BOICOTTAGGIO E CONSUMO CRITICO
Consumare con la testa... si può!
Ognuno di noi può assumere uno stile di vita da obiettore, cioè da colui che nei suoi comportamenti quotidiani lavora per superare le ingiustizie nel mondo. Non solo contestando un sistema che crea povertà e disuguaglianza, ma lavorando per capovolgerlo, quel sistema, e costruire una società più giusta, dove si rispettino i diritti fondamentali dell'uomo, e dove i consumi siano sì basati sulla soddisfazione dei bisogni primari, ma nel rispetto dell'ambiente e delle risorse naturali. Ogni giorno facciamo delle scelte, sta a noi decidere in quale direzione: ad esempio nel fare la spesa possiamo scegliere tra un prodotto che impoverisce i produttori del terzo mondo e arricchisce le multinazionali o un prodotto del commercio equo e solidale che agisce al contrario.
Occorre quindi attivare un consumo critico, ovvero chiedersi sempre cosa c'è dietro quel determinato prodotto, la sua storia, la condotta della casa produttrice, ecc. Occorre rifiutare la logica del mercato, dobbiamo consumare secondo i bisogni reali, non quelli indotti, dobbiamo evitare gli sprechi, in un mondo dove le risorse sono sempre più limitate e concentrate nelle mani di pochi.
La riduzione e l'ottimizzazione dei consumi, la scelta dei prodotti a minor impatto ambientale e di quelli più lontani dai meccanismi di sfruttamento operati delle multinazionali, il riciclo delle risorse, sono tutti elementi che devono diventare prioritari nel guidare le nostre scelte da consumatori, e sostituire il richiamo dell'etichetta più accattivante, dello slogan più convincente o della pubblicità più martellante.
Evitiamo di essere "schiavi contenti" al servizio del mercato. Abbiamo l'opportunità ogni giorno di condurre una piccola battaglia a favore dei deboli, sfruttati dai colossi del mercato. Far finta di non sapere equivale ad essere complici.
Non è vero che davanti ai mali del mondo siamo disarmati... abbiamo uno strumento formidabile: la nostra testa.... usiamola!
CONTRO LA GUERRA BOICOTTA LA ESSO!!!
In questo momento, in cui la guerra viene proposta come strumento di sicurezza e ordine nel mondo, chi è convinto che invece essa provochi solo sofferenza e distruzione si interroga su quali imprese economiche siano coinvolte nell'affare guerra. Dire no alla guerra non è sufficiente. E' il momento di affiancare ai gesti simbolici azioni nonviolente dirette a incidere sugli equilibri di mercato. L’azione sarà tanto più efficace se sarà collettiva e orientata verso un prodotto strategicamente importante come il petrolio.
Bush ha deciso di attaccare l'Iraq soprattutto per garantirsi il controllo delle più grandi riserve di petrolio al mondo dopo quelle dell’Arabia Saudita. Ebbene, a fornire il carburante all'esercito americano sarà la Exxon, la più grande multinazionale petrolifera del mondo, che in Europa è proprietaria del marchio Esso.
Secondo quanto riportato alla fine di settembre dall’agenzia di stampa Defense Logistic, la Exxon ha infatti vinto l’appalto di 48 milioni di dollari per la fornitura di benzina, gasolio ed oli lubrificanti per l’esercito, la marina, l’aviazione, la Nato e le altre agenzie afferenti al Dipartimento della Difesa. La fornitura comprende anche l’approvvigionamento alle basi italiane continentali (Vicenza, Camp Derby, Napoli ecc) ed insulari (Sicilia, La Maddalena ecc). Questa cifra è un’inezia per una compagnia con introiti di decine di miliardi di dollari annui, ma assume un aspetto interessante se si considera che la Exxon, per la sua posizione di maggiore compagnia petrolifera, per di più statunitense e con un grande ascendente su Bush, sarà la compagnia che più di altre trarrà profitti dalla conquista dell’Iraq e dei suoi campi di estrazione, il 25% dei quali era già di sua proprietà prima del conflitto del 1991.
La Exxon è già al centro di una campagna di boicottaggio internazionale che coinvolge Gran Bretagna, USA, Francia, Austria, Germania e Australia. Oggi persino la Deutsche Bank giudica a rischio investire nella multinazionale petrolifera.
Nel 2000 la Exxon, in occasione delle elezioni presidenziali statunitensi, ha contribuito alla campagna elettorale del partito repubblicano con oltre un milione di dollari. Sin dal suo insediamento, è apparso chiaro che il nuovo Governo statunitense era guidato da una potente lobby legata all’industria petrolifera. Infatti tra le prime decisioni di Bush, così come esplicitamente richiesto dalla Exxon, ci sono state il rifiuto di ratificare il Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici, l’avvio all’estrazione petrolifera anche in aree protette e la rimozione del presidente dell’IPCC (International Panel on Climate Change) che sin dal 1995 aveva indicato nell’uso di combustibili fossili la principale causa dei cambiamenti climatici.
Per tutti questi motivi proponiamo di togliere il nostro consenso a chi fornisce energia alla guerra: così daremo un segnale del reale potere che è in mano ai consumatori.
Greenpeace, I Bilanci di Giustizia, Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, l'associazione Botteghe del Mondo e la Rete di Lilliput propongono di non rifornirsi più alla Esso.
Questa azione responsabile e nonviolenta è uno strumento per esprimere efficacemente dal basso la volontà della stragrande maggioranza della popolazione.
FAI UN GESTO CONCRETO CONTRO LA GUERRA
NON FINANZIARE CHI LE DA' ENERGIA
DIMINUISCI I TUOI CONSUMI DI CARBURANTE
NON FERMARTI PIU’ ALLE STAZIONI DI SERVIZIO ESSO
per tutte le informazioni:
www.stopessowar.it
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CONTRO LA GUERRA BOICOTTA IL "MADE IN USA"!
Anche quando fai la spesa puoi dissociarti da chi fa la guerra, evitando di comprare i prodotti delle marche statunitensi, molte delle quali sono direttamente finanziatrici della campagna elettorale di Bush o forniscono beni all'esercito USA. Ti proponiamo la lista dei prodotti da non mettere nel tuo carrello!
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ALTRE CAMPAGNE DI BOICOTTAGGIO:
(clicca su ogni logo per saperne di più)
Per una lista più completa delle multinazionali e dei marchi da boicottare visita questi indirizzi:
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CAMBIA LO SPONSOR!
Il Coordinamento "Cambia lo Sponsor" è un eterogeneo cartello di associazioni, social forum, comitati, realtà territoriali di ogni tipo che si sono riunite per promuovere a Roma campagne di boicottaggio collettive, iniziative di informazione e sensibilizzazione sul consumo critico, forme di pressione da esercitarsi nei confronti delle istituzioni pubbliche e private che vengono sponsorizzate dalle multinazionali sotto boicottaggio. Sono già diverse le campagne organizzate dal comitato, in particolare per richiamare il disattento Comune di Roma ad interrompere i suoi rapporti di sponsorizzazione con le multinazionali sottoposte a campagne internazionali di boicottaggio a causa delle violazioni dei diritti umani di cui sono responsabili. Visita il sito del Comitato per saperne di più.
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A NATALE ROMPIAMOGLI LE BALLE!
CONSUMARE MENO, CONSUMARE MEGLIO
In questi mesi stiamo assistendo ad una vasta offensiva mediatica, politica e psicologica tesa ad incentivare la ripresa dei consumi tra le famiglie e i lavoratori. L’arrivo delle festività natalizie e delle tredicesime (per chi ce l’ha) sta assumendo l’aspetto di una ciambella di salvataggio di fronte alla recessione economica e al fallimento delle politiche sociali adottate in questi anni di rincorsa al rispetto dei parametri di Maastricht e di incentivi finanziari alle grandi imprese.
Dagli accorati appelli di Berlusconi a consumare di più fino alla ridicola pubblicità televisiva dell’uomo che, facendo la spesa, aiuta l’economia del paese, il governo, la Confindustria e i poteri forti finanziari fanno i finti tonti sulle loro responsabilità nel crollo delle condizioni di vita delle famiglie, nell’abbassamento dei salari dei lavoratori, nell’insicurezza che deriva dal lavoro precario, dalle minacce di licenziamento, dalle controriforme delle pensioni, dall’aumento dei prezzi e delle tariffe dei servizi. In dieci anni, dal 1992 al 2002, le condizioni sociali dei lavoratori sono precipitate. L’introduzione dell’euro e il blocco dei salari hanno inferto il colpo di grazia. Ormai salari e pensioni si esauriscono già alla terza settimana del mese per fare la spesa e pagare i servizi.
Il calo verticale dei consumi delle famiglie e l’aumento della povertà e del disagio sociale sono l’altra faccia di un sistema economico fondato sulla speculazione finanziaria, sulla dittatura del mercato, sulle privatizzazioni, sulla competizione e la precarizzazione esasperata nel mercato del lavoro. Non vogliono solo renderci la vita impossibile sui posti di lavoro, vogliono anche negarci una identità sociale e poi spremerci come limoni riducendoci alla mera categoria di consumatori.
QUESTA VOLTA ROMPIAMOGLI IL GIOCATTOLO!!!
Articoliamo nelle prossime settimane una vasta campagna di disobbedienza civile verso i consumi a cui vorrebbero costringerci per ridare fiato ad una stagnazione economica di cui i lavoratori non hanno alcuna responsabilità e di cui hanno già pagato prezzi pesantissimi in termini di salari, potere d’acquisto e diritti sociali. Non vogliono tirare fuori i soldi per i contratti e per salari dignitosi ai lavoratori, non vogliono abbassare i prezzi e le tariffe dei servizi e dei beni di prima necessità, non vogliono dare certezze ai lavoratori precari o a quelli minacciati di licenziamento.
E noi non consumeremo, non spenderemo i quattro soldi rimasti a disposizione per fare contenti i padroni, anzi questa volta:
CONSUMEREMO MENO E CONSUMEREMO MEGLIO
Nelle prossime settimane utilizziamo solo il circuito delle botteghe del commercio equo e solidale, dei mercatini dell’usato, dei mercatini ambulanti e abusivi. Disertiamo le reti ed i centri commerciali che hanno approfittato dell’introduzione dell’euro per aumentare in modo generalizzato i prezzi. Boicottiamo l’ingannevole appello ai consumi avanzato dal governo e dalle imprese. Stavolta non ci fregate!!!
Disertiamo gli inviti ad essere solo dei consumatori e dunque subalterni a coloro che rendono la vita impossibile a milioni di lavoratori, pensionati e famiglie nel nostro e negli altri paesi.
Radio Città Aperta 88.9 Mhz
Informazioni sulla campagna: www.radiocittaperta.it ; lettere@radiocittaperta.it
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