Mozione conclusiva dell'assemblea nazionale dei forum sociali - Roma, 18-19 gennaio 2002
1) Fra pochi giorni il movimento antiglobalizzazione si ritroverà al 2° Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Questo appuntamento rappresenta un luogo fondamentale per il confronto, lo scambio di esperienze e la costruzione di lotte comuni su scala mondiale. Ma è anche uno snodo, un punto di svolta decisivo per il movimento internazionale dopo l'avvio della guerra globale e dopo il crack liberista dell'Argentina.
Per questo crediamo che la nostra partecipazione, la partecipazione coordinata dei social forum, sia un elemento molto utile per far vivere in quell'occasione la peculiarità del movimento italiano e la centralità della nostra doppia discriminante del No alla guerra, No al liberismo.
2) Ma il movimento in questa fase non può sottovalutare la portata stravolgente delle politiche del governo Berlusconi: l'attacco alla scuola pubblica di Letizia Moratti, quello ai migranti tramite il progetto Bossi-Fini, l'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la "riforma" delle pensioni con il conseguente attacco al welfare, la politica di distruzione del territorio e la conseguente valorizzazione dell'economia criminale prodotte dalle grandi opere, rappresentano un attacco ai diritti di tutti e tutte, un vero e proprio attentato alla democrazia. Per questo vanno giudicate positivamente quelle iniziative di mobilitazione dal basso, a cominciare da quelle che vedono unite, per la prima volta dopo molti anni, differenti forze del sindacalismo italiano. Anche per relazionarsi a questa positiva dinamica, contribuendo a rafforzarla, indiciamo una Giornata di Mobilitazione Sociale il prossimo 15 febbraio, tappa utile per far crescere il movimento anche nel conflitto sociale e per:
- ribadire le ragioni del lavoro e del non lavoro, oggi uniti nell'esigenza comune di difendere e allargare la proprie prerogative e i propri diritti a partire dall'estensione dell'articolo 18 e dall'istituzione di forme di reddito sociale per combattere la precarietà;
- difendere il welfare e i servizi pubblici dagli attacchi del neoliberismo e dall'assalto selvaggio delle privatizzazioni, in direzione di una loro riqualificazione a partire dal controllo democratico di lavoratori e cittadini;
- difendere e rilanciare la scuola pubblica;
-difendere l'ambiente e il territorio dalle grandi opere liberiste e dal malaffare del governo Berlusconi;
- difendere e ampliare i diritti di tutti e tutte, cominciando con il rigetto della Bossi-Fini;
- rivendicare l'istituzione di una tassa sulle speculazioni finanziarie, sostenendo la campagna per la legge di iniziativa popolare sulla Tobin tax.
3) Contemporaneamente riaffermiamo il nostro No - senza "se" e senza "ma" - alla guerra globale, volto ripugnante, ma anche il più fedele, del moderno liberismo. Per questo proponiamo una campagna permanente contro la guerra, coordinata da un Forum tematico che metta in relazione tra loro differenti proposte e iniziative. La contestazione della mostra Exa 2002 del prossimo marzo a Brescia, rappresenta una possibile tappa di questo percorso.
4) Le lotte locali e il conflitto sociale sono però articolazioni di un progetto globale, tasselli della costruzione di alternative globali. A cominciare dall'Europa. Noi contestiamo la pretesa dell'Unione europea di costituirsi come fortezza liberista e antidemocratica, ben visibile anche nel processo costituente aperto dalla Convenzione europea. Vogliamo invece batterci per un'Europa sociale e contro la guerra, garante dei diritti di tutti e tutte quelle che l'attraversano. Per questo parteciperemo alle iniziative contro i vertici europei previsti in Spagna, e in particolare a quello di Siviglia del prossimo giugno.
Allo stesso tempo crediamo sia importante riprendere il percorso e il nostro contributo critico in occasione del vertice Fao che si terrà, sempre a giugno, a Roma.
5) Siamo convinti e consapevoli dell'importanza di dotarci di un nuovo Patto di Lavoro, incentrato su contenuti, campagne, proposte, che valorizzi le nostre differenze e rafforzi la nostra unità; garantisca il pluralismo e l'efficacia della nostra azione politica; rivendichi il percorso finora compiuto, ma accolga anche i bisogni dei differenti movimenti e delle differenti soggettività critiche; che ci permetta di dialogare e di rapportarci con chi ancora non è con noi, ma che ci guarda con attenzione; che sia strumento per rilanciare "luoghi di movimento" non autoreferenziali, ma aperti alla nuova partecipazione politica.
Anche per discutere di questo progetto ci riconvochiamo in una nuova Assemblea nazionale i prossimi 2 e 3 marzo; allo stesso tempo convochiamo una riunione aperta dei gruppi nazionali e dei social forum locali, il prossimo 15 febbraio a Roma, per decidere il luogo dell'assemblea, preparare la sua agenda, verificare l'andamento del dibattito sul patto di lavoro;
diamo appuntamento a Genova domani 20 gennaio, a sei mesi dall'uccisione di Carlo Giuliani per una manifestazione che non vuole essere solo esercizio di memoria, ma un vero e proprio atto politico.
La nostra unità garantisce le nostre differenze; le nostre differenze sono la garanzia dell'efficacia della nostra unità.
Approvata dall'assemblea nazionale di Roma, 19 gennaio 2002