'agricoltura che assicuri il giusto reddito agli agricoltori e produca cibi sani ad un giusto prezzo, in un territorio da custodire e consegnare alle future generazioni in condizioni migliori di quelle che ci ritroviamo oggi, in un mondo in cui la guerra, comunque la si voglia chiamare (atto terroristico, guerra umanitaria o giustizia infinita) sia cancellata dalla storia.
Per questo siamo contro le scelte di politica agricola e alimentare mondiali di cui la politica europea è principale responsabile producendo crisi alimentari e produttive non solo nel Sud del Mondo ma anche da noi. Ogni giorno in Europa chiudono seicento aziende agricole, entro quattro anni 750.000 lavoratori agricoli italiani corrono il rischio di scomparire: sono gli effetti delle scelte di chi predica la liberalizzazione economica trasformando il cibo in un pericolo per chi lo può comprare ed in un incubo per chi non ha i soldi per farlo restando nella fame.
Per questo siamo mobilitati contro la Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e per un cambio radicale nelle scelte di politica agricola che si confrontano nella FAO, per rivendicare con forza un'altra agricoltura. Perchè ad ogni paese ed ad ogni popolo venga infine riconosciuto il diritto fondamentale alla sovranità alimentare sottraendo cosi l'agricoltura ed il cibo alle scelte irresponsabili dei sedicenti grandi del mondo e degli interessi antidemocratici e antipopolari comunque si nascondano sia intorno ai tavoli della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale o della OMC, sia dietro l'uso di atti di terrorismo, sia dietro gli eserciti pronti a scendere in guerra ogni volta che si producono conflitti e tensioni.
Per questo facciamo appello a tutto il mondo agricolo, alle strutture organizzate ed ai singoli, ai lavoratori della terra dipendenti ed autonomi, ai tecnici, ai lavoratori della filiera agroindustriale di distribuzione perché siano con noi. Per riaprire con tutti i cittadini una nuova stagione di lotte per la terra, il cibo, la democrazia economica e sociale.
Per questo chiediamo a tutti i cittadini, le forze sociali democratiche, sindacali e politiche di scendere in campo per dire con forza insieme che un altro mondo è possibile.
PROGRAMMA DEI TRE-GIORNI DI MOBILITAZIONE
Roma Sud-Ovest Social Forum