I LAVORATORI DELL'ENEA CONTRO LA GUERRA

ENEA CASACCIA CONTRO LA GUERRA

Lo striscione NO WAR issato sul traliccio più alto del centro di ricerca ENEA-Casaccia (febbraio 2003).

ENEA FRASCATI CONTRO LA GUERRA

Lo striscione NO WAR esposto lungo il muro di recinzione del centro di ricerca ENEA-Frascati (marzo 2003).


Frascati (Roma), 4 marzo 2003

Oggi 4 marzo e' stato esposto uno striscione con la scritta "NO WAR" lungo il muro di recinzione del Centro ENEA - Frascati come primo atto di testimonianza, da parte di un gruppo di lavoratori, contro la guerra e i suoi sostenitori.

Lo striscione e' visibile dalla strada che costeggia il Centro e vuole essere la prima tappa di una serie di iniziative che si vogliono intraprendere per denunciare l'assurdita' di questa guerra, la sua orrenda scia di morte, distruzione, sofferenze soprattutto per la popolazione irachena gia' ridotta in condizioni tragiche dalle guerre precedenti e dal durissimo embargo.

Domani ci sara' l'iniziativa a mensa del digiuno contro la guerra promosso dai cattolici, e sara' sicuramente un momento di contatto, confronto e discussione nel panorama asfittico della quotidianita' enea: rinunciare al pasto, una delle pochissime certezze enea ancora esitenti! Ci saremo con le bandiere arcobaleno, con le nostre riflessioni, con poesie e testi antimilitaristi e contro la guerra.

Si puo' quel che si fa (oramai e' il nostro motto)


Lavoratori ENEA Contro la Guerra - C.R. Frascati


Frascati (Roma), 11 marzo 2003

Bush ha dichiarato che non terrà in alcun conto la risoluzione dell'ONU, il tempo di Saddam è scaduto, il regime iracheno va disarmato e va instaurato un vero regime democratico.
Dal canto suo Berlusconi ha già arruolato da tempo l'Italia a fianco delle forze di liberazione alleate e ribadisce che qualsiasi cosa accada sarà al fianco degli Stati Uniti, senza tenere in minimo conto la posizione di Francia, Germania e Russia e di altri paesi UE che rifiutano un intervento unilaterale contro l'Iraq.
In un sol colpo vanno in pezzi due organizzazioni internazionali: le Nazioni Unite e l'Unione Europea. Quanto di meglio Bush potesse desiderare per instaurare definitivamente il suo impero.
Mentre i venti di guerra soffiano sempre più impetuosamente, si moltiplicano le manifestazioni contro l'intervento armato in Iraq e le azioni dimostrative e di boicottaggio della macchina militare.
Sabato scorso a Camp Darby circa 50 000 persone hanno gridato il loro no alla guerra e alla presenza in Italia delle basi americane, arrivando a piantare le bandiere arcobaleno anche all'interno della recinzione del campo, come gesto simbolico di restituzione di quel pezzo di Toscana sottratto da decenni alla popolazione.
Continuano in tutto il paese le azioni di disobbedienza civile contro i treni carichi di materiale bellico, e per oggi è previsto lo sciopero dei portuali di Livorno che si rifiutano di caricare questo materiale in partenza per le zone di guerra. Fuori dei cancelli del porto il movimento contro la guerra porterà la sua solidarietà all'azione dei lavoratori portuali.
La guerra esploderà tra breve con tutto il suo carico di morte, distruzione e dolore, anzi è già iniziata con i bombardamenti e le incursioni in territorio iracheno.
Possiamo fermare questa guerra, come le altre che seguiranno nella tragica strategia della guerra permanente, preventiva e planetaria? Forse no, ma crediamo sia importante mantenere viva la mobilitazione che esprime il netto rifiuto di questa logica, affinché si estenda ad un numero sempre crescente di persone, che possano agire sempre più come maggioranza rifiutando di rendersi complici di un crimine contro l'umanità.
Riteniamo quindi importante aderire allo "sciopero preventivo" di 15 minuti organizzato per venerdì 14 Marzo in tutta Europa e alla proposta di Sciopero Generale lanciata da varie organizzazioni politiche e sindacali da attuarsi il giorno immediatamente successivo all'inizio dei bombardamenti, quale testimonianza concreta di solidarietà dei lavoratori al martoriato popolo iracheno contro il boia Bush e i suoi lacchè euopei (Blair, Berlusconi, Aznar).

Resistenza Globale Contro La Guerra Permanente!


Lavoratori ENEA Contro la Guerra - C.R. Frascati


Casaccia (Roma), 14 marzo 2003

900 secondi di antiguerra all'ENEA CASACCIA

Oggi 14 marzo i lavoratori dell'ENEA Casaccia hanno attuato uno sciopero preventivo di un quarto d'ora contro la sporca guerra di Bush, Blair e Berlusconi. La fermata è stata realizzata in coincidenza con lo sciopero europeo deciso dalla Confederazione Europea dei Sindacati ma in forme del tutto nuove ed autorganizzate. Nel vuoto e nella trascuratezza organizzativa delle locali Cigl, Cisl e Uil, la gestione della manifestazione è stata assunta dai Disubbidienti della Casaccia.
Prima delle ore 8, al momento dell'arrivo dei pullman da Roma, un gruppo di Tecnici e Ricercatori ha disteso nella hall d'ingresso uno striscione con la scritta SCIOPERO ENEA CONTRO LA GUERRA coprendo alcuni dei tornelli che regolano il flusso dei dipendenti del più grande centro di ricerche d'Italia. Contemporaneamente sono stati distribuiti volantini dove venivano dette le ragioni dello sciopero preventivo di 15 minuti e dove si valorizzava la giornata di oggi come stato d'allerta di tutti i lavoratori in prossimità dell'inizio della guerra.
La fermata ha visto l'adesione della maggioranza dei dipendenti in entrata in quel momento nel centro e si è trasformata in assemblea spontanea con scambi di battute, indicazioni e riflessioni ad alta voce. Chiaro e netto il messaggio ripetuto più volte nel corso dei 900 secondi dello sciopero: TUTTI IN PIAZZA NESSUNO AL LAVORO il giorno del B-day, scoppio delle prime bombe su Bagdad, SCIOPERO GENERALE contro la sporca guerra, contro i suoi mandanti ed esecutori, DISUBBIDIRE è giusto, possibile, necessario.


Disubbidienti C.R. ENEA Casaccia