Roma, 2 giugno 2003: lo striscione "Disarmiamo la Repubblica" esposto dai pacifisti del "Gruppo di Azione Nonviolenta" duranta la parata militare ai Fori Imperiali. Foto di Massimo Paolicelli (clicca sulle immagini per ingrandirle).
2 GIUGNO 2003: DURANTE LA PARATA UN GRUPPO NONVIOLENTO APRE LO STRISCIONE: "DISARMIAMO LA REPUBBLICA"
Roma, 2 giugno 2003 - Uno striscione con la scritta "Disarmiamo la Repubblica" è stato aperto da un gruppo di cittadini nonviolenti (il "Gruppo di Azione Nonviolenta") ed esposto dal belvedere "Antonio Cederna", che si affaccia su via dei Fori Imperiali, all'inizio della parata militare. Dalla terrazza sono anche stati lanciati volantini con scritto: "No all'invio di soldati in Iraq" e sono state sventolate diverse bandiere arcobaleno con la scritta Pace. All'arrivo delle forze dell'ordine non è stata opposta nessuna resistenza, ma sono state loro offerte delle bombe alla crema: "l'unica bomba che ci piace". Del gruppo di manifestanti ne sono stati fermati dieci, condotti al Commissariato di Polizia del Celio, e rilasciati a fine mattinata dopo essere stati identificati e aver ricevuto notifica che nei loro confronti sarà trasmessa all'Autorità Giudiziaria la comunicazione di reato per manifestazione non autorizzata. Lo striscione è stato sequestrato.
"Il due giugno - sostengono gli organizzatori dell'iniziativa - è la festa della Repubblica nella cui Costituzione all'articolo 11 si ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. A maggior ragione si deve ripudiarla se si tratta di una guerra svolta fuori dal diritto internazionale e che si configura come un intervento di occupazione e spartizione economica di uno Stato sovrano, come sta avvenendo in Iraq. Per questo ribadiamo il nostro no all'invio di militari Italiani in Iraq". I dieci pacifisti fermati hanno chiesto di allegare ai verbali di identificazione la seguente dichiarazione spontanea:
I sottoscritti dichiarano spontaneamente di appellarsi all'Art. 21 della Costituzione Italiana: "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il loro pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione". Hanno ritenuto e ritengono di poter partecipare alla festa della Repubblica del 2 giugno aprendo uno striscione sul disarmo ed esprimendo il proprio pensiero, in modo pacifico e senza recare alcun danno né a cose, né a persone, né alla dignità della Repubblica, senza necessità di previa autorizzazione. Il dovere costituzionale del ripudio della guerra ci accomuna, in quanto cittadini, alle forze di Polizia e agli organi dello Stato.
Roma, 02.06.2003 (seguono le dieci firme)
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2 GIUGNO. ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI: "OGGI CON LA PARATA MILITARE MORTIFICATI MILIONI DI ITALIANI"
Roma, 2 giugno 2003 - "Oggi, festeggiando la Repubblica con la parata militare, sono stati mortificati milioni di italiani che in questi mesi sono scesi in piazza contro la guerra, e che hanno esposto ai balconi la bandiera della pace, e che richiamandosi all'articolo 11 della Costituzione ripudiano la guerra, come mezzo di soluzione delle controversie internazionali". E' quanto hanno dichiarato Massimo Paolicelli e Filippo Thiery, rispettivamente Presidente nazionale e segretario romano dell'Associazione Obiettori Nonviolenti. "Le parate militari - proseguono Paolicelli e Thiery - sono un modo arcaico ed anacronistico di ostentare la forza di un paese. Però oggi tutto questo, alla luce di quello che è avvenuto in Iraq, con una guerra preventiva fuori dal diritto internazionale, assume una connotazione ancora più macabra. Si pone così anche il nostro paese fuori dal dettato costituzionale, prima con l'autorizzazione all'uso delle basi ed infrastrutture, poi con l'invio di 3.000 militari con la scusa degli aiuti umanitari all'Iraq. Risultano poi ridicole le acrobazie di far sfilare giovani in servizio civile. Un tentativo goffo di svuotare le radici culturali, sociali e politiche del servizio civile, nel nome di una par condicio che esiste solo a parole. Infatti la Corte Costituzionale afferma che la Patria si difende sia in armi che senza, con il servizio civile, ma intanto per la difesa armata si spendono in un anno 19.614 milioni di Euro, contro i 119 milioni destinati al servizio civile sia degli obiettori che dei volontari, mentre la sperimentazione di forme alternative di difesa non armata, previste dalla legge 230/98 sull'obiezione, a cinque anni dalla sua approvazione, sono lettera morta.
Ci spiace in tutto questo - concludono Paolicelli e Thiery - dover notare che il Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere garante della Costituzione e di tutti i cittadini, sia in questo contesto uomo di parte".
FESTA DELLA REPUBBLICA: L'ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI CHIEDE AL PRESIDENTE CIAMPI DI SOSPENDERE LA PARATA MILITARE
Roma, 24 Maggio 2003
Prof. Carlo Azeglio Ciampi
Presidente della Repubblica
Quirinale, Roma
Gentile Presidente,
Le scriviamo per chiederle di sospendere la parata militare prevista per il
prossimo 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica e di destinare
i soldi risparmiati a sostegno della popolazione irachena.
Sin dalla Sua decisione di riprendere a festeggiare il 2 giugno con una
parata militare, Le abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà. Questo
perché siamo convinti, da un lato che sia un modo arcaico e superato dalla
storia il fatto che una nazione ostenti la sua forza militare, dall'altro
perché riteniamo inopportuno festeggiare la Repubblica, fondata sul lavoro,
solo facendo sfilare gli uomini in divisa, di fatto mortificando tutti gli
altri cittadini, che nel loro impegno quotidiano, pur non imbracciando un
fucile, lavorano per la crescita della Repubblica.
Quest'anno però la preoccupazione è maggiore. Infatti siamo convinti che
dopo l'11 settembre 2001 l'Occidente, ed in particolare gli Stati Uniti,
abbiano intrapreso una strada sbagliata: quella della guerra preventiva
fuori da qualsiasi mandato di un organismo soprannazionale. Anche se
escludiamo interessi personali di chi ha deciso di dichiarare la guerra
all'Iraq, resta il fatto che tale guerra si è fatta principalmente per
mantenere lo stile di vita opulento dei paesi ricchi, che non si fanno
scrupoli se per difenderlo a farne le spese sono i poveri della terra. Siamo
convinti che rispondere alla feroce follia del terrorismo con guerre
indiscriminate che non fanno altro che creare nuove vittime e nuovi
disperati, umus primario di chi fomenta il terrorismo, sia anacronistico.
Non possiamo e non vogliamo rassegarci a vivere in un mondo dove da un lato
alcuni fanatici estremisti religiosi con il loro martirio gettano nel
terrore intere popolazioni, e dall'altro uno Stato, con la scusa di scovare
terroristi per il mondo mette a ferro e fuoco intere nazioni. Inoltre è
difficile comprendere come possa avere credibilità chi per farsi giustizia
da solo, disprezza qualsiasi regola, facendo carta straccia del diritto
internazionale e delegittimando gli organismi internazionali.
Violazioni delle quali non è esente neanche il nostro paese, che
ripetutamente ha raggirato l'articolo 11 della nostra Costituzione, come ha
denunciato il Suo predecessore on. Oscar Luigi Scalfaro. Non è facendo il
lifting alla lingua che si cambia la sostanza di quello che si fa. Le guerre
ormai sono chiamate missioni umanitarie anche quando si mandano 3.000 uomini
in armi a difendere un ospedale. Un insulto all'intelligenza. Oltretutto la
presenza di militari aumenta in maniera esponenziale il costo delle
operazioni, soldi che potrebbero essere invece investiti per dare un aiuto
diretto alle popolazioni colpite dalla guerra.
Quale massimo garante della Costituzione ci spettiamo da Lei finalmente un
gesto forte, che a partire dalla parata militare interrompa questa ipocrita
"non belligeranza".
Gentile Presidente ci appelliamo a Lei, affinché si faccia promotore di un
rilancio delle Nazioni Unite opportunamente democratizzate, dotate di uomini
in armi (al più presto da superare) e di corpi civili di pace per la
prevenzione e la soluzione dei conflitti. Certo non avremo appalti per la
ricostruzione della Nazioni Unite, ma forse il merito di aver tentato di
salvare il mondo dall'Apocalisse.
Le inviamo i nostri più sentiti
Saluti di pace
Massimo Paolicelli
Presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti
Filippo Thiery
Segretario del Coordinamento Romano Obiettori di Coscienza
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Il fatto che quest'anno, per la prima volta, abbiano sfilato durante la parata militare (che tale rimane) anche quattro giovani del Servizio Civile, è a nostro avviso un elemento di ulteriore aggravante: non si tratta, come sostengono alcuni Enti di Servizio Civile, di un riconoscimento a tale settore, ma al contrario di un totale svilimento di quelle che sono le radici culturali, politiche e sociali del servizio civile. Questa novità, nata su proposta dal ministro Giovanardi, è quindi una scelta che ci umilia e ci offende, e rappresenta un ulteriore segno di quella militarizzazione della società civile che da anni viene attuata tramite tanti provvedimenti fatti passare sotto silenzio, per esempio quello che riserva posti di lavoro nell'amministrazione pubblica ai militari volontari reduci dal periodo di ferma nelle Forze Armate. Esprimiamo la nostra più ferma distanza e disapprovazione verso la scelta di Sara, Francesca, Silvia e Claudia, volontarie dell'associazione "Il nostro futuro" di Palestrina (Roma), che hanno sfilato insieme a 731 ufficiali, 1.073 sottufficiali, 5.655 militari di truppa, 379 uomini a cavallo, 197 mezzi militari, 28 aerei e 35 elicotteri. Contente loro...
Coordinamento romano Obiettori di Coscienza
2 GIUGNO: AON CHIEDE A CIAMPI DI SOSPENDERE LA PARATA SBAGLIATO INTRAPRENDERE LA STRADA DELLA GUERRA PREVENTIVA
(ANSA) - ROMA, 24 MAG - L'associazione Obiettori Nonviolenti in una lettera chiede al Presidente della Repubblica Ciampi di sospendere la parata militare del 2 giugno e di destinare i soldi risparmiati alla popolazione irachena. Per il presidente dell'associazione, Massimo Paolicelli, dopo l'11 settembre, ''l'Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, hanno intrapreso una strada sbagliata: quella della guerra preventiva fuori da qualsiasi mandato di un organismo internazionale''. L'Aon critica l'atteggiamento che ha portato a ridurre a ''carta straccia il diritto internazionale
delegittimando gli organismi internazionali''. ''Anche il nostro Paese - dice il presidente dell'Aon - non ne e' esente, come ha denunciato il suo predecessore, Oscar Luigi Scalfaro''. L'associazione percio' si rivolge a Ciampi, ''quale massimo
garante della Costituzione'' perche' compia ''un gesto forte che, a partire dalla parata militare, interrompa questa ipocrita
'non belligeranza', facendosi promotore di un rilancio delle Nazioni Unite.
2 GIUGNO: OBIETTORI CHIEDONO A CIAMPI SOSPENSIONE PARATA
(ASCA) - Roma, 26 mag - ''Sospendere la parata militare prevista per il prossimo 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica e destinare i soldi risparmiati a sostegno della popolazione irachena''. E' la richiesta dell'Associazione Obiettori Nonviolenti (AON) contenuta in una lettera inviata la presidente della Repubblica.
Ricordando la ''contrarietà da sempre espressa'' a festeggiare il 2 giugno con una parata militare, gli obiettori spiegano che ''quest'anno la preoccupazione è maggiore. Infatti siamo convinti che dopo l'11 settembre 2001 l'Occidente, ed in particolare gli Stati Uniti, abbiano intrapreso una strada sbagliata: quella della guerra preventiva fuori da qualsiasi mandato di un organismo soprannazionale''. La richiesta a Ciampi è quella di ''farsi promotore di un rilancio delle Nazioni Unite opportunamente democratizzate, dotate di uomini in armi (al più presto da superare) e di corpi civili di pace per la prevenzione e la soluzione dei conflitti. Certo - concludono - non avremo appalti per la ricostruzione della Nazioni Unite, ma forse il merito di aver tentato di salvare il mondo dall'Apocalisse''.
Agenzia Redattore Sociale - www.redattoresociale.it
PACIFISMO - Gli obiettori nonviolenti (AON) chiedono a Ciampi di
sospendere la parata militare del 2 giugno
ROMA 26/05/2003 - Con una lettera l'Associazione Obiettori Nonviolenti
chiede al presidente della Repubblica Ciampi di "sospendere la parata
militare prevista per il prossimo 2 giugno, in occasione della festa della
Repubblica, e di destinare i soldi risparmiati a sostegno della popolazione
irachena".
"Sin dalla Sua decisione di riprendere a festeggiare il 2 giugno con una parata militare, Le abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà - proseguono Massimo Paolicelli, presidente dell'Aon, e Filippo
Thiery, segretario del Coordinamento Romano dell'associazione -. Questo
perché siamo convinti, da un lato che sia un modo arcaico e superato dalla
storia il fatto che una nazione ostenti la sua forza militare, dall'altro
perché riteniamo inopportuno festeggiare la Repubblica, fondata sul lavoro,
solo facendo sfilare gli uomini in divisa, di fatto mortificando tutti gli
altri cittadini, che nel loro impegno quotidiano, pur non imbracciando un
fucile, lavorano per la crescita della Repubblica". "Quest'anno però la
preoccupazione è maggiore - sottolinea la missiva, datata 24 maggio -.
Infatti siamo convinti che dopo l'11 settembre 2001 l'Occidente, ed in
particolare gli Stati Uniti, abbiano intrapreso una strada sbagliata:
quella della guerra preventiva fuori da qualsiasi mandato di un organismo
soprannazionale". Anche se "escludiamo interessi personali di chi ha deciso
di dichiarare la guerra all'Iraq, resta il fatto che tale guerra si è fatta
principalmente per mantenere lo stile di vita opulento dei paesi ricchi,
che non si fanno scrupoli se per difenderlo a farne le spese sono i poveri
della terra - affermano i responsabili dell'Aon -. Siamo convinti che rispondere
alla feroce follia del terrorismo con guerre indiscriminate che non fanno
altro che creare nuove vittime e nuovi disperati, humus primario di chi
fomenta il terrorismo, sia anacronistico. Non possiamo e non vogliamo
rassegarci a vivere in un mondo dove da un lato alcuni fanatici estremisti
religiosi con il loro martirio gettano nel terrore intere popolazioni, e
dall'altro uno Stato, con la scusa di scovare terroristi per il mondo mette
a ferro e fuoco intere nazioni".
Inoltre per l'associazione "è difficile
comprendere come possa avere credibilità chi per farsi giustizia da solo,
disprezza qualsiasi regola, facendo carta straccia del diritto
internazionale e delegittimando gli organismi internazionali. Violazioni
delle quali non è esente neanche il nostro paese, che ripetutamente ha
raggirato l'articolo 11 della nostra Costituzione, come ha denunciato il
Suo predecessore on. Oscar Luigi Scalfaro". "Non è facendo il lifting alla lingua che si cambia la
sostanza di quello che si fa " denuncia l'Associazione Obiettori Nonviolenti -. Le
guerre ormai sono chiamate missioni umanitarie anche quando si mandano
3.000
uomini in armi a difendere un ospedale. Un insulto all'intelligenza.
Oltretutto la presenza di militari aumenta in maniera esponenziale il costo
delle operazioni, soldi che potrebbero essere invece investiti per dare un
aiuto diretto alle popolazioni colpite dalla guerra".
"Quale massimo garante della Costituzione - concludono
Paolicelli e Thiery - ci aspettiamo da Lei finalmente un gesto forte, che a
partire dalla parata militare interrompa questa ipocrita "non
belligeranza". Gentile Presidente, ci appelliamo a Lei, affinché si faccia promotore di un
rilancio delle Nazioni Unite opportunamente democratizzate, dotate di
uomini
in armi (al più presto da superare) e di corpi civili di pace per la
prevenzione e la soluzione dei conflitti".
Il volantino del Comitato romano "Fermiamo la guerra":
LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA RIPUDIA LA GUERRA: NESSUN SOLDATO ITALIANO PER L’OCCUPAZIONE E LA SPARTIZIONE DELL’IRAK
Il movimento per la pace aveva ragione: la guerra ha innescato la ripresa del terrorismo internazionale, mentre nessuna arma di distruzione di massa, motivo dichiarato dell'aggressione, è stata trovata in Irak.
Il vero obiettivo della guerra è ormai chiaro a tutti: controllare una zona del mondo di fondamentale importanza strategica e gestirne direttamente le risorse petrolifere. A questo scopo il governo militare USA di BUSH sta privatizzando l'Irak, a vantaggio delle multinazionali proprie e dei suoi "amici", in attesa di proseguire la “guerra preventiva” , con la giustificazione della lotta al terrorismo, per estendere e consolidare il proprio dominio mondiale.
Il governo di Berlusconi e Fini, al solo scopo di raccogliere le briciole dei subappalti dalle multinazionali USA, vuole inviare 3.000 nostri militari in zone peraltro ancora a rischio e contaminate dall'uranio impoverito.
Il 2 giugno è la festa della REPUBBLICA democratica ed antifascista, nata dalla Resistenza a seguito dei disastri della guerra provocata dal fascismo e dalla monarchia sabauda. L'articolo 11 della COSTITUZIONE della Repubblica dice che l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. A maggiore ragione, quindi, deve ripudiarla come mezzo di occupazione e spartizione economica di un altro paese.
Chiediamo, pertanto, al Parlamento della Repubblica di rendersi garante dei valori della Costituzione e di decidere il:
RITIRO IMMEDIATO DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALL’OCCUPAZIONE DELL’IRAK
IL TERRORISMO NON SI BATTE CON LA GUERRA PERMANENTE MA CON PIU' GIUSTIZIA E PIU' PACE NEL MONDO
COMITATO ROMANO FERMIAMO LA GUERRA www.romacittapertallapace.it
AIASP, Altrimondi, Aprile Roma, Arci Roma, Assopace, Ass.Rinn.Sinistra Roma, Attac Roma, Bastaguerra Roma, Casa delle Culture, Casa dei Popoli di Roma, CGIL Roma, CISL Roma, Cobas Roma, Collettivo Fisica contro la guerra la Sapienza, Collettivo Studentesco Accademia Belle Arti DP ,Comitato contro la guerra IV municipio, Coordinamento romano Obiettori di Coscienza, Democrazia Popolare, Disobbedienti Roma, Donne in nero, Fed. Roma Democratici Sinistra, Fed. Roma PdCI, Comitato Fermiamo la Guerra V municipio, Forum Democrazia costituzionale Europea, Gay Roma, Giovani Comunisti, Legambiente Roma, Rete Lilliput, M.C.E., Mani Tese, P.R.C. Roma, Pace Preventiva, Radici, Rete Associazioni Popolari, Rete per la Pace Roma nord, Sinistra Giovanile Roma, Social Forum III municipio, Social Forum Roma Nord-Est, Social Forum Roma Sud-Ovest , Socialismo 2000.
IL 2 GIUGNO 2003 dalle 16 alle 19 al PINCIO
va in scena il “ripudio” della GUERRA e il “tripudio” della PACE.
HANNO FATTO LA “FESTA” ALL’ART. 11
NOI FACCIAMO LA FESTA DELL’ART. 11
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