Effetti collaterali
Roma, 12 settembre 2001
Curioso. Ci hanno ripetuto alla noia, in questi ultimi dieci anni, che le vittime civili in guerra sono "dolorosi effetti collaterali" di "doverose" operazioni militari. Proprio così ci dicevano, "effetti collaterali", e i nostri governi erano sempre lì ad annuire, che fossero guidati da Giulio Andreotti (1991, Iraq) o da Massimo D'Alema (1999, Kosovo) e così hanno giustificato bombardamenti di scuole, ospedali, mercati, villaggi, ponti, treni, strade, ambasciate, carovane di profughi in fuga, eccetera eccetera eccetera...
Bene signore e signori, se posso permettermi per una riga di essere cinico e provocatorio e di parlare come loro, ecco a voi, nel bilancio di decine di migliaia di vittime, gli effetti collaterali di una "doverosa" operazione contro il World Trade Center, sommo simbolo del sistema economico responsabile della fame e dello sfruttamento patiti da cinque miliardi di esseri umani nel Sud del mondo, e contro il Pentagono, centro strategico dell'apparato militare responsabile di "guerre umanitarie" condotte ai quattro angoli del pianeta oltre che di provato appoggio e sostegno alle più feroci dittature del sudamerica e ai più spietati eserciti del globo (proprio ieri ricorrevano 28 anni dall'11 settembre 1973, giorno del golpe di Augusto Pinochet contro il governo di Salvator Allende e del conseguente massacro di migliaia di desaparecidos, e tra pochi giorni ricorreranno 19 anni dal 17 settembre 1982, giorno del massacro di Sabra e Chatila quando miliziani libanesi protetti dall'esercito israeliano massacrarono migliaia di civili in un campo profughi palestinese).
Al di là della provocazione sugli "effetti collaterali", che so già che non mi perdonerete e che bollerete come un atto irrispettoso e di cattivo gusto, chissà se ora quel popolo - sempre pronto a regalare percentuali di consenso prossime all'unanimità ad ogni loro presidente che va a bombardare qualche altro paese - capirà che la guerra non è un film, che sotto le bombe i palazzi crollano davvero, che tutto quello che loro hanno combinato in giro per il mondo non è una fiction come beautiful o un programma avvincente di cui chiacchierare al bar come il grande fratello... perché questo fino ad oggi è stata la guerra per il popolo statunitense, tanto le bombe cadevano dall'altra parte del mondo, le vedevano solo sullo schermo, che differenza c'era con gli effetti speciali di Indipendence Day? Giusto le astronavi degli extraterrestri, forse.
Sentiamo parlare di diecimila o ventimila vittime, e questo lascia attoniti e sgomenti, l'idea di tanta gente innocente condannata a morte dall'atto di un gruppo di terroristi è una cosa pazzesca e fuori dalla comprensione di una mente umana, poi però leggendo titoloni come "apocalisse" o "ecatombe" mi viene da pensare alcune cose che non mi tornano, e per favore leggendo le righe che seguono non mi rispondete "che c'entra adesso 'sta roba" perché c'entra eccome.
Per esempio mi viene in mente che in Iraq dieci anni di embargo (ancora in atto) hanno ucciso un milione e mezzo di persone, e in quel paese ogni mese continuano a morire di fame e malattie 5.000 bambini... ma non ho mai sentito nessun giornale e nessuna TV parlare di "apocalisse" per tutta questa gente uccisa da un blocco economico assassino... leggo le polemiche per il fatto che ieri non sono state sospese in segno di lutto le partite delle coppe europee, ma non avevo mai sentito nessuno indignarsi perché in Italia si giocavano partite di calcio mentre il regime turco massacrava migliaia di uomini e donne kurdi, o mentre le truppe paramilitari messicane uccidevano nel sonno gli abitanti di interi villaggi di indios, o mentre milioni di persone nella ex-Jugoslavia facevano i conti con tonnellate di uranio impoverito scaricate dal cielo sulla loro terra e nei loro mari... o mentre in Trentino una funivia carica di gente altrettanto innocente veniva abbattuta da piloti militari a caccia di emozioni. Non avevo mai sentito in tutti questi casi lo speaker dello stadio Olimpico propormi un minuto di silenzio in segno di cordoglio... eppure si tratta di tragedie che in alcuni casi hanno riguardato e riguardano milioni di esseri umani, e se ventimila vittime sono giustamente vissute come un dramma di proporzioni colossali, come si definiscono un milione e mezzo di morti per un embargo? Me lo dite voi?
Coloro che di volta in volta hanno provato a definire "ecatombi" tutte queste tragedie sono sempre stati etichettati come i soliti antimperialisti rompicoglioni che ce l'hanno con gli Stati Uniti e con la NATO e quindi scassano i marroni al resto del mondo con le loro storie sui kurdi e sui palestinesi.... insomma, "i soliti pacifisti con le loro fissazioni sui popoli oppressi", quante volte ce lo siamo sentiti dire... ma certo, quelle erano le nostre fissazioni, però quello che è successo ieri a NY è una "apocalisse".
Ma i morti o sono tutti di serie A o sono tutti di serie B. Si decidessero. Non è accettabile l'idea che alcune vite umane valgono di meno o meritano meno attenzione perché la loro sorte è segnata da guerre o politiche economiche assassine condotte da un paese "alleato e amico dell'Italia" per cui non le si può contestare, e quelle vite si devono lasciare al loro destino. E non si può non inquadrare questo attacco aereo in una politica internazionale sempre più improntata alla logica di guerra e di aggressione, una logica in cui si può decidere di colpire deliberatamente anche un obiettivo civile (la tv di Belgrado, ricordate?) e conseguentemente di decretare il massacro di centinaia o migliaia di innocenti se ciò è considerato funzionale agli obiettivi, se la perdita di vite umane è considerata un prezzo doloroso ma inevitabile da pagare... perché chi lo decide, se un atto di guerra è "legittimo" o no? Se da una parte c'è qualcuno che rivendica l'esigenza di colpire il palazzo di una tv perché è lo strumento di propaganda di un regime, che ci siano o meno civili all'interno, dall'altra parte ci sarà chi reputa doveroso colpire il cuore di un impero economico che strangola e uccide i quattro quinti della popolazione mondiale, alla stessa spietata condizione "che ci siano o meno civili all'interno". Non possiamo dimenticarci che il nostro paese, con i già citati governi Andreotti e D'Alema, è stato in prima linea nell'avallare questa logica e nel metterla in atto. Oggi assistiamo attoniti al risultato di questa folle spirale, al risultato dell'odio e della violenza seminati con la nostra complicità in tutto il pianeta.
E allora dopo i fatti di Manhattan interrompiamo tutte le partite che volete, chiudiamo tutto in segno di lutto e di cordoglio, partecipiamo al dolore e allo strazio di tanta gente che non aveva nessuna colpa se non di stare al lavoro alle otto e trenta del mattino. Ci mancherebbe. Ma almeno riconosciamo di essere un paese di schifosi ipocriti capaci di guardare con orrore alla morte e alla guerra solo quando ci pare... e magari se dobbiamo identificare delle colpe e dei responsabili, chiediamoci anche chi è che ha voluto e continua a volere un mondo in cui la diplomazia e il dialogo tra popoli non contano nulla e tutto si risolve con le bombe, con le guerre e con i loro famosi effetti collaterali. Io un'idea ce l'avrei.
P.S. Avrei una piccola richiesta da fare. Visto che ora i servizi di sicurezza americani si metteranno a scartabellare tra i tracciati radar per capire cosa che è successo ieri sulla rotta Boston-New York, già che ci sono ci facessero la gentilezza di tirar fuori anche i codici relativi ai radar operanti nelle basi NATO in Italia il 27 giugno 1980, volo di linea Bologna-Palermo. Perché da ventuno anni stiamo aspettando che cortesemente ce li facciano avere.