Firenze, 14 aprile 2000
Dopo il concerto, a cena con Francesco Guccini


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I canti del movimento operaio, gli inni partigiani e le splendide ballate della tradizione anarchica fanno parte di un repertorio popolare che cantautori come Francesco Guccini, insieme a Ivan Della Mea, Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli e tanti altri, hanno decisamente scolpito nel proprio codice genetico. Non a caso l'ormai storica "locomotiva" con cui il maestrone di Pavana chiude da trent'anni i propri concerti è un pezzo scritto alla maniera di quei canti, per raccontare con la tipica forma musicale e metrica della ballata anarchica un fatto realmente accaduto. Guccini trovò in particolare ispirazione ne "l'inno della rivolta", da lui stesso definito come la "nonna della locomotiva". Si tratta di un canto risalente ai primissimi anni del secolo che mette in musica una poesia dell'intellettuale anarchico Luigi Molinari, pubblicata sull'Almanacco dell'operaio del 1894 con il titolo "Rivolta".
Durante la cena post-concerto del 14 aprile 2000, in Firenze, abbiamo avuto il piacere di ascoltare questo vecchissimo canto dalla viva voce di Francesco Guccini, che ha voluto così unirsi ad una allegra tavolata da cui nel corso della serata erano già state intonate altre canzoni di questo straordinario repertorio, che deve la sua sopravvivenza a quella tradizione orale cui ciascuno di noi dovrebbe sentirsi orgoglioso di dare continuità. Le immagini inserite in questa pagina vogliono essere un ringraziamento agli amici e ai compagni con cui ho condiviso quella nottata.

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